Made in Italy: la partita dell’export si gioca online

Made in Italy: la partita dell’export si gioca online

26 Ottobre 2018 Categoria: Digital Export

L’e-commerce è un canale rilevante per l’export, attraverso cui le aziende italiane possono cogliere le opportunità emergenti dall’evoluzione della domanda mondiale. Saper intercettare la rivoluzione in atto sarà di vitale importanza per competere e vincere sui mercati esteri.

In linea con i trend dell’e-commerce mondiale, anche nel nostro Paese le vendite online rappresentano un fenomeno sempre più considerevole e con un perimetro d’azione progressivamente più ampio. Sebbene, in confronto ad altri Paesi più sviluppati, l’Italia non possa essere ancora definita matura e sufficientemente dinamica, l’e-commerce continua a crescere.

Secondo i dati raccolti dagli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, nel 2017 il valore della domanda e-commerce B2C in Italia ha superato i 23,6 miliardi di euro, grazie ad un incremento del 17% rispetto al 2016. Eppure, l’e-commerce B2C, che ai nostri occhi appare come il fenomeno più tangibile perché è quello che viviamo quotidianamente sulla nostra pelle, non rappresenta che la punta dell’iceberg. È di gran lunga maggiore, infatti, il valore generato dalle transazioni tra imprese, rispetto a quello tra imprese e consumatori come dimostrato dall’ultimo dato disponibile, quello del 2016, che stima il valore dell’e-commerce B2B in circa 310 miliardi.

Inoltre si sottolinea come il 2017 sia stato l’anno in cui l’e-commerce italiano di prodotti (52%) ha superato per la prima volta quello di servizi (48%). Questo risultato non è ancora sufficiente per recuperare il gap accumulato nei confronti dei principali competitor stranieri, come Regno Unito, Francia e Germania, dove gli scambi online raggiungono quote percentuali da due a quattro volte superiori (nei paesi e-commerce più maturi il peso dei prodotti arriva fino al 70%). Tuttavia, il fatto che i prodotti abbiano raggiunto un peso importante è un segnale promettente dal momento che mostra quanto il nostro e-commerce si stia “evolvendo”: è infatti più complesso vendere online prodotti fisici piuttosto che alcune tipologie di servizi dematerializzati.

Export digitale: una leva di sviluppo per le imprese italiane

L’e-commerce è dunque un tassello decisivo nella strategia commerciale delle aziende italiane sul territorio nazionale, ma lo è ancor di più se ambiscono a guadagnarsi uno sbocco internazionale o vogliono potenziare la propria presenza oltreconfine. In uno scenario globale altamente competitivo, con consumatori sempre più avvezzi alle tecnologie digitali, la scelta dell’e-commerce come canale di vendita all’estero è diventata imprescindibile.

Tuttavia, in Italia le vendite online non sono ancora del tutto affermate come strumento di espansione del proprio giro d’affari all’estero. Secondo i dati dell’Istat nel 2017, infatti, sul totale di aziende italiane attive nelle vendite via web nell’industria manifatturiera, il 95,7% ha rivolto le sue vendite soltanto a clienti residenti in Italia. Tale dato, oltre a segnalare una bassa quota percentuale di aziende attive online all’estero, ci mostra implicitamente che l’export italiano ha una connotazione ancora prevalentemente tradizionale, ossia avviene tramite canali fisici (ad esempio negozi, rivenditori) ed è intermediato spesso da importatori e/o distributori.

Nonostante ciò, i volumi sono in crescita ed una maggiore consapevolezza delle opportunità induce ad una progressiva apertura delle nostre aziende all’inclusione dei canali digitali nella propria strategia di internazionalizzazione. Alla fine del 2017, l’export online di prodotti di consumo ha infatti assunto un valore pari a circa 9,2 miliardi di euro, in crescita di 1,7 miliardi (+ 23%) rispetto al 2016. Ma anche in questo caso è il B2B a fare la parte del leone: nel 2016 l’export digitale italiano B2B ha raggiunto un valore pari a 130 miliardi di euro.

Complessivamente il potenziale di sviluppo del digital export italiano è molto promettente, soprattutto se si incrociano la qualità e la reputazione superiore di molte produzioni italiane e la tendenza in rialzo tra i consumatori esteri a comprare online anche su siti non registrati nel proprio paese d’origine. Tra i mercati più potenzialmente redditizi per l’export italiano ci sono la Cina, il Paese che ad oggi conta il numero maggiore di utenti web al mondo e dove si registra un interesse incessantemente crescente verso il design italiano ed i marchi del Made in Italy in generale, seguita da India ed USA. Considerando la propensione agli acquisti online di beni di lusso, risultano molto attrattivi anche segmenti di mercato raggiungibili online di Paesi come Thailandia, Indonesia, Turchia, Iran e dell’intera area GCC (formata dai Paesi arabi che si affacciano sul Golfo).

Oltre a puntare a questi grandi mercati, tanto attrattivi quanto complessi da gestire, le aziende italiane dovrebbero comunque continuare a guardare ai vicini Paesi europei. La Commissione Europea sta infatti lavorando per abbattere le barriere ancora esistenti allo sviluppo dell’e-commerce transfrontaliero all’interno del nostro continente, nell’ambito della strategia per il mercato unico digitale, che ha il più ampio obiettivo di stimolare la crescita delle reti digitali, dei servizi innovativi e dell’economia dei singoli Paesi europei. Tra le principali proposte della Commissione per agevolare la digitalizzazione dell’Europa ricordiamo ad esempio l’abolizione del roaming, la semplificazione del pagamento dell’IVA per i siti e-commerce e l’abolizione del geo-blocking, il blocco geografico che impedisce alcuni acquisti in base alla localizzazione dell’utente. Si tratta di una serie di segnali positivi che accrescono le possibilità di accesso al mercato globale per le aziende italiane, le quali dovranno comunque prestare molta attenzione a configurare nel modo più idoneo la propria strategia di internazionalizzazione online, scegliendo il modello di export più opportuno.

Ad esportare col digitale c’è solo da guadagnare: le imprese che hanno capito l’importanza di essere presenti sul web registrano mediamente un incremento della produttività del 10% ed hanno performance complessive migliori rispetto alle imprese che operano soltanto offline. Il web, se utilizzato propriamente, può dunque essere uno strumento complementare di straordinaria efficacia per pianificare una strategia di internazionalizzazione e penetrazione dei mercati esteri ramificata e di lungo respiro.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it

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