Un territorio smart che capitalizza il deposito di conoscenze e di visione olivettiana puntando su internazionalizzazione, innovazione, valorizzazione del capitale umano e sburocratizzazione.

Il Canavese è un’area collocata nella parte nord occidentale della città metropolitana di Torino, dal punto di vista economico ed industriale ha seguito, e spesso anticipato, tutte le principali evoluzioni produttive: dalla meccanica, all’elettronica, all’informatica, alle telecomunicazioni, ai servizi all’impresa ed alle persone.

Questa fama e queste competenze, dovute in passato principalmente alla presenza della Olivetti e del settore degli stampi e delle macchine utensili, non sono andate disperse ed oggi sono racchiuse in centinaia di piccole medie e grandi imprese che continuano a generare prodotti di qualità e servizi specializzati e che si occupano di meccatronica, meccanica di precisione, parti per automotive, informatica, stampaggio a caldo, biologia e scienze della vita, produzioni televisive e progetti di entertainment, e molto altro ancora, in una visione di un’industria 4.0 di stampo internazionale.

Secondo i dati del nostro Centro Studi, oltre il 50% delle imprese industriali del Canavese esporta in tutto il mondo, in Europa, dove i mercati principali sono la Francia, la Germania e la Svizzera, e fuori dai confini dell’UE.

Chi esporta più del 40% serve infatti anche mercati del Nord Europa, Est Europa, Russia ed Asia. I nuovi Paesi (Cina, Russia, Brasile, India, ma anche Polonia, Slovacchia e Croazia) sono considerate sempre più aree in cui si vende e non solo da cui si compra a basso prezzo.

Per poter oggi essere competitivi su scala mondiale è diventato sempre più strategico massimizzare le fasi produttive, seguendo il modello della “lean production”, garantendo al tempo stesso qualità e sicurezza tanto nei processi quanto nei risultati finali, grazie ad ingenti investimenti in R/D e a valutazioni performanti dei prodotti attraverso la garanzia delle certificazioni.

Parlare solo di “settori” o di “filiere” che stanno crescendo risulta essere un po’ troppo generalista, scendono più nel concreto è giusto rilevare quanto la responsabilità, la managerialità e la visione degli imprenditori, indipendentemente dai settori in cui essi operano, abbia contribuito alla crescita delle loro imprese e conseguentemente del territorio, grazie ad investimenti mirati su innovazione (di prodotto e di processo) e di internazionalizzazione.

Il Canavese, considerando quindi tutte e quattro le aree omogenee della Città Metropolitana, Eporediese, Canavese Occidentale, Ciriacese e Valli di Lanzo e Chivassese, secondo gli ultimi dati rilevati dal nostro Centro Studi, conta più di 31 mila imprese attive, con aree di eccellenza produttiva come l’Alto Canavese per la lavorazione dello stampaggio a caldo dell’acciaio, con la localizzazione di oltre il 50% dell’intera produzione nazionale.

In generale tutto il distretto industriale canavesano negli ultimi anni ha cambiato marcia, ha saputo riconvertire i propri processi produttivi, ha puntato sul know-how specializzato del proprio capitale umano, ha internazionalizzato e ha investito in tecnologia e sicurezza, rispondendo in modo efficace alle richieste di un mercato sempre più competitivo e globale.

Il successo di un prodotto o di un servizio non è mai solo frutto di politiche di marketing: una variabile importante è rappresentata dal contesto nel quale l’idea trova poi il suo sviluppo. Per contesto si intende una visione imprenditoriale ma anche e soprattutto la sua contestualizzazione e decontestualizzazione.

Il dove, il quando e il perché un prodotto/servizio eccelle ha molto a che vedere con un percorso esperienziale che permette di entrare dentro le origini, di scoprire la vera essenza di un luogo, di un linguaggio, di una tradizione, di una narrazione fatta di immagini, di suoni, di sapori, di storia, di cultura, di cambiamento.

Le aree ove occorre concentrarsi per supportare l’evoluzione e lo sviluppo industriale sono senza dubbio gli insediamenti produttivi ed in tecnologie, le infrastrutture, l’alta formazione e l’export, che per le piccole e medie imprese, rappresenta un forte accreditamento in termini di crescita e di reputazione.

Il disegno è quello di un sistema produttivo evoluto, dove la sburocratizzazione, la digitalizzazione e l’internazionalizzazione rappresentino le autostrade da percorrere per scrivere sul nostro territorio un nuovo capitolo di quella storia gloriosa e invidiata da tutto il mondo chiamata Olivetti.

In questa direzione risulta per noi molto importante massimizzare, in termini di cultura e di comunicazione, il grande deposito di conoscenze e di visione olivettiana che rappresenta una unicità e conseguentemente un punto di forza e di eccellenza intellettuale per Ivrea e tutto il Canavese.

Ma non basta questo: al centro del sistema economico e industriale del territorio deve continuare ad esserci la persona, il cittadino, il lavoratore in sostanza il capitale umano. Intorno un sistema di relazione e di condivisione territoriale evoluto e valoriale, dove impresa e comunità dialogano in modo automatico e condiviso.

Per promuovere un nuovo “new deal” il Canavese ha bisogno di puntare ad un sistema industriale sempre più evoluto sostenuto da un piano di sviluppo territoriale realizzato insieme alla parte politica ed amministrativa del territorio.

Questa visione inclusiva e proiettata a sviluppare competitività e attrattività da e verso l’estero, rappresenta il focus strategico che la nostra organizzazione, insieme agli altri stakeholder, sta perseguendo per uno sviluppo sempre più sostenibile e internazionale del Canavese.

Ascolto, supporto strategico, servizi sempre più tarati sui bisogni reali delle imprese, formazione e processi di comunicazione, rappresentano invece in modo molto concreto le azioni che una Confindustria di territorio come la nostra, deve proporre e soprattutto sostenere, per poter realmente contribuire ad uno sviluppo imprenditoriale concentrato sui bisogni ed allineato alle richieste dei mercati, italiani ed internazionali, di riferimento.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Cristina Ghiringhello, Direttore Confindustria Canavese, redazione@exportiamo.it

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