Nonostante le difficoltà economiche ed il caos politico il Brasile rimane un Paese attrattivo per il Made in Italy. Quali sono i settori su cui puntare? Scopriamolo insieme!
La situazione economico-politica del Brasile è in piena evoluzione ed il Paese appare disorientato di fronte alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcuni dei principali protagonisti della vita pubblica brasiliana.
Oltre alla recente condanna (in primo grado) dell’ex Presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva – accusato di aver ricevuto tangenti per circa un milione di euro è finito nel mirino della magistratura anche il Presidente in carica, Michel Temer, che ha preso la guida del Paese in seguito all’impeachment che lo scorso anno ha costretto alle dimissioni Dilma Rousseff.
Se il Presidente in carica venisse destituito il sistema brasiliano prevede il subentro, al suo posto, del Presidente della Camera, di quello del Senato o, in alternativa, di quello del Tribunale Supremo Federale. Nell’arco di trenta giorni dovrebbe poi essere indetta un’Assemblea Plenaria di Camera e Senato per eleggere un nuovo Presidente.
Ma, ironia della sorte, anche Rodrigo Maia (Presidente della Camera) è indagato mentre Eunício Oliveira (Presidente del Senato), è considerato a rischio.
La situazione politica grottesca ed a tratti paradossale che sta vivendo il colosso latino non può che avere ripercussioni negative anche sull’economia del Paese ed in generale su tutta l’area sudamericana dal momento che il Brasile ne rappresenta il principale protagonista in termini di ricchezza prodotta.
E’ bene ricordare che il PIL brasiliano ha registrato un andamento tutt’altro che esaltante nell’ultimo triennio rimanendo praticamente fermo nel 2014 (+0,1%) e crollando nei due anni successivi (-3,5 e -3,8%).
E anche per il prossimo futuro le prospettive non sono rosee tanto che il Ministero dell’economia ha rivisto al ribasso le stime di crescita: +0,5% nel 2017 e +2,5% nel 2018.
In realtà però molto dipenderà dall’evoluzione della situazione politica del Paese e quindi dalla capacità delle istituzioni locali di portare a termine alcuni importanti progetti di riforma che riguardano anche temi delicati come mercato del lavoro e pensioni.
I rapporti con l’Italia
Le relazioni fra Italia e Brasile attraversano una fase positiva suggellata dalla recente Missione di Sistema guidata dal Sottosegretario di Stato allo Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto (novembre 2016), caratterizzata da incontri di alto livello con interlocutori istituzionali brasiliani e da un’ampia partecipazione di aziende italiane di vari settori.
Nonostante ciò negli ultimi due anni si è registrata una flessione esponenziale nell’export di prodotti italiani in Brasile (-25,9% nel 2015 e -20,9% nel 2016) che oggi è calcolato in circa 3,7 miliardi di dollari.
Tuttavia secondo SACE l’export del Belpaese è destinato a crescere ad un ritmo medio pari al 4% fra il 2018 ed il 2020 grazie ad una parziale ripresa dell’economia brasiliana sostenuta anche dal rialzo dei prezzi delle materie prime.
Va poi sottolineato che lo scorso anno è stato lanciato il Programma de Parcerias de Investimentos al fine di promuovere investimenti in particolare nei settori Oil&Gas ed infrastrutture: un piano che dovrebbe generare effetti molto positivi – da qui al 2020 – sulla domanda di mezzi di trasporto (+4,9%), meccanica strumentale (+3,5%) e metalli (+1,8%).
L’Italia comunque occupa già oggi la sesta posizione in termini di investimenti diretti in Brasile – che si concentrano tradizionalmente nel settore dei mezzi di trasporto (31%) e negli altri settori manifatturieri (21%) – con oltre 2,7 miliardi di dollari nel 2016.
Infine il censimento della presenza imprenditoriale italiana in Brasile certifica circa 1000 imprese estere partecipate che danno lavoro a 122mila persone e producono un turn over pari a 35 miliardi di euro.
In definitiva va detto che esportare in Brasile non è semplice per via delle sue barriere doganali, logistiche ed una dinamica del tasso di cambio non sempre favorevole.
Il Paese deve quindi essere concepito come un mercato di investimento, alla stregua di un secondo mercato domestico per tutte quelle imprese che vogliono affrontare con successo la sfida di penetrare in Brasile. Certamente per le nostre produzioni è molto difficile entrare in questo mercato senza effettuare investimenti diretti ma esistono alcune categorie di prodotti che sono maggiormente richieste dai consumatori locali e che approfondiamo di seguito.
Cosa esportare?
Abbigliamento: avere successo in questo comparto è molto complicato soprattutto in ragione della concorrenza dei prezzi dei prodotti cinesi e locali e degli elevati livelli di barriere tariffarie. Esistono tuttavia ampi spazi specialmente per quei brand capaci di rivolgersi a nicchie di consumatori di fascia medio-alta, che rappresentano circa l’11% del consumo del settore;
Prodotti agroalimentari: I prodotti del comparto food&beverage italiano sono molto apprezzati in Brasile ed in particolare si è largamente diffuso il consumo di pasta e di vino provenienti dalla Penisola. Fra i vini italiani di maggiore successo c’è il Lambrusco che rappresenta quasi il 50% del volume totale dei vini venduti in Brasile, mentre il Prosecco ha una quota di mercato che si aggira intorno al 12%. Non si dimentichi però che questa tipologia di prodotti è fortemente penalizzata dai dazi all’importazione e dal sistema di tassazione “a cascata”, oltre che da severi controlli doganali. Infine è bene ricordare che il Belpaese gode di un vantaggio non di poco conto: in Brasile quasi 1/3 della popolazione è di origine italiana e quindi probabilmente vi è una maggiore predisposizione nei confronti delle eccellenze del Made in Italy;
Occhialeria: il settore è in forte crescita dal momento che fra il 2008 ed il 2013 oltre 40 milioni di consumatori sono “entrati” nel mercato. Inoltre è stato calcolato che la spesa media è di circa 100 US$ per occhiali da sole e di 80 US$ per occhiali correttivi.
Per avere maggiori informazioni sul mercato brasiliano e su come espandere il proprio business in Brasile è possibile contattare IBS America Latina scrivendo a c.cezar@ibsal.com.br oppure chiamando la nostra sede italiana al numero 06-5919749.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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