Da un paio di mesi non si hanno aggiornamenti significativi sul trattato di libero scambio fra UE e Giappone in discussione da ormai oltre 4 anni. La rilevanza del negoziato è dovuta al fatto che il Paese del Sol Levante è, ad oggi, il secondo partner commerciale asiatico dell’Unione (dopo la Cina). Riusciranno Tokyo e Bruxelles a concludere i negoziati entro la fine del 2017?

Nelle tappe del suo viaggio in Europa, lo scorso marzo, il premier giapponese Shinzo Abe ha ribadito la volontà del Giappone di facilitare e promuovere gli scambi commerciali con l’UE, rigettando così politiche di tipo protezionistico e concludendo, nel più breve tempo possibile, il sospirato accordo di libero scambio (Economic Partnership) tra Bruxelles e Tokyo entro la fine dell’anno in corso.

L’ultimo round di negoziati tra UE e Giappone - il 18esimo dall’avvio delle trattative (03/2013) - si è svolto nel mese di aprile a Tokyo ed ha permesso di disciplinare una serie di aree d’interesse o quantomeno di porre le basi per arrivare ad una disciplina delle stesse.

Di cosa si è parlato?

Si è parlato di prodotti industriali, in particolare dei prodotti automobilistici e conciari ed anche di prodotti agricoli. A riguardo si è discusso di come orientare il lavoro dei negoziatori nei prossimi mesi.

Si è discusso inoltre di additivi alimentari e le parti hanno convenuto sull’importanza di garantire la sicurezza e la qualità alimentare.

In riferimento ai servizi è stato discusso il campo di applicazione del capitolo transfrontaliero di tali scambi. L’UE ha insistito sulla completa esclusione dei servizi audiovisivi. Sono state inoltre discusse le ultime questioni in materia di ingresso e soggiorno temporaneo delle persone fisiche. Il testo su questo capitolo non è ancora definitivo benché in larga parte concordato.

Riguardo al commercio elettronico, le parti hanno discusso questioni quali la conclusione dei contratti per via elettronica. Il Giappone ha ribadito il suo interesse ad avere disposizioni che garantiscano il libero flusso dei dati e il divieto dei requisiti di localizzazione dei dati. L’UE ha preso atto delle richieste e tornerà sul tema a seguito di valutazioni interne.

In materia di appalti, si è parlato principalmente di come strutturare la bozza di testo e delle norme specifiche in materia di requisiti di qualificazione, riconoscimento reciproco della relazione di prova e scambio di statistiche. Le questioni relative all’accesso al mercato rimangono tuttavia ancora aperte.

Si è poi toccato il tema dei diritti di proprietà intellettuale per la cui disciplina sono stati compiuti notevoli progressi verso la finalizzazione del capitolo.
Le parti hanno infatti raggiunto un accordo su quasi tutte le disposizioni non controverse del testo, ovvero sulle norme generali e sui marchi. Restano ancora da discutere alcune questioni in merito alle misure alla frontiera e alla protezione dei diritti di varietà vegetale.

Scenari futuri

La discussione resta ancora aperta per quanto riguarda i brevetti e alcune disposizioni in materia di diritto d’autore, dove esistono profonde differenze tra le rispettive posizioni. Entrambe le parti hanno infine rivisto ampiamente il progetto di testo relativo alle disposizioni applicabili alle indicazioni geografiche ancora in via di definizione.
Continueremo a seguire l’evoluzione di questi importanti negoziati e ad aggiornarvi sui futuri sviluppi per capire se il 2017 potrà essere davvero l’anno dell’agognata firma. Stay tuned.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Valeria Gambino, redazione@exportiamo.it

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