Con il supporto dei dati di Focus Economics* scopriamo insieme come cambiano le prospettive economiche dell’America Latina ed in particolare di Brasile e Messico, due dei Paesi più importanti dell’area sudamericana.

La nostra analisi inizia da un dato di base: quest’anno l’economia dell’America del Sud ha registrato segnali di crescita positivi e dovrebbe crescere dell’1,4%. Un segnale abbastanza positivo data la pessima performance del 2016, anche se, ovviamente, la situazione di ogni Paese conserva una propria specificità.

Brasile: ripresa economica in pericolo

In Brasile la situazione politica è assai delicata (quella economica non è da meno) e solo un consistente e serio pacchetto di riforme potrebbe riuscire a dare una scossa al colosso latino.

La crisi economica internazionale, esplosa nel 2008, ha influito negativamente sulla domanda mondiale delle principali commodities del Paese, tra cui petrolio e ferro, la cui incidenza complessiva sull’export brasiliano è passata dal 27,8% nel 2011 al 14,82% nel 2016.

Con la diminuzione delle entrate provenienti dalle esportazioni di queste materie prime (e di altre come grano e mais), si è verificato il forte deprezzamento del real sul dollaro (circa 74%) ed un inevitabile un incremento dell’inflazione. Su quest’ultima ha poi inciso duramente anche l’aumento del costo di produzione dell’energia elettrica.

Contemporaneamente la crisi politica ha creato forti incertezze nel settore privato così si è verificata quindi una frenata degli investimenti ed un’impennata del livello di disoccupazione. In questo contesto il PIL brasiliano ha fatto registrare un brusco calo durato due anni consecutivi (-3,8% nel 2015 e -3,6% nel 2016).

Il persistere della turbolenza politica ha inoltre causato un secondo downgrade alla prospettiva del Brasile: il PIL dovrebbe infatti crescere solo dello 0,4% nel 2017.

Messico, occhi puntati sulla rinegoziazione del NAFTA

Il futuro del Messico, l’altro gigante della regione, dipenderà anche dalle conseguenze derivanti dalla rinegoziazione del NAFTA, che rappresenta un rischio non da poco per la crescita economica del Paese, anche se – ultimamente - il Presidente degli Stati Uniti ha espresso una posizione molto meno radicale di quanto si potesse intendere durante la sua campagna elettorale.

Il 17 giugno, l’amministrazione Trump ha pubblicato un documento di 17 pagine contenente gli obiettivi da raggiungere per rimodernare il NAFTA, soprattutto per quanto riguarda il settore manifatturiero, dove gli Stati Uniti scontano un pesante surplus negativo nei confronti del Messico.

Sempre stando alle previsioni, sembrerebbe che in Messico lo slancio economico, protrattosi fino a questo momento, potrebbe esaurirsi verso la fine dell’anno, in quanto il consumo privato tenderà a contrarsi e gli investimenti fissi rimarranno relativamente bassi per via del crollo della spesa pubblica.

Gli economisti prevedono che il PIL messicano crescerà del 2% quest’anno e del 2,2% nel 2018.

In generale comunque, secondo Focus Economics, la crescita dell’America Latina dovrebbe aumentare il suo ritmo nel 2018, attestandosi al 2,3%.

L’export italiano in America Latina

Per quanto riguarda l’export italiano, l’America latina offre diverse possibilità. Rispetto al biennio 2015-2016 in cui la crescita dei volumi importati dall’Italia sfiorò il 10% annuo, nel 2017 il nostro export dovrebbe crescere di circa 4,5 punti percentuali, per poi risalire ad un più consistente 6 percento nel 2018.

L’indotto proveniente dal settore minerario offre alle aziende italiane buone opportunità, così come l’agroindustria, il settore biomedicale e quello energetico, specialmente in ambito energie rinnovabili.

Il recupero dei corsi delle materie prime avrà effetti positivi anche sulle prospettive di crescita della Colombia e del Perù. Due Paesi da tenere sotto osservazione perché, superata la contrazione riscontrata nel 2016, la dinamica dell’export italiano riprenderà a salire e a registrare tassi di crescita interessanti.

*Focus Economics, organizzazione leader in analisi e previsioni economiche, mette a disposizione proiezioni macroeconomiche realizzate dalle più rinomate autorità di ricerca economica del mondo, oltre ad analisi svolte da banche d’investimento, istituzioni finanziarie e organizzazioni di ricerca.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Riccardo Ciabattoni, redazione@exportiamo.it

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