Scopriamo insieme i settori più promettenti del Paese dell’Africa Occidentale che le Pmi italiane farebbero bene a tenere sotto stretta osservazione.

Quando un Paese cresce ad un ritmo superiore all’8 percento annuo, è impossibile che non desti la curiosità di osservatori ed investitori, a prescindere da quale sia il suo stato di sviluppo di partenza. Da oltre un anno sotto la luce dei riflettori è finito il Ghana che, sia nel 2017 (+8,4%) sia quest’anno (+8,6%), esibisce ritmi di crescita poderosi, sensibilmente superiori anche a quelli di colossi come India e Cina.

Tuttavia affermare che il Ghana sia improvvisamente diventato il “Paese della cuccagna” sarebbe azzardato anche se bisogna riconoscere che, ormai da diverso tempo, Accra ha intrapreso un cammino promettente dal punto di vista economico-politico che fa ben sperare per gli anni a venire.

I tempi dei golpe militari e dell’assenza di democrazia susseguitisi ai primi anni ’90 sono ormai un ricordo lontano tanto che il Ghana è considerato una assoluta eccellenza nell’area per la libertà di stampa e d’espressione vigenti, oltre che per le buone performance economiche. Inoltre nel Paese africano si riscontra anche una sostanziale assenza di conflitti religiosi dal momento che la maggioranza cristiana (circa 2/3 della popolazione) e la minoranze – islamica ed animista – convivono pacificamente.

Il primo Paese dell’Africa nera ad ottenere l’indipendenza (1957) è quindi un esempio di democrazia pacifica oggi guidata dal liberal-conservatore Nana Akufo-Addo, esponente del Npp e già ministro degli Esteri. Ovviamente però anche Accra ha i suoi problemi che riguardano soprattutto due categorie di cittadini, i giovani, per i quali emergono misere prospettive occupazionali, e la popolazione rurale, costretta a vivere in condizioni di profonda arretratezza.

Ed il fenomeno dell’urbanizzazione, in fortissima ascesa, non risolve i problemi perché l’elevato tasso d’incremento demografico rende impossibile la creazione di sufficienti opportunità per tutti i cittadini. Per questo, nonostante tutto, ancora oggi quasi un ghanese su quattro vive al di sotto della soglia di povertà e non ha accesso all’elettricità.

L’economia, ancora fortemente legata al comparto Oil&Gas, sta muovendo i primi passi verso una differenziazione assolutamente necessaria dal momento che i recenti crolli del prezzo del petrolio hanno fatto lievitare il debito pubblico del Paese, arrivato a superare il 70% del Pil.

Il settore su cui il governo ha deciso di puntare con decisione è quello agricolo considerato da Akufo-Addo come “la vera spina dorsale dell’economia ghanese”. Tuttavia esso necessita di un aggiornamento tecnologico che però dovrebbe essere accompagnato dalla creazione di una classe lavoratrice più qualificata e (si spera) più retribuita visto che un occupato su cinque vive ancora in contesti di povertà.

Opportunità per il Made in Italy

I rapporti fra Italia e Ghana sono buoni con un interscambio commerciale che, nel 2017, si è fermato a poco di 400 milioni di euro. L’export Made in Italy, secondo Sace, conoscerà una progressiva crescita nei prossimi quattro anni a partire dall’anno in corso (+1,9%) per arrivare fino al +3,7% nel 2021, attestandosi su una media annua superiore al +3%.

Inoltre come spiegato da Alessandro Decio, amministratore delegato e direttore generale di Sace, “in un quadro globale in rallentamento, l’Africa Occidentale rappresenta oggi una regione dinamica, capace di attrarre investimenti e creare opportunità di medio-lungo termine per l’export italiano in un’ampia gamma di settori funzionali allo sviluppo economico, infrastrutturale, agricolo e manifatturiero locale”.

In effetti oggi esistono già numerose imprese tricolori attive in Ghana che lavorano soprattutto nel comparto energetico, edile ed agricolo – tre settori che necessiterebbero un forte sviluppo.

Secondo la società del gruppo Cdp sono 5 i comparti su cui è consigliabile puntare nei prossimi anni vale a dire:

- Industria mineraria. Accra è ricca di risorse naturali come oro, bauxite, diamanti, manganese, petrolio e gas naturale e per questo le Pmi nostrane che commercializzano macchinari legati all’estrazione/lavorazione di tali risorse possono realizzare ottimi affari nel Paese africano;

- Infrastrutture. Come tutti i Paesi in via di sviluppo il Ghana presenta l’esigenza di modernizzare la propria rete infrastrutturale (strade, porti, ferrovie ed aeroporti) e, in tal senso, già sono in fase di svolgimento i lavori di ampliamento dei due porti commerciali di Tema e Takoradi e la creazione del terzo terminal nell’aeroporto internazionale di Accra;

- Edilizia. Il settore delle costruzioni, specialmente nella Capitale, offre grosse opportunità alle aziende italiane dal momento che – oltre alla realizzazione di abitazioni di pregio, uffici e hotel – è stato siglato un accordo con l’Ufficio delle Nazioni Unite per la costruzione di oltre 100mila alloggi sociali. Tutto ciò porterà ad una crescente richiesta di generatori, trasformatori e stabilizzatori di corrente (la somministrazione di energia elettrica rappresenta una criticità per il Paese africano) aprendo interessanti canali di business alle Pmi del Belpaese;

- Energia. La volontà dell’esecutivo è quella di aumentare rapidamente la percentuale di rinnovabili (ancora sotto il 10%) e proprio a tal fine la Banca africana di sviluppo ha recentemente concesso un prestito da 1,5 milioni di dollari;

- Agroalimentare. Ottime possibilità si intravedono per quel che riguarda la trasformazione del cacao, di cui il Ghana rappresenta il secondo produttore a livello mondiale, così come sono ancora pochi e di scarsa qualità gli impianti in grado di lavorare altri prodotti locali fra cui caffè e zucchero e di produrre conserve, succhi e frutta essiccata.

In definitiva l’eccezionale contesto economico-politico del Paese lascia intravedere solidi scenari di sviluppo futuri in cui le nostre imprese farebbero bene ad inserirsi prontamente, cogliendo le numerose opportunità offerte da un Paese che – qualora riuscisse ad operare una seria differenziazione della propria economia – potrebbe diventare una delle più grandi sorprese, in termini di crescita, a livello globale.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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