Quello uzbeko è probabilmente un mercato poco conosciuto, ma può contare su un bacino di 32 milioni di consumatori e un ottimo potenziale di sviluppo grazie alle recenti riforme e alla progressiva apertura al commercio internazionale.

Le relazioni economiche tra Uzbekistan e Italia sono buone e la bilancia commerciale registra un surplus costante per le imprese nostrane. L’Italia è fornitore di tecnologie di quello che risulta essere lo stato più popoloso dell’Asia Centrale e contribuisce attivamente alla modernizzazione degli impianti del comparto tessile.

È proprio in questo stimolante contesto di collaborazione internazionale che negli ultimi mesi sono stati raggiunti nuovi obiettivi: la più grande fabbrica dell’Asia Centrale per la produzione di porte interne e arredamento è stata aperta a Tashkent lo scorso 26 aprile. L’intero complesso è stato costruito ed equipaggiato con le attrezzature high–tech dall’azienda italiana SCM Group, uno dei principali leader mondiali nelle tecnologie industriali avanzate nella lavorazione del legno.

È stata avviata la produzione di porte interne di marchio Porte Mio e Dorro, nello stabilimento che ha una superficie di oltre 23 mila metri quadrati dove lavorano più di 300 esperti tra stranieri e autoctoni.

“L’apertura della fabbrica del Gruppo Binket è un evento importante non solo per il mercato uzbeko, ma per l’intero mercato centroasiatico. L’azienda SCM ha fornito attrezzature per lo stabilimento ad alta produttività di oltre 1000 porte per turno di lavoro, abbinando numerose tecnologie in un’unica catena efficiente” ha commentato Paolo Lombardini, Amministratore Delegato di SCM Group nei mercati dell’Europa Orientale e dell’Asia Centrale.

Un altro importante arrivo nel paese è quello dell’Istituto di credito italiano CRIF: infatti, il Centro Analitico di Informazioni e Credito presso l’Associazione delle Banche dell’Uzbekistan e l’Istituto di Credito CRIF hanno firmato un accordo attraverso cui il partner italiano contribuirà a sviluppare l’infrastruttura finanziaria del paese, mirando a semplificare l’accesso delle persone fisiche e giuridiche alle forme di credito. L’istituto CRIF acquista il 35% del capitale sociale dell’ufficio crediti dell’Uzbekistan e le agenzie di credito dei due paesi costituiranno una società mista.

Le società italiane che intendono aprirsi a un mercato asiatico possono considerare positivamente gli investimenti in Uzbekistan; in particolare, per penetrarne il mercato, dovrebbero considerare i comparti per cui la domanda locale non viene soddisfatta dalle produzioni domestiche come i prodotti farmaceutici, articoli in materie plastiche, componenti automotive, articoli in carta e beni strumentali.

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Fonte: a cura della Redazione di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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