Sace Simest, il polo dell’export e dell’internazionalizzazione del gruppo CDP, apre un ufficio a Shanghai con l’obiettivo di offrire alle imprese italiane un punto di riferimento su cui contare per sviluppare i propri piani di crescita nella Cina continentale e nei mercati limitrofi di Corea, Taiwan, Giappone e Mongolia.

Con un interscambio pari a 42 miliardi di euro e oltre 1.700 aziende italiane attive, l’Italia, spiega il Polo di CDP, “è già il quarto partner commerciale della Cina e ha tutto il potenziale per crescere ulteriormente”, complici la complementarità tra il know-how tecnologico e industriale italiano e le esigenze dello sviluppo cinese; l’appeal esercitato dal Made in Italy sulla classe media in crescita e i nuovi progetti transnazionali (come la Belt and Road Initiative, BRI) in cui la Cina svolge un ruolo propulsivo sia a livello regionale che mondiale.

Dopo aver toccato quota 13,5 miliardi di euro nel 2017, con un aumento del 22% rispetto all’anno precedente, l’esportazione di prodotti Made in Italy nel Paese continuerà a crescere, assicurano SACE e SIMEST, raggiungendo “un +12,3% nel 2018 e un +8,8% medio annuo anche nei successivi tre anni“.

In questo contesto, l’ufficio di Shanghai, inaugurato lo scorso 26 giugno, farà da punto di riferimento e di intermediazione con i principali stakeholder economico-finanziari cinesi - banche, autorità e agenzie specializzate - per sostenere le imprese italiane, assicurando le transazioni dai rischi politici e di mancato pagamento, rendendo più conveniente l’acquisto di prodotti italiani da parte di buyer internazionali, facilitando la realizzazione di grandi progetti di interesse comune con il coinvolgimento di aziende italiane, sia in Cina che in Paesi terzi, nell’ambito della Belt and Road Initiative e non solo.

Il Polo sosterrà inoltre gli investimenti italiani, sia finanziariamente che con apporti di capitale, contando già sulla partecipazione al capitale di 50 filiali cinesi di imprese italiane da parte di SIMEST. Aiuterà infine i piani di crescita delle tante imprese italiane che, con centri di produzione e management italiane, hanno visto l’ingresso di capitali cinesi.

Tra settori di collaborazione vi sono in particolare quelli dei macchinari e delle tecnologie industriali in cui eccellono le aziende italiane, specialmente i macchinari per l’industria agroalimentare; l’assistenza sanitaria, ospedali e prodotti farmaceutici e i servizi turistico-culturali. Le infrastrutture e le costruzioni restano un settore di punta soprattutto in ampio numero di Paesi, dall’Africa all’America latina, dove le società cinesi stanno investendo in maniera consistente e dove le imprese italiane hanno una expertise consolidata.

Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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