Fare affari negli Emirati Arabi Uniti, la seconda economia più importante del mondo arabo, può essere rischioso e impegnativo, ma le opportunità in questo mercato strategico non mancano. In questo articolo analizziamo i settori più promettenti.

Gli Emirati Arabi Uniti costituiscono una delle economie più importante del Medio Oriente, grazie ad una posizione geografica strategica che li rende un hub perfetto per raggiungere diversi mercati europei, asiatici ed africani. Il PIL pro-capite degli Emirati Arabi è tra i più alti al mondo ($67,700 nel 2017) ed inoltre essi si collocano al 21° posto su 190 Paesi nella classifica “Doing Business 2018” della Banca Mondiale che misura la facilità di fare impresa.

Nel 2017, secondo i dati diffusi da SACE, fra i settori maggiormente in crescita negli EAU spiccano costruzioni, alimentari e bevande, food processing, infrastrutture, Ho.Re.Ca, gioielli ed alta moda.

Prima di scoprire insieme dove e perché investire negli Emirati Arabi ricordiamo che essi sono una federazione di sette emirati: Dubai, Abu Dhabi, Sharjah, Ajman, Ras Al-Khaimah, Fujairah e Um Al-Quwain.

1. Abu Dhabi

Abu Dhabi è la capitale e l’emirato più grande degli Emirati Arabi Uniti che copre l’84% del territorio nazionale (67km quadrati) e comprende circa 200 isole. Nei progetti del governo vi è una forte diversificazione dell’economia da raggiungere attraverso:

  • la creazione di un ambiente di business aperto a livello internazionale;
  • lo sviluppo di infrastrutture efficienti per supportare la crescita economica;
  • l’adozione di una politica fiscale ben disciplinata;
  • il miglioramento del mercato del lavoro per accrescere la qualificazione professionale.

Al momento, i settori che offrono maggiori opportunità d’investimento ad Abu Dhabi sono infrastrutture, turismo, trasporti, sanità e formazione.

In particolare il settore turistico riveste un ruolo molto importante nel sviluppo economico di questo emirato e rappresenta oggi il 2,1% del PIL di Abu Dhabi e viene considerato un settore vitale per la crescita economica.
Secondo gli ultimi dati pubblicati dal Dipartimento Cultura e Turismo di Abu Dhabi (DCT Abu Dhabi), il 2017 è stato un anno record per il turismo, dal momento che l’emirato  ha accolto circa 5 milioni di persone, con una crescita di quasi il 10% rispetto al 2016. 

2. Dubai

Dubai, anche conosciuta come “la perla del golfo”, è il secondo emirato più grande (superficie di 4,114 km²) ed è considerato il più importante centro d’affari dell’area.
L’economia di Dubai non dipende più solamente dal settore Oil&Gas dal momento che la politica tax free ed il basso prezzo degli immobili hanno attirato investitori stranieri da tutto il mondo, trasformando la città in una moderna metropoli con punti di forza nella tecnologia, nel commercio, nel settore dei servizi ed in quello manifatturiero.

3. Sharjah

L’emirato di Sharjah è il terzo emirato per grandezza degli EAU e conta su una popolazione giovane (in media 25 anni) e molto dinamica. E’ un paradiso per le piccole e medie imprese a tal punto che si rileva la presenza di circa 45 mila PMI in settori come: tecnologia, ingegneristica, manifattura, real estate, turismo, sanità, logistica e business service. L’industria manifatturiera è il settore più importante e non sorprende dunque che questo produca il 33% dell’intera manifattura dei sette emirati.Per attirare le imprese straniere Sharjah può contare inoltre su un asso nella manica, ovvero la presenza di due zone franche: SAIF Zone e Hamriyah Free Zone.

4. Ras Al Khaimah

Ras Al Khaimah si trova nella parte meridionale del Golfo Persico e copre una superficie di 656 miglia quadrate. La Ras Al Khaimah Free zone (RAKFTZ) attrae investitori soprattutto in alcuni comparti (servizi, manifatturiera, food processing, chimica, tecnologie legate alle raffinerie, alla robotica e all’automazione). Ras Al Khaimah rappresenta un hub per commerciare con gli altri Paesi del Golfo e con tutta l’Africa del Nord con la possibilità di produrre in loco a prezzi contenuti grazie alla manodopera che arriva da India, Bangladesh, Filippine, Sri Lanka e Pakistan.

5. Fujairah

E’ l’unico emirato che si affaccia solamente sul golfo dell’Oman e rappresenta il secondo porto al mondo, dopo Singapore, per quantità di carburante rifornito alle navi.
L’economia di Fujairah è basata principalmente sul settore agricolo e su quello ittico. L’altro settore in cui sarebbe consigliabile investire è quello relativo all’industria mineraria e lapidaria che sta beneficiando del recente boom delle costruzioni a Dubai ed Abu Dhabi.
Inoltre ormai tre anni fa Fujairah ha lanciato il Fujairah Plan 2040 che include lo sviluppo del porto aggiungendo nuovi terminal per le petroliere, i servizi marittimi, le navi da carico secco e le porta containers, nonché l’espansione dell’area di stazionamento e della pista dell’aeroporto e il trasferimento del cargo terminal.

6. Umm Al Quwain

L’Emirato di Umm Al Quwain è il secondo più piccolo e il meno popolato tra Emirati arabi. Il settore economico chiave è quello ittico. Umm Al Quwain esporta i suoi prodotti ittici nei Paesi europei e in Medio Oriente. Inoltre è considerato un importante fornitore di prodotti avicoli e caseari per il mercato locale. La costruzione del porto di Ahmed Bin Rashid e della Free Trade Zone adiacente sottolineano infine la volontà dell’emirato di espandere ulteriormente la sua base commerciale e di attirare investimenti.

7. Ajman

Il più piccolo tra gli emirati arabi è Ajman, un emirato moderno che fornisce servizi tecnologici di ottimo livello. L’Ajman Free Zone è il punto di forza di questo emirato poiché offre diversi incentivi fiscali e prevede un’esenzione totale dai dazi all’importazione e all’esportazione. Anche l’imposta sui redditi delle persone fisiche o delle società è totalmente assente.

Rapporti con l’Italia

Negli ultimi 20 anni, l’interscambio commerciale tra Emirati Arabi e l’Italia ha sperimentato una fortissima espansione (passando da 1,3 miliardi di euro nel 1997 a 5,4 miliardi di euro nel 2016). I prodotti italiani più richiesti dagli emirati sono le cosiddette “4 F” del modello di specializzazione del Made in Italy di qualità, ossia Food, Fashion, Furniture e… Ferrari! Inoltre i macchinari per il sollevamento e la movimentazione merci, per il packaging e la lavorazione dei prodotti alimentari e, in generale, le tecnologie per il settore delle costruzioni rappresentano la maggior parte delle esportazione italiane verso gli Emirati Arabi.

Gli EAU rappresentano oggi il primo mercato di destinazione dell’export italiano fra i Paesi del Golfo ma, prima di entravi, è bene elaborare una strategia di approccio ben strutturata con piani di marketing coerenti e precise modalità di internazionalizzazione, preferibilmente individuando e selezionando adeguati interlocutori economici locali.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it

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