Gli hacker non vanno in vacanza: come proteggersi dagli attacchi informatici durante l’estate
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L’estate è da sempre sinonimo di vacanza per tutti… o quasi. C’è infatti un esercito di cyber ladri che, non solo non va mai in ferie, ma anzi sfrutta le nostre distrazioni di questo periodo per sferrare i propri attacchi, colpendo non solo i profili dei singoli utenti ma anche le infrastrutture di rete aziendali. Eccovi alcuni consigli utili per trascorrere una vacanza a prova di hacker!
Con l’arrivo della bella stagione in molti si preparano a partire per le ferie, chiudendo le faccende in sospeso in ufficio per dedicare più tempo ai propri hobby, al riposo e alla famiglia. Ma non tutti possono permettersi di staccare completamente la spina: sono sempre di più, infatti, i lavoratori, dipendenti o liberi professionisti, che nei mesi estivi e in vacanza sono costretti a controllare PC e smartphone per leggere le mail e per rimanere in contatto con il capo o con i colleghi… del resto si sa che “il business non va mai in vacanza!”
C’è anche qualcun altro che d’estate non va in ferie: i criminal hacker! Anzi, questo periodo dell’anno per loro è particolarmente intenso, pieno di attività e soprattutto carico di opportunità che non possono lasciarsi sfuggire. Loro andranno in vacanza più tardi e, molto probabilmente, con i soldi guadagnati dalla vendita dei nostri dati.
Complice il clima di distensione e svago, durante l’estate il livello di attenzione dedicato alla sicurezza informatica si riduce notevolmente. È proprio in questa stagione, infatti, che documenti, dati sensibili e informazioni riservate sono tenuti meno sotto controllo esponendoci a maggiori rischi di attacchi informatici.
Se è vero che ormai hacker ed organizzazioni criminali non puntano più ad attaccare le infrastrutture di rete aziendali, spesso notevolmente protette, ma il singolo utente - anche e soprattutto mentre è in ferie -, è vero anche quasi tutti utilizzano lo stesso smartphone sia per motivi personali che per accedere ai profili aziendali. Una volta entrati nel sistema operativo dello smartphone, per gli hacker contagiare il sistema aziendale è un gioco da ragazzi, per esempio attraverso i ransomware, dei virus che colpiscono i dispositivi, bloccandoli, e per la cui “liberazione” i cybercriminali richiedono un “riscatto” in denaro.
Difendere la propria azienda da possibili minacce informatiche è un investimento che ai meno esperti del settore può sembrare economicamente eccessivo. Prevenire però è sempre meglio che curare. E lo conferma l’Annual Cybersecurity Report (ACR) di Cisco, secondo cui non investire sulla sicurezza informatica per le aziende al giorno d’oggi è un doppio svantaggio. Innanzitutto perché se si subisce un attacco si produce meno. E in secondo luogo perché i costi per riprendersi dopo una “visita amichevole” di cyber criminali sono molto più alti delle spese per la prevenzione di queste minacce. Stando ai numeri Cisco, il 22% delle aziende ha perso clienti dopo aver subito un attacco informatico. Una violazione, infatti, interrompe il rapporto di fiducia instauratosi nel tempo. E frena anche i possibili nuovi clienti.
Gli attacchi hacker e i furti di dati costano alle aziende italiane quasi 900 milioni di dollari. Lo ha stimato il Center for Strategic and International Studies di Washington, che mette l’Italia tra i primi dieci paesi nella classifica internazionale sui rischi e danni causati dal cybercrime.
Quali sono dunque gli accorgimenti da prendere sotto l’ombrellone?
Il miglior consiglio che possiamo darvi tuttavia è di non lasciare a casa il buon senso. La miglior difesa anche nel periodo delle vacanze è usare con consapevolezza e attenzione le nuove tecnologie e gestire con accortezza i nostri dati personali, ricordando semplici regole che tutti possono mettere in campo.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Miriam Castelli, redazione@exportiamo.it
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