La progressione del commercio elettronico sembra inarrestabile e sta coinvolgendo anche un settore come il fashion che, a detta di molti, poteva risultare meno ricettivo rispetto a molti altri.
Fino a qualche tempo fa sarebbe stato impensabile per i grandi marchi della moda che commercializzano abbigliamento, calzature e gioielli vendere i propri prodotti online.
Oggi invece l’e-commerce sembra essersi trasformato in un asso pigliatutto capace di attrarre anche i brand considerati di lusso. A certificarlo sono alcuni numeri contenuti nel report Digital Luxury Experience 2017 realizzato da McKinsey e Fondazione Altagamma.
Nel 2016 in effetti l’8% delle vendite complessive riguardanti beni di lusso ha avuto luogo in rete, per un valore pari a circa 20 miliardi di euro.
E le previsioni parlano di un’ulteriore crescita per il prossimo futuro a tal punto che, da qui al 2025, questa cifra potrebbe quasi quadruplicarsi attestandosi sui 74 miliardi di euro, arrivando così a rappresentare circa il 20% del giro d’affari totale del settore.
Il processo comunque non è stato immediato ma si è svolto attraverso alcune tappe intermedie: inizialmente solo alcune grandi griffe hanno ‘concesso’ alcuni dei loro prodotti ad alcune specifiche piattaforme online (quelle considerate più in voga) ma, dopo aver ricevuto ottimi feedback, tutti i principali attori del comparto hanno deciso di adeguarsi.
Questo non significa che boutique ed atelier siano oramai concetti superati ma i grandi brand si sono resi conto che buona parte della loro clientela apprezza l’efficienza e la convenienza dell’e-commerce che consente al venditore di abbassare i costi e di rendere in questo modo il prodotto più competitivo sul mercato.
In questo momento storico, oltre ad essere presenti nelle principali piattaforme multimarca, nessuna grande maison può dunque fare più a meno di un flagship store virtuale, in cui gli utenti possono visualizzare ed acquistare con qualche click capi firmati, accessori ed oggetti di design.
Realizzare acquisti in rete rappresenta un’opportunità e non più un timore per un numero crescente di consumatori, convinti anche dagli ottimi servizi di post vendita e dalla diffusissima opportunità di poter ottenere rimborsi totali (in molti casi senza dover neanche sostenere le spese di spedizione) nel caso in cui il prodotto ordinato non corrisponda alle aspettative del cliente.
Con il passare del tempo i marchi di lusso si sono trasformati in rivenditori al dettaglio, anche perché il trend di crescita degli affitti nelle main street non accenna a fermarsi e dunque diventa sempre meno conveniente investire sul punto vendita inteso nel senso più tradizionale.
In ogni caso per costruire una piattaforma online di qualità è necessaria competenza ed attenzione e molte aziende hanno deciso di mettere in vendita online solo alcune specifiche categorie di prodotti evitando di inserire quelli più costosi, acquistabili solo in negozio. In modo da mantenere una certa aura di esclusività, considerata ancora indispensabile per alcuni prodotti.
Il caso di Yoox
Fra le piattaforme e-commerce sta ottenendo un grande successo anche l’italiana Yoox, realtà fondata da Federico Marchetti focalizzata nel commercio elettronico al dettaglio di abbigliamento, accessori e design d’alta gamma. In pochissimo tempo Yoox si è tramutata in un multi-brand leader a livello globale ed oggi può esibire filiali in Europa, Giappone, Cina e Stati Uniti.
L’azienda Made in Italy, nata nel 2000, è stata in grado di raggiungere il break even point in soli tre anni ed oggi vanta numeri impressionanti: 4 milioni di contatti al mese, 200 dipendenti ed 1,2 milioni di capi consegnati.
Inoltre Yoox fornisce l’opportunità ai brand interessati di costruirsi il proprio flagship store virtuale attraverso un servizio dedicato, Yoox Service.
Le infinite potenzialità del settore si intravedono, comunque, anche da alcune iniziative come quella del Politecnico di Milano che quest’anno ha lanciato il primo Master in “e-fashion” volto a formare delle risorse umane specializzate che possano operare con successo nel settore.
Un indizio che suggerisce come quello dell’e-fashion possa essere davvero uno dei settori del futuro.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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