Si concluderà nella giornata di domani la missione imprenditoriale svoltasi a Nuova Delhi e Mumbai organizzata dai Ministeri degli Affari Esteri (MAE) e dello Sviluppo Economico (MISE), da ICE Agenzia, Confindustria, ABI, Unioncamere e Rete Imprese Italia, e guidata dal sottosegretario al Commercio Internazionale e all’Attrazione degli Investimenti presso il MISE Ivan Scalfarotto.

Durante questi intensi giorni di incontri le oltre 60 aziende italiane partecipanti hanno avuto la possibilità di sondare gli ambiti di maggiore rilevanza in tema di scambi commerciali ed investimenti e stringere relazioni con le controparti indiane in vista di future opportunità di business.

Il pool di imprese partecipanti comprendeva anche sei associazioni industriali e di categoria, quattro università e centri di ricerca ed otto istituti bancari.

I settori maggiormente interessati dall’iniziativa sono stati:

• Infrastrutture e Costruzioni;
• Meccanica;
• Automotive;
• Energie Rinnovabili;
• ICT.

Rilevante anche la presenza istituzionale a cominciare dal Presidente dell’Agenzia ICE, Michele Scannavini, affiancato dalla Vicepresidente di Confindustria per l’Internazionalizzazione, Licia Mattioli, e dal Vicepresidente ABI per l’Internazionalizzazione, Guido Rosa.

Attualmente i rapporti commerciali tra Italia ed India sono ottimi con un interscambio che viaggia intorno ai 7,5 miliardi di euro annui (siamo il quinto partner commerciale a livello UE) anche se il Belpaese si piazza solamente al 24° posto nel ranking del commercio bilaterale fra l’India e i Paesi terzi.

Come sottolineato dall’Ambasciatore Indiano a Roma S.E. Anil Wadhwa, nel corso di un’intervista rilasciata all’Italian Trade Agency, l’interscambio tra le due nazioni può e deve essere incrementato: “E’ mia ferma convinzione che l’India e l’Italia abbiano economie complementari e che i nostri rapporti d’affari si possano e si debbano incrementare. Tenendo presente questo, io e la mia Ambasciata abbiamo cercato di promuovere sia il commercio che gli investimenti tra i due Paesi, organizzando una serie di eventi a Roma, Milano, Bergamo, Napoli, Verona, Firenze, con il supporto di Confindustria e delle sue organizzazioni associate”.

Allo stato dei fatti sono già più di 500 le aziende Italiane di diversi settori a vantare una presenza in India e stando alle parole dell’Ambasciatore le opportunità sono ancora vaste ed inesplorate.

Effettivamente l’India è un Paese in via di sviluppo, in fase fortemente crescente: l’economia indiana offre la possibilità a partner stranieri di introdurre know-how tecnico all’interno delle industrie locali e questo aspetto si sposa splendidamente con le nostre caratteristiche e spiega in parte le ragioni della cooperazione crescente tra le due nazioni.

Le produzioni Made in Italy - da sempre sinonimo di eccellenza, innovazione e professionalità - possono quindi giovare alla crescita di un Paese come l’India dandoci modo di creare sinergie vincenti.

L’interscambio India-Italia acquista una sua valenza strategica anche e soprattutto se visto in prospettiva perché l’India può fare affidamento su una ampia classe media (si parla di circa 400 milioni di persone) che può costituire un importante target di riferimento per le imprese italiane che vogliono espandersi all’estero.

Inoltre non bisogna dimenticare che oltre il 50% della popolazione indiana ha una età inferiore ai 25 anni e questo indica una forte tasso di produttività potenziale.

Esistono pertanto, per le imprese italiane, ottime prospettive sia per l’export sia per la delocalizzazione, anche parziale, delle loro attività sul territorio indiano: opportunità da non perdere anche in considerazione dell’ampiezza del mercato interno.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Riccardo Ciabattoni, redazione@exportiamo.it

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