Dal convegno “Netcomm Focus Food”, tenutosi alla Borsa di Milano sui mutamenti che attraversano il comparto alimentare, riflessioni utili alle aziende per intraprendere nuove strategie.

Nuove tecnologie e tendenze alimentari dei consumatori stanno oggi cambiando il settore del Food&Beverage, anche italiano. Nonostante qualità e marchio Made in Italy mantengano il proprio peso nell’industria alimentare, il cui fatturato complessivo vale 132 miliardi di euro nel 2016, con esportazioni in crescita del +5% per il 2017 (dati di Federalimentare), il comparto per restare competitivo deve aggiornarsi. Cresce infatti la richiesta di servizi, come rapidità di consegna e esperienze piacevoli, perché oggi il cibo è anche collegato a divertimento e benessere psico-fisico.

La sfida si gioca anche sull’e-commerce, come è emerso durante il convegno “Netcomm Focus Food”, la scorsa settimana presso la Borsa Valori di Milano, dove Netcomm (consorzio del Commercio elettronico italiano), sviluppato in collaborazione con Fiera Milano e sponsorizzato da Google e Informatica, ha riunito esperti e manager di aziende del settore alimentare e servizi annessi, nazionali e internazionali, tra i quali Eataly, Fratelli Carli, Selex, Unes, Amazon, Just Eat e Domino’s pizza.

Un dato sopra tutti: oggi l’e-commerce legato al settore food in Italia vale 849 milioni di euro, cioè il 4% del volume totale del commercio digitale italiano. I numeri sono stati evidenziati da Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano, secondo il quale, l’elemento più rilevante è il tasso di crescita annuo, che evidenzia un aumento del 43% rispetto ai volumi del 2016.

Numeri che indicano come il commercio elettronico alimentare si stia affermando in maniera crescente nello stile di vita dei consumatori italiani, offrendo grandi opportunità di crescita ai player del settore che si dimostreranno più ricettivi nei confronti di nuovi canali e strumenti.

Richiesti prodotti sani e specifici come etnici, bio e “veg”

Alla base delle trasformazioni del comparto spicca l’evoluzione del rapporto che i consumatori hanno con il Food&Beverage, ha osservato Roberto Liscia, presidente di Netcomm: oggi si registra, in particolare, una maggiore attenzione per la convenience, intesa come convenienza economica ma anche come rapidità – di consegna, eventualmente di preparazione, oltre che ovviamente di consumo.

Attenzione è posta inoltre nella ricerca di prodotti specifici, dettata da nuove scelte alimentari (vegetarianismo, preferenza per prodotti bio, etc.) ma anche dalla crescente diffusione di allergie o intolleranze alimentari e dal sempre maggiore apprezzamento per cucine etniche prima poco diffuse; fattori che contribuiscono a creare nicchie di mercato importanti e non ancora valorizzate appieno. Strettamente collegata a queste tendenze è la ricerca di informazioni e contenuti: oggi il consumatore vuole sapere esattamente cosa sta mangiando, per cui presta molta attenzione a ingredienti e valori nutrizionali.

I canali digitali lo aiutano anche a scoprire nuovi prodotti e ricette, ampliandone gli orizzonti. Un ultimo, importante aspetto da tenere in considerazione è l’“esperienzialità”, quindi la valorizzazione di tutti quegli elementi che contribuiscono a rendere il pasto un momento di piacere al di là del soddisfacimento di un bisogno: si tratta di un fattore che continua a essere fondamentale nel rapporto dei consumatori con il cibo e che si arricchisce oggi di nuovi elementi caratteristici dei canali digitali. Si pensi per esempio all’abitudine, diffusa soprattutto tra i giovani, di condividere sui social media post e foto dei piatti preparati in casa o consumati al ristorante; è un fenomeno che influenza concretamente i consumi, contribuendo a creare e diffondere nuove mode.

I Millennials usano il cibo per salute, bellezza e esperienza

Uno spaccato sulle scelte alimentari del futuro viene dai giovani, come ha spiegato, nel suo intervento al convegno, Simone Zucca, managing coordinator di Google Italia nel settore Retail, Fashion e Finance, che, citando uno studio statunitense, intitolato Taste of togetherness. I cosiddetti “nativi digitali” usano infatti l’alimentazione per prendersi cura di sé da un punto di vista psico-fisico, per gestire lo stress, prevenire malattie e mantenere il proprio benessere/bellezza. Il tutto spesso collegato alla socialità in rete offerta dai social network. In questo quadro, i “Big data, che oggi affluiscono nei sistemi Cloud assumono sempre più importanza per le aziende”, ha osservato, fra le altre cose, Nicola Nodari, Data Quality Solutions Sales leader dell’azienda californiana Informatica, definendo i dati relativi alle preferenze dei consumatori come “il nuovo petrolio” per imprese.

Qualità è la forza del Made in Italy ma i concorrenti sono forti sui servizi

Dagli interventi di due “Big” del settore alimentare italiano, Lucio Carli, del cda dello storico oleificio italiano Fratelli Carli, e Mario Gasbarrino, presidente e amministratore delegato di Unes supermercati, sono giunti contributi relativi alla necessità di cambiare i modelli di business, perché se la forza del Food italiano è nella qualità, ma la concorrenza si gioca sui servizi ed è globale. Lo ha spiegato bene Lucio Carli, affermando che “Amazon ha sconvolto i tempi di consegna dei prodotti, perché se prima potevamo consegnare il nostro olio in 10 giorni, ora è impensabile farlo, perché il colosso Usa lo fa in 48 ore”.

A sottolineare l’importanza di attingere a molteplici strategie business è stato Maniele Tasca, Direttore generale di Selex, terzo gruppo distributivo nazionale, noto al grande pubblico per le insegne Famila e A&O (oltre a diverse insegne regionali e provinciali), che da qualche mese ha aperto una piattaforma e-commerce, un percorso ritenuto “obbligato”, in quanto, sebbene il fatturato nel largo consumo italiano rimanga fortemente ancorato agli acquisti tradizionali supermercati, “rappresenta il futuro del settore alimentare”.

Lo sa bene Alessandra Provasi, marketing manager Italia della catena statunitense Domino’s pizza, che, tra i suoi servizi, offre menu digitali delle differenti pizze associati a profili dell’applicazione di incontri Tinder, geolocalizzazione della pizza in tutte le fasi di preparazione, consegna fatta entro 20 minuti e materie prime italiane per soddisfare la qualità, il tutto a prezzi contenuti.

Fonte: a cura di Exportiamo, Francesca Morandi, redazione@exportiamo.it

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