Nel corso del primo forum italo-arabo tenutosi ieri a Milano, si è parlato di tutte le opportunità offerte dal mondo arabo alle imprese italiane mettendo in risalto i Paesi che rappresentano le geografie più promettenti per il Made in Italy nell’area MENA: Emirati Arabi e Arabia Saudita in Medio Oriente e Marocco, Algeria ed Egitto nella sponda Sud del Mediterraneo.
L’interscambio dell’Italia con i Paesi del Medio Oriente e Nord Africa (MENA) ha raggiunto i 70 miliardi di euro nel 2016, con relazioni commerciali che “corrono”, soprattutto sul fronte delle esportazioni italiane.
Tra il 2009 e il 2015 l’export dell’Italia verso l’Arabia Saudita è aumentato del 112%, quello verso gli Emirati del 64%, verso il Bahrein del 22%. A fornire questi numeri è Angelino Alfano, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, intervenuto ieri alla prima edizione dell’Italian Arab Business Forum a Milano, presso Palazzo Turati, sede della Camera di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi.
Oltre 300 imprenditori, italiani e arabi, ministri e membri governativi, rappresentanti delle istituzioni e della comunità economico finanziaria di entrambe le parti hanno preso parte all’evento organizzato dalla Joint Italian Arab Chamber (JIAC), in collaborazione con Promos, Confindustria, l’Unione delle Camere di Commercio Arabe, con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dello Sviluppo Economico.
“Oggi Mediterraneo significa anche 500 milioni di potenziali consumatori, il 30% del transito mondiale di petrolio, il 20% del traffico marittimo e 10% del Pil globale”, ha detto Alfano, precisando che “l’Italia gioca un ruolo importante in quanto quarto partner commerciale dell’area mediterranea”.
Secondo il titolare della diplomazia italiana il business forum orgnizzato da JIAC è stato “un’occasione per riaffermare l’importanza strategica che l’Italia attribuisce ai Paesi arabi e per sottolineare la nostra volontà di rafforzare i legami economici con la regione del Mediterraneo, nel quadro di una partnership di lungo periodo”.
Un focus sui dati è venuto anche da Carlo Edoardo Valli, vice presidente della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi e Presidente di Promos, che ha evidenziato come “nei primi sei mesi dell’anno l’interscambio commerciale tra Italia e Paesi Arabi è stato di 25 miliardi di euro, 5 miliardi riguardanti la sola Lombardia, che ha fatto segnare più 11% rispetto allo stesso periodo del 2016. Numeri significativi di un business in costante crescita, di cui lo JIAC può rappresentante una leva strategica”.
Nel corso della giornata è emerso il ruolo da protagonista che l’Italia può giocare nel sostegno dei processi di industrializzazione e diversificazione in atto soprattutto nei Paesi arabi con economie fondate sul settore oil & gas.
Si è ricordata la Tunisia e il più grande progetto mondiale sulle energie rinnovabili, il progetto per la realizzazione in Bahrein di un impianto di energia solare hi-tech da 100 milioni di megawatt, e ancora la nuova rete elettrica in via di realizzazione in Arabia Saudita. Nel corso dei lavori è inoltre emerso come anche il turismo e le infrastrutture siano settori che presentano importanti potenzialità di sviluppo e grandi opportunità per le imprese italiane, basti pensare a Expo 2020 a Dubai. Si è sottolineato poi come, in alcuni casi e in particolare nei paesi del Golfo, le dimensioni siano un fattore cruciale per approcciare con successo tali mercati: per questo motivo l’aggregazione verticale e orizzontale delle Pmi, trainate dai “campioni nazionali”, può diventare un fattore critico di successo.
“L’Italia può, e deve essere, un partner di riferimento per il mondo arabo, a livello economico, industriale, finanziario e politico” ha sottolineato Cesare Trevisani, presidente della Joint Italian Arab Chamber, auspicando che la JIAC diventi il primo interlocutore per le imprese italiane nella ricerca di partner arabi e indicando opportunità per le nostre aziende in settori quali le infrastrutture - fisiche, digitali, turistiche e industriali -, nei beni di consumo e nell’energia.
Per Marco Ferioli, responsabile di SACE Dubai, Medio Oriente e Africa, “i mercati del Medio Oriente e del Nord Africa si confermano partner imprescindibili per l’Italia, nonostante gli impatti economici del petrolio debole e le criticità geo-politiche localizzate. Il nostro export verso l’area è cresciuto del 14% nel 2011-2015 e, dopo un calo nel 2016, i nostri studi prevedono un tasso di crescita medio annuo delle nostre vendite nella regione compreso tra il 2 e il 4% al 2020. Emirati Arabi e Arabia Saudita in Medio Oriente, Marocco, Algeria ed Egitto nella sponda Sud del Mediterraneo, sono le geografie più promettenti per il Made in Italy. In questi Paesi la domanda sarà infatti sostenuta dalle grandi opere legate a eventi quali Expo 2020, oltre che dai programmi di diversificazione economica e lo sviluppo di settori come costruzioni, infrastrutture, energetico, sanitario e industria tessile”.
Opportunità all’orizzonte sono state delineate anche da Licia Mattioli, vice presidente di Confindustria, che ha menzionato, specificatamente, il trattamento delle acque reflue, un’attività sulla quale “l’Italia possiede un eccellente know how che può offrire al mondo arabo”. Partnerhip fruttuose, secondo Mattoli, possono venire anche dalla “qualità e della creatività del Made Italy unite alla capacità araba di creare lusso, di cui gli alberghi sono un emblema”.
Altri comparti indicati da Mattoli sono quelli dell’energia rinnovabile e delle infrastrutture, che includono “strade, aeroporti, autostrade e ferrovie”. Sulle possibilità nel comparto infrastrutturale si soffermato Federico Mario Bega, responsabile delle aree strategiche di Promos, evidenziando che “l’Italia può partecipare a progetti di sviluppo che riguardano le infrastrutture a 360 gradi, con interventi legati alle città e alla nuova urbanizzazione”, ma anche “strutture legate alla salute, la costruzione di campus universitari, resort turistici e parchi tematici”.
Il potenziale del turismo è stato affrontato da H.E. Zayed R. Alzayani, Ministro del Commercio, Industria e Turismo del Bahrein, che ha parlato di “grandi opportunità tra Bahrein e Italia”, aggiungendo che “nuovi affari possono venire anche dai servizi finanziari e dal settore manifatturiero”.
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Fonte: a cura di Exportiamo, Francesca Morandi, redazione@exportiamo.it
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