La Banca Mondiale e le opportunità offerte attraverso le gare internazionali

La Banca Mondiale e le opportunità offerte attraverso le gare internazionali

16 Maggio 2018 Categoria: Marketing Internazionale

Si è svolto il 14 maggio, all’interno della Sala Conferenze Internazionali del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale l’evento “Banca Mondiale-International Finance Corporation, Opportunità per le imprese italiane”, con l’obiettivo di favorire la conoscenza e la partecipazione delle aziende italiane alle gare finanziate da istituzioni multilaterali. Sono intervenuti esponenti di Banca Mondiale e International Finance Corporation, Ministero dell’Economia e della Finanza, Cassa Depositi e Prestiti e Simest.

La conferenza è stata aperta dal Direttore Generale per la promozione del Sistema Paese, Vincenzo De Luca, che ha ricordato, nel suo discorso introduttivo, il grande contributo del MAECI nel processo di internazionalizzazione delle imprese italiane. Tutti gli strumenti messi in atto dal Sistema Italia a favore della competitività delle PMI hanno permesso, nel 2017, di far crescere a ritmo serrato il valore dell’export raggiungendo i 448 miliardi di euro. La crescita delle nostre esportazioni espresse in valore è stata, secondo l’Istat, del 7,4% rispetto al 2016, un risultato superiore rispetto a quello registrato da Germania (+6%) e Francia (+4%). Dopo il 2008 questo è un risultato notevole per le aziende italiane.

Oggi le gare internazionali coprono da sole il 15-20% del budget di organizzazioni pubbliche quali governi, regioni, enti locali sia a livello nazionale sia in Europa, ma in Italia le modalità di accesso a queste opportunità e alle prospettive di sviluppo che potrebbero essere determinanti per il proprio business è ancora un argomento poco conosciuto.

Il settore invece è di grande interesse se si pensa che la Banca Mondiale finanzia in media circa 6.000 contratti all’anno (relativi a lavori civili, fornitura di beni e servizi di consulenza) per un valore totale pari a circa 20 miliardi di dollari, e nel 2017 l’Italia se ne è aggiudicati solo 38 per un valore di cira 72 milioni (circa lo 0,02% del totale) collocandosi al 25mo posto (nel 2016 era al 16mo posto), anche se considerando invece il periodo 2011-2018 sale in classifica al quarto posto, e al secondo posto tra i Paesi Europei dopo la Spagna.

La Banca Mondiale è la più importante banca multilaterale di sviluppo al mondo nata nel 1944 e che conta oggi un portafoglio di oltre 1.800 progetti finanziati in 172 Paesi emergenti per un ammontare di circa 62 miliardi di dollari.

Tra le sue funzioni, oltre a quella di gestire il prestito di danaro ai Paesi, in genere appartenenti al sud del mondo, e pianificare il saldo del debito, c’è il tentativo di favorire la stabilità dell’economia,l’avvio di profonde riforme sociali e la costruzione di infrastrutture come strade e porti. Queste ultime attraverso gare internazionali (cd procurement).

Durante la conferenza, Enzo De Laurentiis, Capo dell’ufficio procurement della Banca Mondiale, ha evidenziato come sia cambiata negli anni la pratica del procurement, sottolineando che Banca Mondiale chiede alle imprese di adeguare le strategie e le specifiche tecniche che possiedono per il mercato che interessa loro. Ma soprattutto, rispetto al passato, le offerte non sono più valutate secondo il prezzo e quindi non viene più scelta l’opzione con il prezzo inferiore, ma quella che guarda alla sostenibilità, all’innovazione e alla qualità del servizio. Migliorano le procedure e le modalità operative per la fornitura di beni e servizi al GBM nei diversi settori.

Richiamando uno studio, un po’ datato del Ministero dello Sviluppo Economico seppur attuale, le cause alla base della scarsa partecipazione da parte delle imprese italiane alle gare della Banca Mondiale sono da rintracciare nella scarsa conoscenza delle opportunità, i costi di partecipazione, percepiti spesso come eccessivi, la difficoltà nel comprendere le condizioni contrattuali, gli standard tecnici troppo elevati, l’ammontare delle fideiussioni richieste e le difficoltà nel ricercare un partner locale e/o un agente locale. Le imprese italiane tendono inoltre a partecipare meno in joint venture rispetto alle imprese degli altri Paesi, anche se spesso le JV – specie se costituite con imprese locali – facilitano l’aggiudicazione della gara.

Per chiudere con una espressione utilizzata da Giorgio Marrapodi, Direttore Generale per la Cooperazione e lo Sviluppo della Farnesina durante il convegno “c’è molto spazio per fare di più. Dobbiamo tornare a guardare con attenzione alle opportunità che la Banca Mondiale offre”; l’invito è per le aziende che devono informarsi di più e verificare le opportunità sui siti delle relative istituzioni.

Fonte: a cura di Exportiamo, redazione@exportiamo.it

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