“Il più grande taglio delle tasse della storia è stato appena approvato in Senato”.
Con queste parole Donald Trump ha annunciato tramite Twitter l’approvazione della riforma fiscale, meglio conosciuta come Tax Cuts and Jobs Act. Un clima surreale ha accompagnato questa vittoria sul filo di lana del tycoon grazie a 51 voti a favore e 49 contrari, tra cui quello del ribelle repubblicano Bob Corker. Nelle ultime settimane numerose perplessità erano state sollevate in particolare dal Joint Comittee on Taxation, ovvero l’ufficio studi del Congresso in materia fiscale che aveva ipotizzato gli scarsi effetti sulla crescita dovuta al Trump Tax Cuts rispetto alle previsioni (lo 0,8% contro il 3%) e i possibili effetti devastanti sui conti pubblici (un passivo di oltre mille miliardi di dollari).
La riforma fiscale apporterà importanti modifiche sia per gli individui che per le imprese, con l’obiettivo di aumentare le detrazioni fiscali e favorire gli investimenti negli Stati Uniti oltre che il rientro dei capitali americani attualmente all’estero.
Imposte sulle persone fisiche
Per i redditi individuali cambiano gli scaglioni di imposta e le relative aliquote, ma si segnala anche un leggero ritocco della soglia per la no tax area. In particolare:
• Per i redditi da 0$ ai 9.525$ l’aliquota sarà del 10% (invariata rispetto a quella attuale);
• Per i redditi dai 9.526$ ai 38.700$ l’aliquota sarà del 12% (-3%);
• Per i redditi dai 38.701$ ai 70.000$ l’aliquota sarà del 22% (-3%);
• Per i redditi dai 70.001$ ai 160.000$ l’aliquota sarà del 24% (-4%);
• Per i redditi dai 160.001$ ai 200.000$ l’aliquota sarà del 32% (-1%);
• Per i redditi dai 200.001$ ai 500.000$ l’aliquota sarà del 35% (invariata);
• Infine per i redditi superiori a 500.000$ l’aliquota sarà del 38,5% (-1,1%).
Inoltre la riforma aumenta in maniera significativa le soglie per le detrazioni fiscali a beneficio delle seguenti categorie:
- Individui singoli: da 6.350$ a 12.000$;
- Famiglie monoparentali: da 9.300$ a 18.000$;
- Coppie sposate: da 12.700$ a 24.000$.
Aumenta anche il child tax credit da 1.000$ a 1.650$ richiedibile dalle famiglie con un reddito annuale inferiore ai 110.000$.
Altra importante novità riguarderà l’abrogazione dell’obbligo di acquistare un’assicurazione sanitaria. Infine non verrà del tutto abolita la tassa di successione che sarà comunque applicata ai patrimoni superiori a 11 milioni di dollari.
Imposte sulle persone giuridiche
Un altro grande cambiamento riguarderà la Corporate Tax, ovvero l’aliquota sulle società che scenderà dal 35% (una delle più alte al mondo) al 20% a partire dal 1° gennaio 2019.
Ridotti anche gli oneri fiscali delle società pass-through, dove i redditi vengono passati al proprietario che può usufruire di deduzioni fino al 23% (addirittura superiore al 17,4% ipotizzato inizialmente). Tale decisione ha sollevato numerose critiche dato che questo tipo di società non viene usata dai piccoli imprenditori, ma da circa l’1% della popolazione più abbiente.
Aumentata rispetto alle previsioni la tassa una tantum da pagare per favorire il rimpatrio di capitali dall’estero: 14% per il cash e 7% per gli asset non liquidi (dai 10% e 5% ipotizzati nei mesi scorsi).
Insomma enormi saranno i vantaggi per le aziende che attualmente subiscono una tassazione superiore al 35%, mentre per le altre al di sotto di questa soglia la situazione rimarrà praticamente immutata.
Infatti il sistema fiscale degli Stati Uniti permette di pagare meno imposte grazie ai “paradisi” (tra cui Delaware, Nevada, South Dakota, Florida) e ad ulteriori deduzioni: basti pensare che è possibile passare dal 43,4% di carico fiscale sostenuto da Amazon al 4,5% di Netflix.
In queste settimane verrà redatto il testo finale che passerà alla firma di Donald Trump: il Senato prevede un’entrata in vigore già dal prossimo anno, mentre secondo la Camera la nuova riforma fiscale avrà il via definitivo nel 2019.
Dunque un’importante vittoria per Trump e il partito Repubblicano, anche se i nodi da sciogliere sono ancora molti e non sono assolutamente esclusi nuovi colpi di scena.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Anthony Pascarella, redazione@exportiamo.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA