La nostra analisi dei principali mercati emergenti nelle diverse regioni geografiche del pianeta prosegue. Nel precedente articolo è stata posta la lente d’ingrandimento sui colossi dell’America Latina evidenziandone le difficoltà economiche ed i rischi collegati ai trattati internazionali relativi agli scambi commerciali. In questo secondo approfondimento analizzeremo, sempre con il supporto di Focus Economics*, l’andamento macroeconomico di un’area geografica vastissima e caratterizzata da un forte slancio prestando particolare attenzione nel descrivere il mercato cinese.

Come è noto la Cina si è resa protagonista, nell’ultimo decennio, di una crescita straordinaria che ha quasi spiazzato gli economisti. Ciò, con il supporto di una domanda mondiale in forte crescita, sta trainando gran parte delle attività economiche dei mercati orientali e sud-asiatici.

Inoltre, un’inflazione più bassa del previsto ha fatto sì che aumentasse la spesa delle famiglie, mentre politiche fiscali più leggere hanno rinvigorito gli investimenti in infrastrutture.

In questo contesto, gli analisti di Forecast Consensus, dipartimento di Focus Economics, prevedono che l’intera regione possa registrare una crescita del 6,1% entro la fine di quest’anno. Nel 2018 invece, sempre stando ai calcoli degli analisti di Focus Economics, l’economia dell’ESA (East & South East Asia) si espanderà con un ritmo leggermente più lento, che dovrebbe attestarsi al 5,9%.

A luglio 2017 le prospettive di crescita del mese riflettono stime stabili per la Cina e la Mongolia, al rialzo per Hong Kong, Corea e Taiwan ed al ribasso per India e Sri Lanka.

Per quel che riguarda il Bangladesh ed il Pakistan si è notato che la crescita del 2017 (aggiornata al mese di giugno) ha superato le aspettative ed è risultata pari, rispettivamente, al 7,2% e al 5,3%.

L’India, in ogni caso, sarà l’economia in più rapida crescita della regione nel 2017 con un’espansione del 7,2% ma anche la Cina migliorerà il dato relativo al PIL attestandosi intorno al +6,6%. Il peggior performer della regione sarà la Mongolia, poiché il Paese (fortemente indebitato) sta ancora affrontando gravi squilibri strutturali. La crescita di Hong Kong, Corea e Taiwan oscillerà invece intorno al 2,5%.

Cina: riforme strutturali per influenzare la traiettoria della crescita

In Cina il secondo trimestre del 2017, sostenuto da una forte e dinamica domanda interna e da una sana domanda mondiale, ha dimostrato uno slancio positivo: l’economia è cresciuta infatti del 6,9% nel secondo trimestre, pareggiando il risultato del primo.

Per quanto riguarda l’interscambio con l’estero, le esportazioni hanno continuato a beneficiare di un’attività economica vivace, in particolare, specialmente tra le economie maggiormente sviluppate.

Nella quinta edizione del Finance Work Conference, tenutasi il 14 e 15 luglio, il presidente cinese Xi Jinping ha sottolineato che il settore finanziario deve supportare l’economia reale e che il governo deve contenere i rischi finanziari ed attuare riforme economiche più audaci.

Avendo raggiunto l’obiettivo di crescita prefissato del 6,5%, le autorità cinesi dovrebbero ora concentrare gli sforzi sul tema degli squilibri economici e mettere in moto la macchina delle riforme entro la fine dell’anno e sicuramente la buona performance economica fin qui registrata consentirà loro di portare avanti alcune proposte di legge.

In definitiva gli analisti di Focus Economics prevedono che l’economia cinese rallenterà, seppur solo di qualche decimale nel 2018, rimanendo comunque abbastanza consistente (+6,2%) e confermando così il trend positivo.

Export italiano in Cina

Infine non si possono non spendere alcune parole sull’andamento dell’export italiano in quello che al momento è il mercato più grande del mondo: la Cina. Dopo una lieve flessione (-0,8%) nel 2015, le vendite italiane in Cina hanno ripreso a salire del 6% nel 2016 e dovrebbero continuare a crescere, più o meno allo stesso ritmo, anche nei prossimi anni.

I settori chiave saranno quelli legati ai consumi privati, come il tessile e l’abbigliamento, inoltre ottime opportunità esistono nei settori misti pubblico-privati o collegati alla catena interna del valore, come mezzi di trasporto (auto e non solo) e meccanica strumentale. La domanda di quest’ultimo comparto appare particolarmente robusta quanto più è legata ai consumi della classe media (agroalimentare, trasformazione alimentare, chimica e farmaceutica).

Interessante anche il dato sull’export di servizi (oltre un miliardo di euro) che dovrebbe crescere del 7,5% nel quadriennio 2017-2020.

*Focus Economics, organizzazione leader in analisi e previsioni economiche, mette a disposizione proiezioni macroeconomiche realizzate dalle più rinomate autorità di ricerca economica del mondo, oltre ad analisi svolte da banche d’investimento, istituzioni finanziarie e organizzazioni di ricerca.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Riccardo Ciabattoni, redazione@exportiamo.it

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