Il rallentamento dell’export italiano e degli scambi internazionali del 2018 rispetto al 2017 sembra (i dati definitivi non sono ancora disponibili) rimanere su livelli piuttosto contenuti. Ma quali sono i mercati più promettenti per l’export Made in Italy nell’anno appena iniziato?
Nel 2018 l’andamento del commercio internazionale è stato fortemente condizionato da due fattori: le difficili relazioni fra Washington e Pechino – sviluppatesi a colpi di dazi e reciproche minacce e che solo adesso sembrano esser approdate ad una fase un po’ meno turbolenta – e la delicatissima questione della Brexit – con la deadline ormai prossima (29 marzo) e l’enorme difficoltà del governo May nel convincere il Parlamento britannico a ratificare l’accordo concluso con l’Ue, situazione che sta rendendo l’ipotesi “No deal” sempre più realistica.
Come confermato dal rapporto ICE-Prometeia 2018, dunque, gli scambi mondiali si trovano in una fase di “rallentamento controllato” con la crescita degli scambi di manufatti che si fermerà al +4,5%, in contrazione di 0,3 punti rispetto al 2017 ma pur sempre superiore alla crescita media registrata nell’ultimo quinquennio. Inoltre le proiezioni per il 2019 prevedono un’ulteriore decelerazione degli scambi internazionali fino al +4,1% con una possibile inversione di tendenza che avverrà solo a partire dal 2020. Tuttavia tali dati, pur descrivendo un trend moderatamente negativo, restano distanti dagli scenari apocalittici di chi vede nel moltiplicarsi delle tensioni scaturite dalla politica trumpiana dell’America First una forte incrinatura di tutto il processo di globalizzazione a livello commerciale.
Tuttavia è inevitabile che ventate protezionistiche ed allontanamento della Gran Bretagna dal Vecchio Continente stiano incidendo anche sul futuro delle esportazioni italiane, che però stanno migliorando le loro performance in diversi Paesi.
Come consueto la Redazione di Exportiamo.it ne ha selezionati 5 da segnalare alle Pmi italiane esportatrici che intendono ampliare i propri orizzonti di business. Scopriamoli insieme!
Brasile
L’economia del Paese sudamericano, che aveva mostrato segnali incoraggianti già nel 2017 con il ritorno ad una modesta crescita del Pil (+1%), ha abbandonato definitivamente la fase recessiva con una crescita che, nel 2018, dovrebbe attestarsi sul +2,7%. A ciò si accompagna una crescita dell’export italiano, per la verità già avvenuta nel 2017 (+19%), certificata dai dati sulle esportazioni relativi ai primi 9 mesi de 2018 che segnalano una crescita delle vendite italiane in Brasile pari al +11,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, principalmente grazie al traino di beni d’investimento e della farmaceutica. Inoltre secondo le previsioni di Sace l’export italiano dovrebbe proseguire nel suo percorso di crescita anche nel prossimo triennio, con tassi d’incremento medi vicini al 6% “con buone prospettive nei settori della meccanica strumentale, della chimica e dei mezzi di trasporto”. Inoltre “la ripresa in corso nel Paese apre ulteriori spazi per una domanda potenziale per i beni italiani, specie per i nostri macchinari (agricoli, alimentari, per imballaggi, per la lavorazione dei metalli, del vetro e della plastica)”. Certamente molto dipenderà dall’impatto del nuovo presidente Bolsonaro che si propone come un personaggio di forte rottura rispetto al recente passato.
India
Anche nel 2019 l’India sarà ancora l’economia di grandi dimensioni con la crescita più elevata riuscendo a confermare l’incremento del Pil dello scorso anno, intorno al +7,5%. L’export italiano, cresciuto del +15,5% nei primi nove mesi del 2018, dovrebbe confermarsi su ottimi livelli anche per il triennio 2019-2021 rimanendo di poco superiore al +7% annuo anche se i dati più recenti lasciano pensare che le previsioni di crescita dell’export italiano verso New Delhi possano essere presto riviste al rialzo. La domanda di meccanica strumentale, mezzi di trasporto, metallurgia e chimica continuerà la propria ascesa e secondo le previsioni di Sace fra i prodotti italiani più richiesti in India ci saranno beni intermedi (+9,3%) e prodotti chimici e farmaceutici (+8,5%), seguiti da metalli e prodotti in gomma e plastica. Nonostante tutto però si ricorda che l’Italia rimane abbondantemente fuori dalla top ten dei principali Paesi esportatori in India con una quota pari all’1,2% del totale, circa un quinto di quella tedesca: esistono quindi ampi margini di miglioramento in un mercato che continua a confermarsi fra quelli con le più positive prospettive di crescita a livello globale.
Slovenia
Non in molti sanno che Lubiana rappresenta il 20esimo mercato di destinazione dell’export italiano e che il Belpaese è il secondo partner commerciale della Slovenia (13,5% dell’interscambio totale), secondo solo alla Germania. Inoltre i dati relativi all’export italiano nel Paese nei primi 9 mesi del 2018 hanno registrato un incremento notevole (+12,9%) confermandosi sostanzialmente in linea con il dato di crescita del 2017 (+13,7%). Fra i beni più richiesti dai consumatori sloveni rimangono prodotti metallurgici e derivanti dalla raffinazione del petrolio, veicoli, macchinari e apparecchiature, prodotti chimici ed alimentari. Inoltre tra i comparti che hanno ripreso a crescere negli ultimi anni e che potrebbero presentare opportunità di investimento per le imprese italiano si segnala quello edile. Infine a rendere ancora più appetibile il Paese agli occhi degli investitori stranieri c’è stata, a luglio 2018, l’approvazione di una nuova legge sull’attrazione degli investimenti, che prevede pari trattamento per gli investitori stranieri e locali ed è nata con l’obiettivo di semplificare l’ottenimento di autorizzazioni e permessi per operare nel Paese.
Marocco
Fra i Paesi africani più dinamici c’è il Marocco, economia che vive una fase positiva e che gode di una insolita stabilità politico-economica ormai da qualche anno. Tutto ciò si riflette sull’andamento delle esportazioni italiane nel Paese africano che, nei primi 9 mesi del 2018, sono cresciute quasi del 10%. Inoltre, secondo Sace, questo trend è destinato a confermarsi anche nel prossimo triennio con tassi di crescita medi annui non distanti dal +7%. Fra i prodotti italiani più richiesti da Rabat si segnalano metalli, gomma e plastica, prodotti dell’industria estrattiva indici dell’espansione dei comparti agroalimentare, energetico ed automotive. Buone anche le proiezioni circa le esportazioni di prodotti agroalimentari, tessili e prodotti in legno trascinate dal rilancio dei consumi privati.
Svezia
L’ultimo mercato da tenere in considerazione nel 2019 è quello svedese, economia storicamente solida che esibisce tassi di crescita costanti ed un livello di qualità della vita davvero invidiabile. Nei primi 9 mesi del 2018 l’export italiano è cresciuto ad un ritmo piuttosto interessante (+8%) e nell’arco del prossimo triennio la crescita nelle vendite di prodotti italiani verso Stoccolma dovrebbe rimanere vicina al +5%. Fra i prodotti italiani più apprezzati nel Paese scandinavo rimangono i prodotti della meccanica, della metallurgia e connessi con l’industria estrattiva anche se l’appeal dei comparti moda e food&beverage italiani resta assai elevato, anche in ragione dell’elevato potere d’acquisto della popolazione locale. In particolare a sorprendere in positivo è l’impetuosa crescita nella richiesta di prodotti Made in Italy per le feste (+27%) con spumante e panettone a giocare la parte del leone.
In conclusione si ricorda che questi sono solo cinque dei mercati su cui sarebbe consigliabile puntare nel 2019 ma ovviamente è bene che ciascuna azienda valuti nel dettaglio le opportunità offerte da ogni singolo mercato, anche in relazione al comparto in cui opera ed alla sua stessa struttura interna, prima di avventurarsi in scelte commerciali che, se non adeguatamente ponderate, potrebbero rivelarsi fallimentari.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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