Gli Stati Uniti sono un mercato enorme (325 milioni di abitanti), con un potere d’acquisto elevato ($57,300 pro capite) e che apprezza i prodotti italiani a tal punto da rappresentare il terzo Paese di destinazione dell’export Made in Italy dopo Germania e Francia. Ma quali sono i prodotti del Belpaese più richiesti ed acquistati dai consumatori a stelle e strisce? Scoprilo nel nostro articolo.

Uno dei mercati più importanti e ambiti dalle PMI esportatrici italiane è sicuramente quello statunitense che, negli ultimi anni, sta vivendo una fase di crescita fortissima, a dimostrazione che oltreoceano il Made in Italy riesce a conquistare importanti fette di consumatori grazie alle caratteristiche peculiari dei propri prodotti come qualità, affidabilità, artigianalità e autenticità.

Nel 2016 l’interscambio tra Italia è Stati Uniti ha raggiunto la cifra record di $ 61,963 miliardi, con una crescita del 2.7% rispetto allo scorso anno: il totale dei beni e servizi esportati dal Belpaese negli USA ha toccato quota $ 45,210 miliardi mettendo a segno un +2,4%.

Lo scorso anno è però cresciuto anche l’export americano verso la Penisola ($ 16,753 miliardi) dopo due anni consecutivi di flessione (+3,4% rispetto al 2015). Come si nota l’Italia conserva un importante surplus nella propria bilancia commerciale, pari a $ 28,456 miliardi, il risultato più importante e significativo nei rapporti commerciali del Belpaese con i partner esteri.

Per quanto riguarda la composizione settoriale del nostro export il settore di punta si conferma quello della meccanica (22%), seguono moda e accessori (16%), mezzi di trasporto (15%), chimica e farmaceutica (13%), agroalimentare (10%), semilavorati e componenti (8%), arredamento ed edilizia (6%).

Fra i settori più dinamici si segnala il forte balzo in avanti del comparto farmaceutico (+27.8%), mentre mettono a segno un risultato positivo anche arredamento ed edilizia (+5.9%), agroalimentare (+4%) e mezzi di trasporto (+0.2%). Flessione importante invece per i settori dei semilavorati e componenti (-8.9%), moda e accessori (-5.1%) e meccanica (-4.7%).

In linea generale le importazioni americane dal resto del mondo sono diminuite del 2.6% mentre quelle dall’Italia sono cresciute del 2.4%, consolidando l’undicesimo posto del Belpaese tra i Paesi fornitori degli Stati Uniti con una quota di mercato che si attesta attorno all’1.7%.

Principali Paesi fornitori degli Stati Uniti (2014-2016)

Il Made in Italy negli USA

Approfondendo il discorso per settori e tipologia di prodotto è interessante analizzare i primati che l’Italia detiene nel mercato americano secondo gli ultimi dati relativi all’anno 2016.

Food&Beverage

Vino, olio d’oliva, formaggio, pasta ed acqua in bottiglia: questi sono i prodotti di punta dell’export italiano con quote di mercato importanti e in crescita in relazione al totale dei prodotti agroalimentari importati negli Stati Uniti. In particolare il Belpaese esporta circa $ 1,796 miliardi di vino con una quota di mercato pari al 32.37% ed una variazione positiva in valore rispetto al 2015 del 6% circa grazie al grande apporto delle bollicine. Seguono per importanza di esportazioni in valore l’olio di oliva con $558,41 milioni (42.25% qdm, +6.58% rispetto al 2015), i formaggi con $307,72 milioni (24.37% qdm, +0.94% rispetto al 2015), la pasta con $287,86 milioni (33.74% qdm, +0.68% rispetto al 2015) e le acque con $149.08 milioni (30.45% qdm, -0.96% rispetto al 2015). Si segnala la fortissima crescita anche del gelato in un settore altamente competitivo a causa della concorrenza americana, con un totale di $4,88 milioni (+34.47% rispetto al 2015) e il 4° posto per quota di mercato che è pari al 7.8% nel confronto tra i principali Paesi esteri fornitori degli Stati Uniti. Restano invece praticamente stabili le esportazioni di salse e preparati a $174,40 miliardi.

Meccanica

Per quanto riguarda il settore dei macchinari nel 2016 l’Italia ha esportato $ 538.09 milioni di macchine alimentari, mettendo a segno un +15.87% su base annua e il 5° posto nella categoria tra i Paesi esteri fornitori degli Stati Uniti. Seguono a ruota le macchine per imballaggi con $514.78 milioni (18.58% qdm, +8.53 rispetto al 2015), le macchine agricole con $158.43 milioni (6.07% qdm, -18.18% rispetto al 2015), le macchine per la lavorazione del legno con $145.26 milioni (12.19% qdm, +18.24% rispetto al 2015). Si segnala infine la fortissima crescita delle macchine per marmo, dove l’Italia è leader indiscussa tra i fornitori esteri degli Stati Uniti con $116.13 milioni e un ottimo +31.38% rispetto al 2015 che ha permesso di raggiungere una quota di mercato pari al 33.17%.

Moda e Accessori        

Il Belpaese è leader per l’esportazione di pelli e pellicce negli Stati Uniti, con una quota di mercato del 26.82% e un giro d’affari totale che nel 2016 ha toccato quota $301,53 milioni (+9.1% su base annua). Seppur in leggera flessione rispetto agli anni passati, a recitare la parte del leone vi è il comparto calzature con $1,358 miliardi (5.30% qdm, -3.47% rispetto al 2015), occhialeria con $1.027 miliardi (29.82% qdm e 2° fornitore, +4.92% rispetto al 2015) e pelletteria con $1,026 miliardi (8.03% qdm e 3° fornitore, -0.44% rispetto al 2015).

Arredamento ed edilizia

Infine un riferimento anche al settore design dove i prodotti tricolore riescono ad esprimersi soprattutto nei segmenti premium, nonostante la grande concorrenza che caratterizza il mercato a causa del proliferare di prodotti di bassa qualità provenienti in particolare dall’Asia e che spesso cercano di sfruttare l’immagine dei nostri prodotti alimentando l’odioso fenomeno dell’Italian Sounding. L’Italia nel 2016 ha esportato mobili negli Stati Uniti per $676,97 milioni con una crescita dell’8.76% su base annua e una quota di mercato del 3.16% che fa del Belpaese il 5° fornitore estero degli USA. In crescita anche l’esportazione di ceramica con $683,84 milioni (11.86% qdm, +6.89% rispetto al 2015), mentre c’è stata una leggera flessione per pietre, gesso e cemento che si attestano a quota $588,48 milioni (8.08% qdm, -1.14% rispetto al 2015).

Infine segnaliamo che anche secondo SACE investire negli Stati Uniti è un’ottima idea dal momento che si prevede una crescita dell’export italiano, nel triennio 2017-2019, ad un ritmo pari al 7% annuo; se queste previsioni verranno rispettate il valore totale delle nostre esportazioni si avvicinerà moltissimo ai 50 miliardi di euro (48,9 miliardi per l’esattezza).

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Anthony Pascarella, redazione@exportiamo.it

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