L’Italia rappresenta il principale Paese investitore in Romania, per numero di aziende registrate, da oltre 10 anni. I settori in cui poter incrementare la presenza imprenditoriale italiana sono in aumento anche grazie alle opportunità offerte da fondi europei, programmi di privatizzazione, dall’ammodernamento della rete infrastrutturale e dei trasporti e dalle elevate disponibilità di risorse agricole e minerarie.

Quali sono le forme societarie?

Il sistema normativo rumeno, sotto diversi aspetti, è molto simile a quello italiano.
Infatti, ai sensi dell’art. 1, comma 1, della legge 31/1990, le persone fisiche o giuridiche possono esercitare l’attività economica in Romania mediante la costituzione di società aventi personalità giuridica.

Il successivo art. 2 della citata legge stabilisce espressamente che possono essere costituite società aventi una delle seguenti forme giuridiche:
– Società in nome collettivo (SNC);
– Società in accomandita semplice (SAS);
– Società a responsabilità limitata (SRL);
– Società in accomandita per azioni (SAA);
– Società per azioni (SA).

La forma societaria più diffusa in Romania (nonché consigliata) è quella delle Società a Responsabilità Limitata. La scelta di tale forma societaria, infatti, consente di dare vita a persone giuridiche dotate di autonomia patrimoniale perfetta (dei debiti sociali risponde esclusivamente la società con il suo patrimonio) “più leggere” rispetto alle società per azioni.

Come si costituisce una Società a Responsabilità Limitata?

Per la costituzione di una Srl, attualmente la forma più diffusa, le pratiche possono essere espletate dagli uffici legali delle Camere di Commercio territoriali. Il costo è di circa 300 Euro per le spese di registrazione e di circa 500 Euro per l’onorario del professionista che si occupa del contratto di costituzione della società. Ai fini della registrazione di una società è obbligatorio il versamento del capitale sociale, il cui ammontare minimo prescritto é di 200 RON (circa 45 euro); il capitale è diviso in quote sociali uguali di valore non inferiore a 10 lei (circa 2,3 euro/quota).

Il numero minimo di soci è due con un massimo di cinquanta. L’applicazione del regime speciale della società unipersonale è possibile, anche nel caso in cui il socio unico sia un’altra società, purché non un’altra società a responsabilità limitata unipersonale.

In sede di registrazione lo statuto della società deve indicare:
- il nome completo, il luogo e la data di nascita, il domicilio e la cittadinanza dei soci che siano persone fisiche;
- la denominazione, il marchio e logo e la sede della società e dei soci che siano a loro volta società;
- le regole di distribuzione dei profitti e delle perdite;
- l’oggetto sociale;
- le sedi secondarie di branch, gli agenti e gli uffici di rappresentanza;
- la durata della società;
- le regole di liquidazione e scioglimento;
- la tipologia di società;
- il capitale sottoscritto e versato, i conferimenti in danaro e in natura, il valore di stima di quelli in natura e le date di finale versamento del capitale;
- il valore ed il numero delle quote;
- l’amministratore delegato, la sua natura di persona fisica o giuridica, i poteri conferiti e la specificazione se il conferimento dei poteri è congiunto o disgiunto;
- la durata della società;
- i metodi di scioglimento e liquidazione della stessa.

Le pratiche per la costituzione di una società possono essere effettuate anche da avvocati o commercialisti locali ad un costo superiore, da contrattare in base alle diverse esigenze.

Qual è il costo per il personale?

Secondo i dati riportati dall’Istituto Nazionale di Statistica, nel mese di marzo 2016, lo stipendio lordo medio mensile per dipendente è stato di 2.829 lei (pari a circa 630 euro) mentre lo stipendio netto medio mensile è stato di 2.051 lei (pari a circa 460 euro), in aumento del 12,1% rispetto al corrispondente mese del 2015.

I valori netti più alti sono stati registrati nel settore di produzione di prodotti di tabacco (1.420 euro), mentre i più bassi nel settore alberghiero e della ristorazione (260 euro).
Ogni anno, tramite decisione governativa, viene fissato lo stipendio minimo lordo garantito a livello nazionale. Lo stipendio minimo che i datori di lavoro sul territorio della Romania devono garantire ai propri dipendenti non deve essere inferiore allo stipendio minimo lordo a livello nazionale.

Quali sono i Settori più attrattivi?

Agroindustria

Costituisce un asset strategico per l’economia del Paese, alla quale contribuisce con una quota consistente del PIL. Gli investitori stranieri risultano essere molto interessati a questo comparto in considerazione di diversi fattori quali: la buona qualità del terreno, il suo costo particolarmente contenuto rispetto alla media degli altri Paesi europei, la possibilità di accedere ai fondi dell’Unione Europea e le opportunità dischiuse dalla PAC 2014-2020. Le Autorità romene puntano sulla ristrutturazione delle piccole e medie imprese agricole e, al contempo, sull’ammodernamento del sistema d’irrigazione e sullo sviluppo dei servizi legati alla agricoltura quali l’agro-processing, soprattutto in segmenti in cui il nostro Paese eccelle come, ad esempio, quello della c.d. “catena del freddo” e del packaging. L’Italia, infatti, occupa la prima posizione nella classifica dei principali Paesi investitori in terreni agricoli romeni, con quasi il 30% del totale della superficie agricola detenuta da stranieri in Romania.

Manifattura

Dopo un periodo di declino causato dalla crisi finanziaria, nel 2011, il fatturato del settore industriale ha ricominciato a crescere, grazie soprattutto alla ripresa della produzione manifatturiera. Quello manifatturiero è, infatti, il settore che, negli ultimi anni, ha mostrato maggiore dinamicità, con risultati particolarmente rilevanti nei comparti dell’automotive, della lavorazione dei metalli, della produzione di motori elettrici e turbine e degli impianti petroliferi ed energetici. Da questo punto di vista gli investimenti italiani nel settore industriale hanno fornito un contributo eccezionale alla crescita del Paese, in un primo momento soprattutto attraverso l’impegno di piccole e medie imprese (PMI), che hanno svolto un ruolo pionieristico, già venticinque anni fa, nell’avvicinarsi al nascente mercato romeno; in seguito, tramite l’interesse crescente di grandi gruppi industriali.

Trasporti

Il Governo romeno ha adottato un Master Plan Generale dei Trasporti approvato dalla CE. Si tratta di un documento-chiave che stabilisce la strategia della Romania per la costruzione e l’ammodernamento dell’infrastruttura dei trasporti (terrestre, ferroviario, navale e aereo) entro il 2030 necessaria anche all’erogazione da parte del’UE dei fondi comunitari in tale strategico settore. In Romania operano da anni aziende italiane leader nel settore dei trasporti (ferrovie, strade, autostrade) come Astaldi, Italferr, Pizzarotti, Tirrena Scavi, Impregilo-Salini e Secol, molte delle quali si sono aggiudicate importanti commesse negli ultimi anni e continuano, malgrado numerose difficoltà legate al ritardo nei pagamenti, e alla partecipazione a nuove gare.

In sintesi, aprire una società in Romania è abbastanza semplice: non sono richiesti ingenti capitali, il costo della manodopera e delle commodity è basso ed i settori in cui poter investire sono molti. Un possibile ostacolo potrebbe essere la diversità della lingua, che però può essere facilmente evitato assumendo degli interpreti o del personale bilingue.

Fonte: a cura di Exportiamo, Giancarlo Cabillon, redazione@exportiamo.it

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