Con la ripresa economica si rafforza l’export italiano nel mondo: ecco le nuove possibilità di commercio per il Made in Italy in Asia, premiato per la qualità dei propri prodotti.

All’inizio del 2017 quando si parlava dell’andamento dell’export a livello globale, le prime stime, non erano poi così rosee. Tuttavia esse sono state completamente smentite perché da una crescita ipotizzata del +4,2% si è passati ad una crescita reale del +7,4%.

La ripresa dello scambio di merci a livello globale ha riguardato prima di tutto quei Paesi che di esportazioni “sopravvivono” e fra questi non può che figurare anche l’Italia.

Nel 2017 la Penisola si è posizionata infatti come sesto Paese per quantità esportate e quinto per valori delle stesse (entrambi i dati sono stati diffusi dallo studio annuale della CIA World Factbook https://www.cia.gov/library/publications/the-world-factbook/rankorder/2078rank.html).

La crescita dell’export è dovuta alla sempre maggiore richiesta di prodotti artigianali sottoposti a standard di qualità più elevati, caratteristiche per i quali i prodotti italiani sono da sempre apprezzati.

Inoltre il Belpaese si è posizionato al sesto posto nell’annuale rapporto Made in Country Index, che considera la qualità dei prodotti di un determinato stato ed esamina quanto positivamente i ‘’made in’’ siano percepiti dai consumatori degli altri paesi. Davanti all’Italia ci sono solo Germania, Svizzera, Giappone, Svezia e Regno Unito.

Nei Paesi in cui si punta all’esportazione di prodotti di alta qualità la produzione è fortemente condizionata dal mercato di destinazione e dal tipo di prodotto esportato.

La crescita del Made in Italy

Tra le mete di destinazione dei nostri prodotti appare molto rinvigorita l’antica via della seta, quella del Milione di Marco Polo che anticamente collegava Venezia, e più in generale l’Europa, alla Cina.

Ad esempio in Cina, nel 2016, il valore dell’export del vino italiano è aumentato del 32% - un tasso di crescita due volte superiore alla media internazionale per il mercato cinese (+16%). Se poi confrontiamo il valore italiano con quello francese, che domina la classifica degli esportatori di vino sul territorio cinese, notiamo che la crescita è stata “solo” del +10,5%.

Nel 2013 l’Italia era il decimo Paese fornitore per la Cina mentre nel 2016 ha scalato due posizioni, salendo all’ottavo posto. Le aziende italiane hanno rafforzato la propria presenza a Pechino e dintorni affacciandosi su questo mercato ormai imprescindibile per qualunque realtà industriale dalle aspirazioni internazionali.

Nel corso degli anni poi, le aziende, così come i cittadini occidentali in generale, si sono liberati da alcuni pregiudizi e da una visione della Cina ormai lontana dalla realtà.

L’export italiano, infatti, è cresciuto non solo in Cina, ma anche in India, dove l’Italia da diciottesimo partner commerciale (2013) è passato ad essere il dodicesimo (2017).

Ma l’Asia non è solo Cina ed India: ci sono molti altri Paesi da tenere in adeguata considerazione, alcuni dei quali anche molto piccoli, ma economicamente molto vitali.

Anche in Indonesia e Corea del Sud la quota di mercato ‘Made in Italy’ ha visto una notevole crescita ma sono in realtà Singapore e Thailandia le destinazioni principali delle merci italiane nell’area ASEAN, rispettivamente con 1,8 e 1,3 miliardi di dollari, pari al 25% e al 18% del totale dell’export italiano nell’area.

L’Unione Europea ha portato avanti un ambizioso programma di accordi di libero scambio con i singoli Paesi del sud est asiatico, con l’obiettivo di ottenere un accesso preferenziale ai loro mercati. Questo nuovo scenario di liberalizzazione commerciale offre senza dubbio delle grandi opportunità per le imprese italiane.

La collaborazione italiana con i Paesi ASEAN si basa su legami di natura economica, politica e strategica a tal punto che il Belpaese è impegnato ad allacciare relazioni sempre più strette non solo coi governi, ma anche fra i rispettivi popoli, così da rafforzare ed intensificare la presenza italiana in quest’area di primaria importanza dal punto di vista economico e politico.

In generale le principali esportazioni dell’Ue verso i Paesi ASEAN sono rappresentate dai prodotti chimici, macchinari e mezzi di trasporto e la nuova iniziativa anti-protezionismo del MISE insieme alla strategia europea per l’Accesso al Mercato sono tra gli strumenti che hanno dato maggiore slancio alle esportazioni e supportano l’internazionalizzazione delle imprese, in particolare quelle piccole e medie evitando barriere protezionistiche e di mercato.

Nel 2017, inoltre, si sono svolti diversi incontri istituzionali tra i leader delle nazioni asiatiche ed europee. Durante l’High Level Dialogue on ASEAN Italy Economic Relations, personalità aziendali e politiche si sono incontrate per valutare le opportunità strategiche che il commercio tra queste due regioni potrebbe portare nel lungo termine.

L’Asia rappresenta una finestra sul futuro per il commercio italiano e, se fino a qualche anno fa l’Italia non registrava grandi successi commerciali in quelle zone, ora invece sembra che la costruzione di canali preferenziali per l’accesso ai mercati dei Paesi asiatici abbia reso più semplice esportare il Made in Italy.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Salvatore Maria Ferrarelli , redazione@exportiamo.it

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