L’IMD World Competitiveness Center è un gruppo di ricerca della business school IMD in Svizzera che ogni anno pubblica la classifica delle migliori economie del mondo in base a 258 indicatori.
Le prime cinque economie più competitive del mondo (su 63) sono: Stati Uniti, Hong Kong, Singapore, Olanda e Svizzera. Sono le stesse dello scorso anno, ma l’ordine è cambiato: gli USA tornano primi, migliorando la performance dell’anno scorso di tre posizioni.
Il ritorno degli Stati Uniti al vertice è trainato dalla loro forza in termini di performance economica e di infrastrutture, per cui risultano primi, mentre Hong Kong adotta un approccio leggermente diverso, sfruttando il primato che deriva dall’efficienza del governo e delle imprese.
I progressi compiuti dai Paesi Bassi mostrano un percorso “equilibrato” verso la competitività, che li colloca tra i primi 10 in termini di risultati economici, di efficienza delle amministrazioni e delle imprese. La Svizzera perde posizioni soprattutto a causa del rallentamento delle esportazioni e, in misura minore, dell’aumento della percezione dei rischi di delocalizzazione degli impianti di ricerca e sviluppo.
I restanti posti nella top 10 sono occupati da Danimarca, Emirati Arabi, Norvegia, Svezia e Canada.
Non sono mancati i successi di Austria (18°) e Cina (13°) che migliorano notevolmente la loro posizione rispetto allo scorso anno, rispettivamente di sette e cinque posizioni. Il professor Arturo Bris, direttore dell’IMD World Competitiveness Center, afferma che “la crescita economica, la riduzione del debito pubblico e l’aumento della produttività delle imprese consentono all’Austria di progredire. Nel caso della Cina, gli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali e il miglioramento di alcuni aspetti istituzionali, come il quadro giuridico e normativo, ne aumentano le prestazioni”.
L’Italia si è collocata solo al 42esimo posto, riuscendo però a guadagnare due posizioni rispetto all’anno scorso.
Le economie che occupano le cinque posizioni più basse (Ucraina, Brasile, Croazia, Mongolia e Venezuela) mostrano un lieve cambiamento nelle loro prestazioni, soprattutto nei paesi che hanno attraversato una fase di crisi economica e politica negli ultimi anni. Il miglioramento del Brasile, che troviamo al sessantesimo posto, è il primo dal 2010 grazie a un cambiamento positivo del PIL reale e dell’occupazione.
Arturo Bris osserva: “I paesi ai primi posti della classifica condividono una performance superiore alla media con tutti i fattori di competitività, ma il loro mix di competitività varia. Un’economia, ad esempio, può costruire la sua strategia di competitività attorno a un aspetto particolare come le sue infrastrutture materiali e immateriali; un’altra può avvicinarsi alla competitività attraverso la loro efficienza governativa”.
Fonte: a cura della redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it
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