Spesso sottovalutato dalle aziende esportatrici italiane, il Canada è uno dei mercati più dinamici e in crescita del continente americano.

Nel 2016 il PIL canadese ha toccato quota 1379 miliardi di euro e secondo le previsioni di BPER per il 2019 questa cifra arriverà a toccare quota 1599 miliardi, con un aumento del 16% su base triennale.

Con una popolazione di 36,5 milioni di persone e un reddito pro capite di 45.553$, il Canada attualmente rappresenta il 27° mercato di sbocco per l’export italiano che nel 2016 ha raggiunto i 4 miliardi di euro.

Secondo SACE questa cifra, in costante aumento negli ultimi 5 anni, è destinata ancora a crescere fino a 4,7 miliardi nel 2019 (+17.5%).

I prodotti del Made in Italy più apprezzati dai buyer canadesi riguardano i settori della meccanica strumentale (24%), alimentari e bevande (14%), mezzi di trasporto (13%), tessile e abbigliamento (9%) e chimica (7%).

Inoltre, sempre secondo SACE; il Canada è ben posizionato fra i Paesi nei quali si consiglia di fare business (22° su 190 Paesi) ed è molto ben messo anche per competitività dell’economia (15° su 138 Paesi) e corruzione percepita (9° su 175 Paesi).

Inoltre nella country risk analysis sia il rischio politico che quello di credito sono praticamente nulli a dimostrazione che quello canadese è un ambiente business friendly.

Ma occhio al dollaro canadese che è di per sé una moneta molto instabile: per chi fa affari col Canada (soprattutto nel lungo periodo) diventa fondamentale aggiungere all’interno dei contratti una clausola riguardante il tasso di cambio!

Il Canada e le sue province

Il Canada è per estensione il 2° paese al mondo dopo la Russia ed è dunque importante per le aziende esportatrici italiane conoscere approfonditamente il mercato per individuare il target ideale, al fine di evitare un inutile dispendio di risorse.

Il paese nordamericano è composto da 10 province e 3 territori, mentre le città più popolose sono Toronto (2.7 milioni di abitanti), Montreal (1.7 milioni), Calgary (1.2 milioni), Ottawa (934.000), Edmonton (932.00) e Vancouver (631.000).

Le province più importanti sono l’Ontario (circa 14 milioni di abitanti), il Quebec (8.3 milioni), la British Columbia (4.7 milioni) e l’Alberta (4.2 milioni).

Inoltre destano particolare interesse anche gli studi previsionali realizzati da Statistics Canada e Bank of Montreal per quanto riguarda la crescita demografica e del PIL.

Ipotizzando uno scenario di crescita media, l’Ontario entro il 2036 potrebbe veder aumentare la sua popolazione di 3,5 milioni di abitanti (+25%) mentre il PIL è visto in rialzo del 2,3% per il 2017.

A ritmi meno sostenuti viaggia il Quebec che secondo le previsioni dovrebbe aumentare la propria popolazione di circa 800.000 unità entro il 2036, mentre il PIL crescerà dell’1,6% nel 2017.

Sicuramente la provincia attualmente più interessante è la British Columbia che entro il 2036 potrebbe crescere di ben 1,6 milioni di abitanti (+34%) e il PIL, che è aumentato del 3% sia nel 2015 che 2016, è destinato a salire anche nel 2017 secondo le stime BMO (+2,5%).

Infine l’Alberta, provincia industriale del Canada, dopo due anni consecutivi chiusi in negativo in termini di crescita del PIL (-4% nel 2015 e -2,3% nel 2016) dovrebbe invertire il trend per ritornare ad essere uno dei motori dell’economia canadese (+2,3% la previsione per il 2017). Per quanto riguarda l’aspetto demografico nei prossimi 20 anni è previsto un incremento di 637.935 unità (+15,3%).

Questo sguardo d’insieme può essere utile per capire quali sono le zone del Canada più interessanti per le PMI italiane: attualmente l’Ontario e la British Columbia sono le province più dinamiche sia dal punto di vista demografico che economico, grazie alla notevole crescita del settore IT e dei servizi.

Il Quebec, la parte francofona e più “europea” del Canada, dopo un periodo di stagnazione a livello economico dovrebbe ricominciare a correre, grazie soprattutto al grande traino del settore aerospazio e trasporti.

L’Alberta, grazie ai giacimenti di petrolio e minerali, rappresenta il cuore dell’industria estrattiva canadese e dopo gli ultimi anni di crisi dovrebbe riprendere il ruolo di motore propulsore per quel che concerne il settore energia.

Il Made in Italy in Canada

Secondo un censimento del 2011 in Canada vi sono circa 1,5 milioni di Italiani, localizzati principalmente in Ontario (61,3%), Quebec (20,5%), British Columbia (9,2%) e Alberta (5%).

I centri principali sono la Greater Toronto Area con 467.015 italo-canadesi censiti e la Greater Montreal che ne conta invece 261.115.

Questo dato, unito alla capacità di spesa pro capite e alle proiezioni di crescita positive del Canada analizzate in precedenza, possono rappresentare una grande opportunità per le PMI del Belpaese: la comunità italiana è molto forte soprattutto in Ontario e Quebec dove il Made in Italy fa gola a milioni di consumatori, sempre più alla ricerca di prodotti autentici e legati alla tradizione tricolore.

A tal proposito il CETA potrebbe rappresentare una grande occasione per far crescere e proteggere il vero Made in Italy che anche in Canada subisce gli effetti nefasti dell’Italian Sounding. Infatti verranno introdotte ben 41 indicazioni geografiche Made in Italy sui 140 marchi a tutela previsti dall’accordo tra Canada e Unione Europea.

In definitiva il mercato canadese può essere potenzialmente molto attrattivo per tutte le PMI italiane rappresentando un contesto dinamico e in crescita come dimostrano gli indicatori demografici ed economici.

Immagine (Bank of Montreal)

Fonte: a cura di Exportiamo, di Anthony Pascarella, redazione@exportiamo.it

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