Tutti conosciamo le parole chiave del lusso e fra queste spiccano certamente termini come esclusività, perfezione e pregio. Il settore luxury attrae infatti clienti da tutto il mondo oltre ad imprenditori desiderosi di utilizzare un modello di business che, quando viene applicato con successo, è davvero profittevole.

Nonostante il marketing dei beni di consumo di massa sia stato inventato negli Stati Uniti e le migliori strategie di promozione del lusso nel mondo siano state concepite in Europa (soprattutto da gruppi francesi ed italiani) sono i Paesi emergenti a registrare gli incrementi più interessanti in questo comparto.

Ogni anno, in media, i consumatori che acquistano beni di lusso (stimati in poco meno di 400 milioni di persone) spendono circa 36mila euro a testa: una cifra che fa gola alle nostre imprese che restano fortissime in questo comparto.

L’Italia in effetti, con 29 aziende nella Top 100, è il primo Paese al mondo per numero di aziende operanti nel settore. Fra le importanti citiamo Luxottica (4° società al mondo), Prada (15°) ed Armani (21°).

Inoltre bisogna sottolineare che 7 Paesi (Cina, Francia, Italia, Spagna, Svizzera, Inghilterra e Stati Uniti), da soli, coprono l’84% delle aziende presenti nella top 100 e circa il 90% delle vendite di beni di lusso a livello mondiale. 

Le 100 aziende più importanti del comparto vendono principalmente prodotti nel settore abbigliamento e calzature (40). A seguire troviamo realtà che commercializzano borse e accessori (10), cosmetici (10), orologi e gioielleria (28), altri settori (11).

Fra le altre cose fa impressione rilevare che le prime dieci aziende di questo speciale ranking rappresentano quasi il 50% sul totale delle vendite globali.

Luxottica, come anticipato, è l’unica azienda italiana presente nella top 10 mentre le altre 28 aziende italiane posizionate tra le 100 aziende più importanti del settore del lusso rappresentano (complessivamente) una quota pari a circa il 16% dei ricavi totali globali.

Per chi non ne fosse al corrente Luxottica è un’azienda leader nel design, produzione e distribuzione di occhiali da sole e da vista di elevata qualità e tra i suoi principali marchi include brand iconici di proprietà come Ray-Ban, Oakley, Vogue Eyewear, Persol, Oliver Peoples, Alain Mikli e Arnette e licenze di grande attrattiva e prestigio come Giorgio Armani, Burberry, Bulgari, Chanel, Dolce&Gabbana, Michael Kors, Prada, Ralph Lauren, Tiffany & Co., Versace e Valentino.

Fra i prodotti di lusso in crescita gli acquisti di abbigliamento e calzature (4,4%) e di cosmetici e profumi (6,5%).

I mercati emergenti guidano la crescita del lusso

Secondo una ricerca di Deloitte del febbraio 2017 solo il 4 percento della popolazione mondiale compra i prodotti di lusso.

In Cina, Russia ed Emirati Arabi la percentuale di consumatori è aumentata del 70 percento mentre in mercati sviluppati come Stati Uniti, Giappone e Europa la crescita media si è attestata intorno al 53 percento.

Turismo e lusso, un’opportunità da non perdere

Quasi la metà degli acquisti di beni di lusso viene realizzata nel corso di viaggi/vacanze (31%) o mentre si è in attesa di un volo in aeroporto (16%) ed è interessante rilevare come queste quote aumentino fino al 60% fra i consumatori dei mercati emergenti.

Secondo gli analisti, gli attuali 380 milioni di consumatori che oggi acquistano un totale di € 730 miliardi beni di lusso arriveranno ad essere 440 milioni nel 2020, con una crescita annua pari al 3-4%. I mercati trainanti saranno USA, Cina, Europa e Medio Oriente.

Infine un commento sull’economia europea che pur crescendo poco e con fatica, ha raggiunto - negli ultimi anni - una certa stabilità. In seguito agli attentati terroristici che hanno sconvolto tante città del “Vecchio Continente”, sono moltissimi i cittadini europei e mondiali (e dunque potenziali consumatori) ad evitare di visitare i Paesi maggiormente colpiti o quelli considerati a più elevato tasso di rischio. Anche per questa ragione il settore del lusso europeo rimane un mercato con prospettive di crescita decisamente modeste.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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