Il consueto aggiornamento dell’ Istat sui dati relativi al commercio estero italiano verso i Paesi extra europei mostra un avvio d’autunno a tinte fosche per l’export del Belpaese, che dopo aver fatto ben sperare nel mese di agosto, torna nuovamente a perdere terreno. Nel frattempo i nostri acquisti all’estero però aumentano…
Settembre nero per le esportazioni italiane fuori dai confini del Vecchio Continente. La flessione registrata su base congiunturale è pari al -3,7% e il bilancio appare ancora più pesante se messo in relazione all’ottima performance del mese precedente, quando le vendite di Made in Italy erano cresciute del 3,6%, soprattutto grazie alla domanda degli States che erano apparsi come il mercato più dinamico per i nostri prodotti. La flessione congiunturale delle esportazioni è estesa a quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie, con l’eccezione dei beni di consumo durevoli (+1,1%). L’energia (-13,9%) e i beni intermedi (-4,3%) registrano una marcata riduzione.
Anche nell’ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue risulta negativa (-0,6%), con un’ampia diminuzione dei beni strumentali (-3,8%).
La dinamica su base annua è ancora più sconfortante con un calo pari al -7,3% (che si riduce a -3,1% eliminando l’effetto prodotto dal diverso numero di giorni lavorativi) determinato dal crollo delle vendite verso Turchia (-31,1%), Russia (-24,9%), Medio Oriente (-18,6%), Paesi MERCOSUR (-18,3%), Giappone (-17,5%) e Cina (-17,3%). Sono in aumento le vendite di beni solo verso i Paesi ASEAN (+4,5%). La flessione è rilevante per i beni strumentali (-13,2%) e i beni di consumo durevoli (-7,1%).
È indubbio che il clima di incertezza internazionale e le relative crisi che si sono originate abbiano influito negativamente su questi andamenti, ma è vero anche che parallelamente il nostro Paese, nell’ultimo anno, ha cominciato a fare più acquisti all’estero. L’import, infatti, a settembre è aumentato del +4,1% rispetto al mese precedente (beni di consumo durevoli +18,2%, beni strumentali +6,5%), e del +6,0% nell’ultimo trimestre (energia +10,0%, beni strumentali +9,6%, beni di consumo durevoli +7,2%), ma è su base annua che si registra l’incremento più marcato: rispetto allo stesso mese del 2017 l’import è aumentato addirittura del +17,5% (che sale a +21,8% dopo la correzione per i giorni di calendario). Questa crescita è stata determinata principalmente dall’energia (+39,0%), dai beni di consumo durevoli (+33,6%) e dai beni strumentali (+21,6%). Per quanto riguarda i Paesi di provenienza, gli acquisti da Paesi OPEC (+35,5%), Paesi ASEAN (+34,1%) e Stati Uniti (+26,3%) registrano incrementi tendenziali molto più ampi della media delle importazioni, mentre sono in diminuzione quelli dai paesi MERCOSUR (-5,6%) e dal Giappone (-3,9%).
Diminuzione dell’export ed aumento dell’import, dunque, fanno sì che il saldo della bilancia commerciale con i paesi extra Ue sia prossimo al pareggio, a fronte dell’avanzo di 3,5 miliardi di settembre 2017. A settembre 2018, il saldo commerciale rimane comunque positivo, anche se si riduce a 79 milioni.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it
Infografica: Morvarid Mahmoodabadi
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