Quante volte avete sentito parlare di viral marketing? Riuscire a diffondere un messaggio come un virus è l’idea che risiede alla base di questo particolare tipo di fenomeno ed i social network, in questo senso, possono rivelarsi degli alleati formidabili. Ma non sempre è così facile come sembra.

Rendere una foto, un video o un post VIRALI.

Questa parola è ormai entrata a far parte del nostro linguaggio comune da qualche anno anche perché ci capita ormai quotidianamente di venire in contatto con elementi che possono essere definiti tali, specialmente curiosando fra le bacheche dei social network a cui siamo iscritti.

Il viral marketing quindi altro non è che una forma di marketing non convenzionale che ha l’obiettivo di diffondere un contenuto in maniera esponenziale, facendogli così acquisire un’enorme popolarità in un lasso di tempo molto ridotto. E’ ovvio che praticamente tutte le aziende vorrebbero riuscire in questo intento, sponsorizzando le proprie attività alla più ampia platea possibile di potenziali clienti, ma far diventare un contenuto virale è tutt’altro che semplice.

Secondo Jonah Berger - autore del testo “Marketing Contagioso” (che vi consigliamo di leggere) - esistono sei “ingredienti” o elementi chiave che incrementano le possibilità che un contenuto diventi virale.

Il primo di questi è la cosiddetta social value, ciò significa che: se vogliamo che l nostro messaggio si diffonda con successo, dobbiamo strutturarlo in modo tale che gli altri parlandone riescano a trasmettere un’immagine positiva di sé stessi. Originale, alla moda, intelligente, eco-sostenibile, ecc. in questo senso le sfumature che il messaggio può assumere sono davvero numerose ma il risultato rimane sempre il medesimo: viene condiviso ciò che ci fa fare bella figura con gli altri.

Il secondo “ingrediente” riguarda la creazione di stimoli: per far in modo che si parli di qualcosa è necessario generare una associazione di idee nella mente umana, fare in modo che alle persone venga in mente quasi “naturalmente” un prodotto. Affinché ciò avvenga il messaggio confezionato deve contenere un buon mix di originalità e semplicità perché “se è facile pensare a qualcosa, è facile parlarne”.

Il terzo elemento chiave è invece l’emozionalità del messaggio: più i contenuti promozionali sono in grado di generare una reazione emotiva nel potenziale cliente più aumentano le possibilità che essi vengano condivisi.

Il quarto principio è quasi banale e riguarda la visibilità pubblica del prodotto da promuovere che può essere massimizzata anche attraverso iniziative ad hoc e partnership commerciali.

Il quinto “ingrediente” riguarda la praticità di un prodotto ovvero bisogna cercare di trasmettere l’utilità, la convenienza ed il valore aggiunto di un certo prodotto riesce ad apportare alla nostra quotidianità. Se un prodotto è in grado di produrre un sensibile risparmio in termini di denaro o di tempo i consumatori saranno ben felici di condividerlo e di consigliarlo ai propri amici e conoscenti.

Infine il sesto principio è anche quello su cui, in questa fase, si stanno concentrando un numero crescente di aziende ed esso riguarda lo storytelling. Oggi quando promuoviamo un prodotto non dobbiamo più limitarci a condividere informazioni asetticamente ma è invece bene inserire i nostri prodotti all’interno di una “narrazione”, ricordandoci che un numero sempre maggiore di consumatori non ambisce semplicemente ad acquistare un oggetto ma un’esperienza.

D’altronde le storie ed i racconti altro non sono che la forma più antica di intrattenimento e come sostiene Jonah Bergeruna narrazione è intrinsecamente più avvincente di una semplice esposizione di fatti. Se il pubblico viene conquistato già fin dall’introduzione rimarrà per ascoltarne la fine”.

Come ogni campagna di marketing una campagna che si prefigga l’obiettivo di diventare virale deve quindi essere curata in ogni minimo dettaglio e produrre un messaggio possibilmente breve, diretto ed accattivante. Facile a dirsi, un po’ più complicato a farsi.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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