“I rapporti tra Stati Uniti e Canada sono eccezionali, abbiamo l’opportunità di costruire nuovi ponti di cooperazione”. Questo è quanto affermato da Donald Trump durante il primo incontro ufficiale con Justin Trudeau.

E in effetti i dati che legano Washington e Ottawa confermano l’importanza di quest’alleanza strategica tra i membri (insieme al Messico) del tanto discusso NAFTA:

- Ogni giorno tra i due Paesi transitano 400.000 persone e 1,5 miliardi di dollari (in termini di merci e servizi);

- L’interscambio di beni e servizi è uno dei più alti al mondo e nel 2016 ha toccato quota 670 miliardi di dollari;

- Gli USA esportano in Canada circa 338 miliardi di dollari ed Ottawa rappresenta così il primo mercato di sbocco per l’export a stelle e strisce;

- Il Canada vende negli Stati Uniti i 2/3 dei propri beni e servizi (332 miliardi, equivalenti al 20% circa del PIL di Ottawa);

- 1/7 dei posti di lavoro canadesi (2,7 milioni) dipendono dal commercio con gli Stati Uniti.

Unico punto di disaccordo durante l’incontro alla Casa Bianca è emerso quando si è discusso di immigrazione, tema caldo per Trump che già dopo i primi giorni di insediamento ha firmato il “Muslim Ban”, provvedimento volto a bloccare l’ingresso negli Stati Uniti ai cittadini provenienti da Iran, Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan e Yemen per 90 giorni.

D’altro canto Trudeau ha confermato la sua politica di apertura verso i rifugiati accogliendo circa 40mila siriani e confermando la propensione storica del Canada ad accogliere gli immigrati piuttosto che respingerli, ribadendo però il concetto di non voler dar lezioni agli Stati Uniti in materia.

Nonostante questa divergenza l’interesse principale di entrambi gli interlocutori è innanzitutto quello di mantenere i buoni rapporti commerciali che storicamente caratterizzano i due “vicini”: il tycoon ha affermato che il trattato NAFTA col Canada subirà solo “leggere correzioni”“, vista l’importanza strategica di questa partnership.

I possibili scenari

Come si legge dai dati lo squilibrio commerciale tra i due Paesi è minimo, infatti il Canada vanta un surplus di 10 miliardi di dollari per quanto riguarda l’esportazione di merci, mentre se si prendono in considerazione anche i servizi la bilancia commerciale si sposta a favore degli Stati Uniti (+11 miliardi di dollari).

L’equilibrio commerciale fra USA e Canada quindi non stimola l’attivismo di Trump che invece ha sottolineato più volte di voler rivedere i rapporti bilaterali con i Paesi dove la differenza tra esportazioni e importazioni è nettamente a sfavore degli americani: tra questi vi sono Cina (-347 miliardi di dollari), Messico (-63 miliardi di dollari), Giappone (-69 miliardi di dollari) e Germania (-65 miliardi di dollari).

Ritornando ai rapporti tra Canada e Stati Uniti un primo segnale positivo è stato dato dallo sblocco del progetto Keystone, il grande oleodotto ideato per trasferire il petrolio grezzo dal Canada fino alle raffinerie del Messico passando per i territori americani.

Un altro punto che potrebbe legare i due Paesi è un’iniziativa comune a sostegno delle donne business leader per facilitarne l’accesso al mondo dell’imprenditoria, tema particolarmente caro a Ivanka Trump e che troverebbe in Trudeau la spalla ideale (non è un caso che più della metà dei collaboratori politici del giovane Presidente canadese siano donne).

Tra i tanti argomenti di discussione sul tavolo a seguito del primo incontro ufficiale spicca la questione relativa al NAFTA, visto che da un lato l’interesse è salvaguardare l’importante partnership tra Stati Uniti e Canada, ma dall’altro Trump spinge per ritrattare gli accordi col Messico anche in virtù dei recenti screzi col Primo ministro Enrique Peña Nieto.

Ma ci sono altri punti importanti che legano a doppio filo Washington e Ottawa: sicurezza, ambiente, materie prime ed energia.

Ciò che è emerso a seguito del primo incontro ufficiale è che probabilmente Trump e Trudeau non potranno mai intendersi dal punto di vista “umano” a causa delle differenti posizioni su temi di tipo sociale, ma la necessità di salvaguardare i rapporti commerciali di una delle partnership più importanti a livello mondiale è la priorità di entrambi.

Il futuro dei rapporti fra le due potenze nordamericane riguarda da vicino anche il Belpaese che, ad oggi, intrattiene eccellenti rapporti commerciali sia con gli Stati Uniti sia con il Canada anche perché essi rappresentano, rispettivamente, il terzo ed l’ottavo mercato di sbocco dell’export Made in Italy.

E’ certo quindi che il sistema produttivo ed imprenditoriale italiano avrebbe solo da perdere da un eventuale irrigidimento delle relazioni fra Trump e Trudeau.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Anthony Pascarella, redazione@exportiamo.it

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