Alla luce dei risultati positivi conseguiti dal Piano Straordinario per il Made in Italy nel quadriennio 2015-2018, nella Legge di Bilancio 2019 sono state previste misure per rafforzare la competitività e l’innovazione delle aziende italiane, offrendo loro un supporto in materia di investimenti, digitalizzazione dei processi produttivi, valorizzazione della produttività dei lavoratori, formazione di competenze adeguate e sviluppo di nuovi prodotti e processi. Lo strumento individuato per potenziare la competitività delle aziende in ottica digital è quello del voucher per l’assunzione di un Innovation Manager, in grado di mettere in atto processi di trasformazione tecnologica e digitale attraverso le tecnologie abilitanti previste dal Piano Impresa 4.0.

Secondo il Rapporto McKinsey “Industry 4.0 after the initial hype: where manufacturers are finding value and how they can best capture it”, le nuove tecnologie digitali avranno un impatto profondo nell’ambito di quattro direttrici di sviluppo: la prima riguarda l’utilizzo dei dati, la potenza di calcolo e la connettività, e si declina in big data, open data, Internet of Things, machine-to-machine e cloud computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione.

La seconda è quella degli analytics: oggi solo l’1% dei dati raccolti viene utilizzato dalle imprese, percentuale che potrebbe essere aumentata ricorrendo alle machine learning, ovvero quelle macchine che perfezionano la loro resa “imparando” dai dati via via raccolti e analizzati.

La terza direttrice di sviluppo è l’interazione tra uomo e macchina, attraverso interfacce “touch” e realtà aumentata. Infine c’è tutto il settore che si occupa del passaggio dal digitale al “reale” e che comprende la manifattura additiva, la stampa 3D, la robotica, le comunicazioni, le interazioni machine-to-machine e le nuove tecnologie per immagazzinare e utilizzare l’energia in modo mirato, razionalizzando i costi e ottimizzando le prestazioni.

Innovazione, dunque, è la parola chiave per tutte quelle aziende che vorranno prendere parte a questo processo di trasformazione e soprattutto per molte PMI italiane ad oggi ancora ancorate a una cultura di impresa poco dinamica, sempre più in difficoltà nel fronteggiare i rapidi cambiamenti tecnologici. Per riuscire a competere in questo nuovo contesto, l’unico modo è iniziare ad investire in innovazione tecnologica affidandosi ad esperti del settore.

Il voucher Innovation manager, previsto ai commi 228-231 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2019, va proprio in questa direzione dal momento che si prefigge l’obiettivo di incentivare le aziende ad assumere un consulente in grado di attuare quei processi di digital transformation che permetteranno all’azienda di accrescere il proprio livello di competitività.

La norma prevede un contributo a fondo perduto di diversa entità a seconda che si tratti di micro e piccole imprese o di medie imprese. Nel primo caso si finanziano il 50% dei costi entro il limite massimo di 40.000 euro, nel secondo il 30% dei costi sostenuti entro il limite massimo di 25.000 euro.Se si considera invece il caso di adesione a un contratto di rete, il contributo è riconosciuto alla rete in misura pari al 50% dei costi sostenuti entro il limite massimo complessivo di 80.000 euro.

Affinché le imprese possano beneficiare del contributo si richiede di sottoscrivere un contratto di servizio di consulenza tra le imprese o le reti beneficiarie e le società di consulenza o i manager qualificati iscritti in un elenco istituito con apposito decreto del Ministro dello sviluppo economico, che sarà creato entro la fine marzo 2019 dal ministero dello Sviluppo Economico. Infine, per l’attuazione della misura sono stati stanziati complessivamente 75 milioni di euro per il biennio 2019/2020.

Alle imprese non resta, dunque, che cogliere al volo questa opportunità e rivolgersi ad un Innovation manager anche al fine di strutturare una solida strategia di Lead Generation.

Ad oggi la maggior parte delle piccole e grandi aziende hanno compreso l’importanza di avere un sito web, di essere presenti su più canali comunicativi come social e blog e posizionarsi sui motori di ricerca: tutti fattori indispensabili per farsi trovare dai clienti. Ma ciò non basta. L’obiettivo finale è, infatti, generare una lista di contatti clienti realmente interessati alle attività svolte da un’azienda e non aumentare il traffico generico verso il sito web aziendale. L’innovation manager sarà colui in grado di offrire ad una azienda dei contatti targettizzati con un’alta probabilità di conversione, ricorrendo alle tecnologie digitali sopra menzionate.

In ogni caso ciò che determina il successo nel mercato attuale è la mentalità flessibile e orientata al cambiamento. Se anche le PMI italiane vogliono affollare la rosa delle imprese all’avanguardia devono abbandonare la visione di un’azienda che opera a compartimenti stagni e che solo alla fine “mette insieme” i risultati conseguiti dai vari dipartimenti interni, a favore di una visione aziendale che invece integri tecnologie, team di lavoro e strategie di business.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Francesca Simonelli, redazione@exportiamo.it

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