Le fiere sono uno strumento essenziale per le PMI che guardano con interesse ai mercati esteri. I saloni internazionali sono in effetti un canale privilegiato per tutte quelle imprese che vogliono provare a mettersi in vetrina e richiedono investimenti tutto sommato limitati rispetto ai potenziali guadagni che ne potrebbero scaturire.

Fino a poco tempo fa partecipare ad una manifestazione fieristica era soltanto una delle attività di marketing a disposizione delle Pmi per promuovere i propri prodotti sui mercati esteri. L’obiettivo era essenzialmente uno: fare networking entrando in contatto con nuovi mercati, allacciare rapporti con potenziali clienti e migliorare la propria brand identity.

Tuttavia con l’evoluzione dei mercati – spinta dalle innovazioni tecnologiche che hanno portato allo sviluppo di nuovi strumenti di business intelligence e data analysis – le fiere stanno cambiando e per questo le aziende avvertono l’esigenza di possedere informazioni aggiornate e risorse adeguatamente formate.

Sostituire completamente gli incontri face to face appare impossibile, ma bisogna necessariamente considerare l’importanza della tecnologia digitale che sta rivoluzionando molti settori.

Operatori fieristici

Oramai i visitatori si “aspettano” – nel partecipare ad eventi fieristici di portata internazionale – che la loro attenzione venga catturata attraverso strumenti nuovi e moderni. In questo senso l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane (Aefi) ed il Comitato fiere industria (Cfi) sostengono la modernizzazione della comunicazione del settore fieristico italiano consapevoli che i nuovi media rappresentano un importante strumento promozionale. Ma i principali investimenti arrivano dall’estero: ad esempio la fiera di Francoforte ha già investito quasi un miliardo di euro negli ultimi dieci anni per la modernizzazione dei suoi quartieri espositivi.

Wi-fi, segnaletica digitale e wayfinding, servizi di e-ticketing, nuove soluzioni di ingresso, sistemi avanzati di security, gestione del traffico e della logistica, matchmaking. Questi sono alcuni degli strumenti digitali utilizzati per guidare espositori e visitatori tra gli stand delle fiere internazionali.

Le aziende espositrici

Le aziende partecipanti a questo tipo di eventi devono quindi aggiornarsi investendo maggiormente su strumenti d’ultima generazione ed effettivamente già oggi molte di esse hanno iniziato ad usare nuove applicazioni dedicate al business digitale.

Inoltre alcuni di questi strumenti rendono più efficiente la vendita degli spazi, consentono di gestire più semplicemente il “parco espositori” e rendono virtualmente fruibili molti eventi fieristici, specialmente attraverso il crescente uso dei social network.

Paesi come Inghilterra, Germania, Cina e Stati Uniti – che investono molto nelle fiere come strumento di internazionalizzazione – si dimostrano maggiormente consapevoli dell’importanza della digitalizzazione e della modernizzazione al fine di attirare l’attenzione di visitatori potenziali e clienti.

Il Belpaese, dal canto suo, continua a puntare molto sullo strumento fieristico per riuscire a valorizzare il Made in Italy e – in base ai dati forniti dall’AEFI – le fiere italiane generano affari per 60 miliardi di euro dando origine a ben il 50% dell’export delle aziende nostrane che vi partecipano.

Per comprendere meglio lo sviluppo del settore è bene leggere la ricerca svolta dall’Associazione Mondiale dei Quartieri e Organizzatori Fieristici (Ufi) sullo stato delle attività digitali nel settore fieristico a livello globale.

Da tale studio emerge che due partecipanti su tre hanno usato servizi e/o applicazioni digitali: fra le aziende tedesche la percentuale è stata pari al 100%, fra quelle brasiliane l’82% mentre le imprese di Stati Uniti, Russia e Thailandia si sono “fermate” al 73%.

Inoltre il 55% delle aziende intervistate ha dichiarato di star compiendo sforzi per una maggiore digitalizzazione e fra queste Tailandia (73%), Cina (71%) e Germania (69%) risultano essere i mercati più avanzati. Il 25% del campione ha poi riferito di aver sviluppato una strategia di trasformazione digitale per l’intera azienda: fra le prime imprese spiccano quelle messicane (58%) e statunitensi (45%).

Infine è emerso che un’azienda su cinque ha creato una funzione designata (come Chief Digital Officer) nelle aree del top management con in testa le imprese cinesi (33%) e tedesche (31%). Il 20% del campione ha infine dichiarato di aver “lanciato” prodotti digitali non direttamente correlati alle esposizioni esistenti, sviluppo particolarmente visibile fra le aziende britanniche (50%) e statunitensi (36%).

In conclusione la digitalizzazione è importante sia per le aziende sia per il settore fieristico e, come sottolinea il presidente Aefi, Ettore Riello, “le manifestazioni italiane per continuare ad essere competitive non devono smettere di innovare proponendo format sempre nuovi che offrano a espositori e visitatori un’esperienza a 360 gradi, che sia il giusto mix tra esposizione, formazione e digital”.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it

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