Secondo gli ultimi dati diffusi da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, nel 2017, il livello degli investimenti totali, cioè quelli che comprendono sia gli investimenti pubblici sia quelli del settore privato, da parte dei paesi membri dell’Unione è stato pari a circa 3.100 miliardi di euro.
Le costruzioni hanno rappresentato circa la metà di questi investimenti insieme a macchinari, attrezzature e armi (31%), a seguire il comparto legato ai prodotti di proprietà intellettuale (19%) che ha registrato l’aumento maggiore degli investimenti rispetto al totale.
Nel complesso, gli investimenti totali sono stati pari al 20,1% del PIL nel 2017, rispetto al 22,4% di dieci anni fa, poco prima della crisi economica e finanziaria. Il calo degli investimenti è ancora più pronunciato nella zona euro: dal 23,2% nel 2007 al 20,5% nel 2017 (-2,7%).
Vediamo alcuni numeri: tra gli stati membri dell’Unione europea, i risultati migliori per il 2017 sono stati raggiunti da Repubblica Ceca e Svezia, dove il livello degli investimenti è stato di circa un quarto del PIL, rispettivamente 25,2% e 24,9%.
Anche Estonia (23,7%), Austria (23,5%), Irlanda (23,4%), Belgio (23,3%), Romania e Finlandia (entrambe 22,6%) e Francia (22,4%) hanno registrato tassi di investimento superiori al 20% del PIL.
Al contrario, il peggior rapporto livello degli investimenti/PIL è stato rappresentato dalla Grecia (12,6%), seguita da Portogallo (16.2%), Gran Bretagna (16.9%), Lussemburgo (17.0%), Italia (17.5%) e Polonia (17.7%).
Tra il 2007 e il 2017 il rapporto investimenti/PIL è diminuito in 24 dei 28 Stati membri dell’UE. Nel corso di questo decennio, i cali più significativi sono stati registrati in Lettonia (19,9% nel 2017 contro 36,4% nel 2007, pari a -16,5%), Grecia (-13,4%), Estonia (-12,9%), Romania (-12,5%), Spagna (-10,4%), Slovenia (-10,3%), Lituania (-9,8%) e Bulgaria (-9,1%).
Al contrario, il rapporto è leggermente aumentato tra il 2007 e il 2017 in Svezia (dal 23,9% del PIL nel 2007 al 24,9% nel 2017, pari a +1,0%), Austria (+0,6%) e Germania (+0,2%), mentre è rimasto quasi stabile in Belgio (+0,1%).