Si è tenuto a Buenos Aires lo scorso 19 e 20 marzo il summit del G-20 che ha visti riuniti i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali delle 20 più floride economie del mondo. Protezionismo, web tax e bitcoin sono stati gli argomenti più dibattuti sul tavolo delle discussioni.
Il summit - il primo della presidenza argentina del G20 – si è svolto in un’atmosfera tesa, resa tale dalla imminente entrata in vigore dei dazi doganali pesanti soprattutto per la Cina e da cui tutti, Europa compresa, cercano di fuggire.
Il comunicato ufficiale a conclusione dei lavori del G-20 apre positivamente descrivendo i progressi che a livello mondiale hanno fatto le principali economie del mondo, favorendo una crescita globale sincronizzata e un incremento degli scambi e degli investimenti. Tuttavia, non mancano motivi di preoccupazione a livello globale.
“Le tensioni economiche e geopolitiche legate alle misure protezionistiche mettono a rischio la crescita globale. Abbiamo discusso dei principali rischi per le prospettive, tra cui le vulnerabilità che potrebbero essere il risultato di un inasprimento delle condizioni finanziarie più rapido delle tensioni economiche e geopolitiche”, si legge nel documento diffuso tre giorni prima dell’entrata in vigore dei dazi doganali statunitensi sulle importazioni di acciaio (25%) e di alluminio (10%).
“Il commercio internazionale e gli investimenti sono motori importanti di crescita, produttività, innovazione, creazione di posti di lavoro e sviluppo, stiamo lavorando per rafforzare il contributo del commercio alle nostre economie”, hanno spiegato i più grandi economisti del mondo. Questo slancio positivo sul commercio internazionale non è bastato e Donald Trump ha confermato l’applicazione dei dazi doganali alla Cina, che si era già prontamente coperta le spalle imponendo dei “contro-dazi” su 128 prodotti importati nello stato dagli Stati Uniti.
Per l’Italia ha parlato il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan che a margine dei lavori si è mostrato fiducioso sulla possibilità di individuare una soluzione alla questione dei dazi che in questi giorni tiene in scacco i mercati. Il ministro ha affermato in un’intervista a Bloomberg: “C’è un comune sentire: non ci sono vincitori in una guerra commerciale. Stati Uniti, Europa, Cina e gli altri grandi devono evitare di intraprendere passi che possano indebolire il sistema commerciale mondiale. L’Europa parla con una voce sola: vuole evitare qualsiasi frizione e trovare una soluzione”.
Un altro tema che crea tensione nell’asse Stati Uniti ed Europa è la tassazione dei giganti commerciali Google, Amazon, Facebook, Apple, i cosiddetti Gafa, per cui i ministri si sono impegnati a trovare una soluzione entro il 2020 come si legge nel comunicato elaborato alla fine dei lavori. “Abbiamo compiuto progressi sostanziali in materia di trasparenza fiscale. Ulteriori passi per implementare gli standard di trasparenza e i requisiti per lo scambio di informazioni a fini fiscali avranno luogo quest’anno”, si legge ancora nel documento.
Il commissario europeo Pierre Moscovici a Buenos Aires prima ancora dell’apertura dei lavori del G20 aveva rassicurato gli Stati Uniti sulla sua proposta di tassazione dei colossi digitali: “Non è una misura antiamericana. Stiamo definendo una strategia per la tassazione dei giganti digitali nel loro insieme, indipendentemente dalla loro nazionalità”, ha aggiunto.
I ministri del G20 lanciano poi l’allarme sulle cripto-valute chiedendo di evitare che vengano utilizzati per il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo. Piuttosto, tecnologia e digitalizzazione stanno rimodellando radicalmente l’economia globale e per questo occorre trovare un modo per armonizzare i nuovi approcci alla regolamentazione dei singoli stati.
Dunque, le tematiche affrontate al tavolo delle trattative tra i ministri delle più sviluppate economie del mondo sono stati molteplici e in questo contesto non poteva mancare la valutazione della moneta digitale che crea non poche preoccupazioni a livello mondiale: “Le criptovalute non realizzano le funzioni chiave di una moneta sovrana”, sostengono i Grandi, evidenziando le “implicazioni per la stabilità finanziaria”. I ministri hanno invitato le istituzioni come il Financial Stability Board (Fsb) “a proseguire nel monitoraggio delle cripto-attività e i loro rischi e a valutare una risposta multilaterale, se necessario”.
Il ricorso alla moneta digitale spaventa gli stati nazionali poiché si pone come veicolo potenziale per riciclaggio di denaro, evasione fiscale, finanziamento del terrorismo e narcotraffico.
Ciò è emerso è stato un primo riconoscimento ufficiale del ruolo positivo delle cripto-valute, definite strumento utile per l’economia mondiale pur senza essere equiparate a vere e proprie monete. In questo senso probabilmente il ricorso alla tecnologia Blockchain potrebbe essere utile per validare le transazioni tra anonimi senza necessità di un’autorità centrale. “La questione è un importante punto dell’agenda di incontri, i delegati considereranno una risposta comune che ambisce a mitigare i rischi senza scoraggiare l’innovazione”. La Blockchain, dice il testo, “ha il potenziale per promuovere l’inclusione, ma è importante analizzare le implicazioni per la stabilità finanziaria, l’evasione e attività finanziarie illecite”. Il Giappone è stato il primo paese a creare un sistema nazionale di supervisione al trading di criptovalute, il cui valore in circolazione è cresciuto nell’ultimo anno.
Secondo un funzionario coinvolto nei colloqui, contattato da Reuters, le possibilità che i leader finanziari del G20 riescano a concordare specifiche regole globali sono remote, viste le forti differenze nell’approccio di ciascun paese.
Se per gli stati nazionali è tutto sommato condivisa la volontà di trovare una cornice regolamentare per contrastare l’evasione fiscale, tra i banchieri privati e i banchieri centrali invece la confusione è molta e definiscono la nuova moneta: “uno schema Ponzi”, “una bolla”, “una frode”. Tuttavia le posizioni sono varie e sembra essere lontano il momento in cui trovare una risposta univoca e coerente sul tema.
Nel corso del G-20 sono stati analizzati i rischi legati alla volatilità nei tassi di cambio. “Una volatilità eccessiva o movimenti disordinati nei tassi di cambio possono avere implicazioni negative per la stabilità economica e finanziaria”, scrivono i ministri che si impegnano ad astenersi “da svalutazioni competitive”.
Intanto, il governo di Tokyo ha deciso la sede e la data ufficiale del prossimo summit del G-20 – il primo che avrà luogo in Giappone. L’incontro avverrà a Osaka dal 28 al 29 giugno del prossimo anno, durante il quale il Giappone assumerà la presidenza di turno per la prima volta. L’esecutivo ha scelto le sedi ministeriali per gli incontri programmatici, tra le quali Fukuoka, scelta per il raduno dei ministri dell’Economia e dei banchieri centrali.
Fonte: a cura di Exportiamo, Claudia Cavaliere, redazione@exportiamo.it
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