Dopo due anni e mezzo di negoziati, l’Unione Europea e il Vietnam hanno raggiunto un doppio accordo sugli scambi commerciali e sulla protezione degli investimenti. Vediamo nel dettaglio quali sono i termini dell’intesa che dovrebbe entrare presto in vigore.

Un decisivo e quasi storico passo in avanti nel dialogo tra l’Unione Europea e il Vietnam è stato compiuto lo scorso 17 ottobre, data in cui la Commissione Europea ha adottato una serie di accordi commerciali e di investimento con il Paese del sud-est asiatico, aprendo la strada alla loro firma e conclusione.

L’intesa, che entrerà in vigore nel corso del 2018, prevede l’eliminazione del 99% dei dazi doganali sulle merci oggetto di scambi tra le due parti, oltre che importanti novità in materia di protezione degli investimenti, ma sarà giuridicamente vincolata ad un forte impegno in materia di sviluppo sostenibile, ovvero al rispetto dei diritti umani, del diritto del lavoro, della protezione dell’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici, con un riferimento esplicito all’accordo di Parigi.

La Commissaria europea al Commercio, Cecilia Malmström, ha sottolineato “l’accurato equilibrio” dell’intesa e ha aggiunto che si tratta di un importante successo, ricordando che oltre 31 milioni di posti di lavoro europei dipendono dalle esportazioni e che quindi avere un accesso più facile ad “una delle economie a più rapida crescita dell’Asia sudorientale, con un mercato vivace di oltre 95 milioni di consumatori, una classe media emergente e una forza lavoro giovane e dinamica” rappresenta una grandissima opportunità per gli esportatori e gli investitori dell’UE, sia ora che in futuro.

Ricordiamo infatti che il Vietnam è il secondo partner commerciale dell’UE nell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (ASEAN), dopo Singapore, con un interscambio di beni e servizi pari a 51,2 miliardi di euro annui.

Ma cosa prevede nello specifico l’accordo?

Soppressione dei dazi doganali

L’accordo abolirà oltre il 99% dei dazi doganali oggi presenti. Il 65% dei dazi sulle esportazioni dell’UE verso il Vietnam sarà soppresso al momento dell’entrata in vigore, mentre il resto sarà eliminato gradualmente nell’arco di 10 anni. I dazi dell’UE sulle importazioni dal Vietnam saranno invece aboliti progressivamente in un periodo di tempo di 7 anni. Questo approccio asimmetrico tiene conto del fatto che il Vietnam è un Paese in via di sviluppo.

L’accordo consentirà inoltre di eliminare le tariffe su una serie di prodotti di esportazione chiave per l’UE, come macchinari ed apparecchiature, automobili, prodotti chimici e farmaceutici, vini e bevande alcoliche.

Rispetto all’apertura del mercato europeo ai prodotti vietnamiti, saranno progressivamente eliminati i dazi su calzature e prodotti tessili, ma potranno godere di accesso preferenziale solo i tessuti prodotti in Vietnam, con una severa applicazione delle regole di origine per evitare un massiccio ingresso di prodotti cinesi.

Per quanto riguarda invece i prodotti agricoli sensibili quali riso, mais, zucchero e tonno in scatola, non è prevista la piena liberalizzazione, ma verranno mantenute delle quote all’importazione (tariff rate quotas). A tal proposito, il consueto grido d’allarme lanciato da Coldiretti, secondo cui questo accordo (così come il Ceta ed altri simili) garantirebbe al Vietnam la “possibilità di esportare verso l’Unione Europea quantitativi illimitati di riso a dazio zero, affossando il riso italiano” sembra quanto meno esagerato se non addirittura pretestuoso dal momento che, come accennato sopra, l’intesa stabilisce espressamente che i quantitativi in entrata non saranno illimitati ma soggetti a quote.

Protezione delle indicazioni geografiche europee

Inoltre, saranno 169 i prodotti europei (fra alimenti e bevande) con un’origine geografica specifica che saranno protetti dalle imitazioni sul mercato vietnamita anche se l’accordo prevede la possibilità di aggiungere nuove IG in futuro.

Riduzione delle barriere non tariffarie alle esportazioni europee

L’accordo prevede poi disposizioni di ampia portata per affrontare gli ostacoli non tariffari nel settore automobilistico, tra cui il riconoscimento completo del certificato di conformità UE dei veicoli cinque anni dopo l’entrata in vigore dell’accordo.

Inoltre, per tener conto della crescente integrazione del mercato dell’UE, il Vietnam ha accettato il marchio di origine “Made in EU” per i prodotti non agricoli, ma anche i marchi di origine dei singoli Stati membri (ad esempio Made in Italy) continueranno ad essere accettati.

Appalti pubblici e apertura del mercato vietnamita ai prestatori di servizi dell’UE

Grazie all’accordo, le imprese dell’UE potranno partecipare alla pari con quelle nazionali alle offerte delle gare di appalto delle autorità vietnamite e delle imprese di proprietà statale.

Inoltre avranno accesso ad una vasta gamma di settori di servizi, tra cui servizi alle imprese, servizi ambientali, servizi postali e di corriere, banche, assicurazioni e trasporto marittimo.

Proprietà intellettuale

Il Vietnam si è impegnato a garantire un elevato livello di protezione su innovazioni, opere d’arte e marchi dell’UE attraverso una più rigorosa applicazione delle disposizioni. In particolare, il settore farmaceutico dell’UE otterrà un’estensione della durata di un brevetto fino a 2 anni se vi sono ritardi nell’autorizzazione all’immissione in commercio.

Promozione e protezione degli investimenti bilaterali

Il Vietnam aprirà agli investimenti nella produzione in settori chiave come prodotti alimentari e bevande, concimi e composti azotati, pneumatici e camere d’aria, guanti e prodotti plastici, materiali ceramici e materiali da costruzione.

Per quanto attiene alla protezione degli investimenti, l’accordo include norme applicabili attraverso il nuovo sistema giurisdizionale per gli investimenti e garantisce che il diritto dei governi di entrambe le parti di legiferare nell’interesse dei loro cittadini sia preservato. Queste norme andranno a sostituire gli accordi bilaterali in materia di investimenti che 21 Stati membri dell’UE hanno attualmente in vigore con il Vietnam.

L’accordo è significativo per vari ordini di motivi. A livello bilaterale già nel 2009 la Commissione ha calcolato un incremento del 2% del valore dei commerci come impatto stimato per una partnership fra Europa e un generico paese del Sud Est Asiatico. Sul piano regionale, poi, il Vietnam partecipa ad uno dei più ambiziosi e avanzati progetti di integrazione in Asia, l’ASEAN, che punta a incrementare e gestire l’interdipendenza politica e economica dei paesi del Sud-Est Asiatico. Le negoziazioni UE-Vietnam vanno dunque ad inquadrarsi all’interno di un più generale dialogo interregionale. In un’arena internazionale complessa come quella attuale, dove il baricentro sembra spostarsi sempre più verso l’area pacifica, e con attori che giocano a tutto campo, i giochi sono quindi tutt’altro che scontati.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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