Commercio online: le potenzialità sono enormi ma l’Italia deve investire

Commercio online: le potenzialità sono enormi ma l’Italia deve investire

03 Novembre 2017 Categoria: Marketing Internazionale

Exportiamo.it ha partecipato al convegno “Dall’e-commerce all’e-shopping”, dove ha realizzato interviste esclusive a Pierluigi Bernasconi, AD di Mondadori Retail, Giuliano Noci, professore ordinario di Strategia e Marketing del Politecnico di Milano e Giulio Lampugnani, responsabile vendite di Amazon Italia, online nei prossimi giorni. Di seguito un resoconto dei lavori del forum.

L’e-commerce rappresenta una grande opportunità per la vendita del prodotto italiano all’estero, in quanto permette di raggiungere nuovi clienti, in ogni parte del globo, con grande rapidità ed a prezzi ridotti. La competizione su questo segmento dell’economia è tuttavia serrata e si rende dunque necessario sviluppare modelli e strumenti adeguati per avere successo in un contesto trans-nazionale. Ne ha discusso un panel di esperti provenienti dal mondo imprenditoriale e accademico nel corso del convegno “Dall’e-commerce all’e-shopping”, tenutosi martedì a Milano presso Palazzo Lombardia, sede di Regione Lombardia, che ha patrocinato l’evento con Accenture, NetComm, Class Editori e Università Pegaso.

Trend di crescita nel globo: Cina primo mercato, Usa il secondo

Ad emergere sono stati innanzitutto i dati che confermano un trend di crescita a livello mondiale del commercio elettronico, che ha pesato per una quota del 10% nel 2017 sul retail globale (online + offline), tale cifra dovrebbe raggiungere il 15% nel 2021. Il record di questo comparto è stato raggiunto lo scorso anno, quando le vendite online hanno raggiunto 1.859 miliardi di dollari.

Il più grande mercato al mondo dell’e-commerce si conferma la Cina con circa 400milioni di cinesi che comprano online, con dinamiche di costante crescita. Seguono gli Stati Uniti, i cui colossi Amazon e E-Bay restano i marketplace più forti in Occidente. Le transazioni maggiori avvengono per il settore del turismo, seguito da quello elettronica, abbigliamento, arredamento e cibo. Il primo mezzo di acquisto per fare shopping online è lo smartphone che ha ormai sorpassato la location fissa del PC.

Anche in Europa il commercio online cresce, registrando un +13% nel 2015, per un valore di 505 miliardi di dollari. Sono 20 milioni le imprese che oggi fanno e-commerce nel Vecchio Continente ma in Italia il mercato ha ancora dimensioni limitate (40mila unità) rispetto ad altri Paesi Ue come Regno Unito, Germania e Francia, che rappresentano circa il 60% del mercato e-commerce europeo.

Nel 2017 l’e-commerce italiano crescerà al 17%

“Per il 2017 si prevede una crescita annua dell’e-commerce italiano vicina al 17%, che dovrebbe portare il volume delle transazioni a circa 23 miliardi e mezzo di euro”, ha evidenziato Roberto Liscia, presidente del consorzio del commercio elettronico italiano Netcomm, precisando che oggi sono 21 milioni gli italiani che fanno acquisti online, dove la quota di chi li effettua tramite smartphone sta aumentando. “Le potenzialità di questo mercato sono enormi, ma l’Italia deve investire”, ha detto Liscia che non nasconde i ritardi italiani: “Con circa 1000 euro la spesa media annuale in Italia per lo shopping online è più bassa rispetto a quella del resto d’Europa, dove la media è decisamente superiore”. E un dato negativo: “il 25% degli acquisti online italiani è fatto all’estero”.

I settori merceologici che presentano dinamiche di crescita per il 2017 sono l’arredamento (31%), il cibo (43%) e l’editoria (+22%). “Il comparto del cibo sta avendo un boom, che è destinato a aumentare nei prossimi anni, prospettano ottime opportunità per l’Italia”, ha osservato ancora Liscia, che ha sottolineato anche la dinamicità del settore della moda, dove il Made in Italy può primeggiare. Sul fronte della strategia Liscia ha evidenziato il ruolo delle nuove tecnologie, menzionando gli enormi investimenti che colossi del fashion come Adidas stanno facendo su “applicazioni sportive via smartphone, principalmente allo scopo di raccogliere dati sui clienti, e lo stesso accade per il settore agroalimentare”. Nello sviluppo di una strategia aziendale di e-commerce sono fondamentali i canale dei social network, dove gli e-shopper raccolgono informazioni, opinioni e fanno comparazioni di prezzo.

Food delivery: anche Eataly in campo

Sulle potenzialità del “food” Made in Italy si è focalizzato Andrea Casalini, CEO di Eataly Net, che oggi si muove rapidamente per strappare quote di mercato ai concorrenti esteri - da Just Eat a Foodora fino a Deliveroo - che sui servizi di online food delivery sono stati pionieri. “I punti vendita fisici di Eataly offrono un’esperienza unica e insostituibile, ma l’e-commerce è una strategia commerciale sempre più importante per l’azienda, dove procediamo a passi spediti e con buoni risultati: sui prodotti che rientrano nel cosiddetto “secco” (dalla frutta ai sottaceti), che è quella che vendiamo nel nostro store online, arriviamo al 5%, una percentuale alta rispetto ai parametri di mercato”, ha rivelato a Exportiamo.it Casalini, aggiungendo che per quanto riguarda la consegna a domicilio di cibi freschi “Eataly è attiva con servizi di consegna, anche in giornata, a Milano e a Roma, con una imminente apertura del servizio a Torino e prospettive di estensione anche all’estero”.

Ad assumere un’importanza crescente nel commercio elettronico per Eataly è oggi il vino, per il quale è a disposizione un catalogo online, ha detto ancora il CEO di Eataly Net, che, interpellato sui prodotti più acquistati, risponde che la domanda si collega alle festività, “con i panettoni richiesti nel periodo natalizio”, e “varia a seconda delle stagioni”, rivelando una curiosità: “Nel periodo estivo il chinotto è molto ricercato”. Per Eataly, ha aggiunto, “l’e-commerce è oggi fondamentale in quanto parte integrante del servizio al cliente, che sul nostro sito trova informazioni sui prodotti e sulla nostra cultura del cibo”.

Cosmetica, il 50% del mercato transiterà online

L’e-commerce sta impattando anche nel settore della cosmetica, spostando le piazze di acquisto dai centri commerciali ai negozi online. E’ l’opinione di Gianluca Toniolo, Travel Retail Director Worldwide di LVHM, holding francese operante nel settore dei beni di lusso, che, nel suo intervento ha citato dati provenienti dal mercato statunitense. “Negli Stati Uniti si assisterà a un crescente declino degli shopping malls, fino ad oggi punti di distribuzione fondamentali per il comparto del beauty e molti altri prodotti”, ha dichiarato Toniolo, secondo il quale “nei prossimi anni il 50% del mercato della cosmetica transiterà verso l’e-commerce”. La risposta delle aziende del settore dovrà allora essere quella di “una combinazione tra negozio fisico e virtuale, dove la promozione online sarà centrale, con un occhio agli influencer in Rete”, ha osservato Toniolo, menzionando l’efficace strategia della catena di profumerie Sephora. I punti vendita di cosmetica, come nel caso dell’abbigliamento, dovranno allora cambiare pelle, diventando simili a show room, dove il cliente riceve assistenza, consigli, testa i prodotti, ma non compra. Per poi uscire dal negozio e, eventualmente, acquistare solo una volta rientrato a casa propria, o ovunque si trovi, via smartphone.

Fonte: a cura di Exportiamo, Francesca Morandi, redazione@exportiamo.it

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