L’ISTAT ha reso noto i dati relativi al commercio estero italiano di febbraio 2017: l’andamento dei due flussi è contrastato perché al secco stop dell’export (-2%) si contrappone la crescita dell’import (+1,3%). Vediamo nel dettaglio le performance specifiche delle principali categorie merceologiche e scopriamo quali sono stati i Paesi in cui la richiesta di Made in Italy è cresciuta maggiormente.
E dunque dopo quattro mesi consecutivi l’export italiano si è fermato complice il brusco calo delle vendite verso i mercati extra UE (-4,7%) compensato solo parzialmente dal lieve aumento (+0,3%) degli acquisti di Made in Italy operati dai Paesi comunitari. Quasi tutte le categorie merceologiche risultano in diminuzione fatta eccezione per i beni di consumo durevoli (+2,7%), che registrano una sorprendente crescita.
Nonostante i non brillanti dati di febbraio la crescita delle vendite di Made in Italy all’estero rimane consistente nell’ultimo trimestre (+3,7%) anche se l’import (+5,6%) è aumentato più delle esportazioni.
Anche rispetto allo scorso anno la crescita dell’export è evidente (+2,3%) ma è praticamente quadruplicata dall’incremento dell’import (+9,1%). Al netto delle differenze nei giorni lavorativi (20 a febbraio 2017 rispetto a 21 di febbraio 2016), l’aumento risulta più ampio: +11,3% per l’import e +5,0% per l’export.
Rispetto a febbraio 2016 in aumento: le vendite di prodotti petroliferi raffinati (+80,8%), di autoveicoli (+12,7%) e di sostanze e prodotti chimici (+6,6%). Sul lato import boom di acquisti di petrolio greggio (+105,3%) e prodotti petroliferi raffinati (+53,6%).
Dettaglio Paesi
Molto bene le vendite di prodotti italiani verso Cina (+31,5%), Russia (+25,4%), Paesi Mercosur (+9%), Spagna (+9,8%) e Polonia (+8,5%) mentre cala il business del Belpaese con Paesi OPEC (-20,6%), Belgio (-11,9%), Turchia (-9,4%), Regno Unito (-3,3%) e Paesi Bassi (-2,2%).
Infine si segnala che il surplus commerciale è registrato in flessione e si ferma a 1,9 miliardi contro i 3,9 miliardi di febbraio 2016.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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