L’Algeria è un’economia che sta attraversando una fase problematica connotata da una serie di elementi di rischio (basso prezzo di petrolio e gas, riserve valutarie in diminuzione, riduzione dell’export e deficit della bilancia dei pagamenti) che, almeno ad un primo sguardo, non rendono il Paese nordafricano fra le destinazioni più ambite per effettuare investimenti.
Attenzione però perché per quel che riguarda i rapporti con il Belpaese essi rimangono positivi ed infatti le relazioni bilaterali Italia-Algeria sono molto solide con un interscambio commerciale stimato per il 2016 vicino ai 7 miliardi di euro.
Oltre allo storico rapporto energetico, che si è evoluto e diversificato nel corso dei decenni, Roma ha inoltre conquistato una posizione preminente tra i principali partner commerciali dell’Algeria.
Ma, ad Algeri, non è solo la prospettiva di una stabilizzazione verso il basso dei prezzi del petrolio a generare la maggiore preoccupazione bensì l’ascesa dell’islamismo radicale tra i giovani algerini: secondo i servizi segreti del Paese ci sarebbero circa 800 persone sul territorio nazionale legate in qualche modo ad organizzazioni estremiste.
Per le produzioni Made in Italy esportare qui rimane comunque una buona opportunità ma per farlo è bene conoscere le normative doganali da rispettare.
Per cominciare va detto che in Algeria “le operazioni d’importazione ed esportazione di prodotti si effettuano liberamente” eccetto per quel che riguarda prodotti che attentano alla sicurezza, all’ordine pubblico e alla morale.
La produzione nazionale può beneficiare di una protezione tariffaria sotto forma di dazi doganali ad valorem e di misure di difesa commerciale.
Fra queste misure abbiamo:
• misure di salvaguardia, che si applicano ai prodotti importati in grandi quantità che possono minacciare un settore della produzione nazionale;
• misure compensatorie, che servono a controbilanciare ogni sovvenzione concessa alla produzione, all’importazione e al trasporto di un prodotto la cui esportazione verso l’Algeria può causare un danno importante a un settore della produzione nazionale;
• misure anti-dumping, che si attivano nel caso in cui il prezzo all’esportazione verso l’Algeria è inferiore al valore normale o al valore di un prodotto simile.
Documentazione
Nel Paese africano per accedere alle operazioni di commercio con l’estero l’importatore deve produrre la seguente documentazione:
- Estratto del registro del commercio;
- Carta d’immatricolazione fiscale;
- Una serie di documenti relativi alla transazione per lo sdoganamento.
Qualora si tratti di prodotti oggetto di una licenza di importazione, l’operatore deve riferirsi alla normativa vigente per l’importazione degli stessi.
Inoltre al fine di agevolare e flessibilizzare il commercio estero, il governo algerino ha deciso di cancellare la presentazione di una serie di certificazioni riducendo così progressivamente i tempi di trattenimento dei dossier da parte delle banche.
Barriere tariffarie
Come anticipato la liberalizzazione del commercio estero in Algeria è stata avviata fin dall’inizio degli anni ’90 e sul piano tariffario il livello di protezione si è assai ridotto: a confermarlo è l’entrata in vigore dell’Accordo di associazione con l’UE, della zona araba di libero scambio (ZALE) e il negoziato in corso per l’accesso all’OMC.
Oggi sono in vigore tre dazi principali nel Paese nordafricano:
materie prime-> 5%;
semilavorati-> 15%;
prodotti finiti->30%.
Lo smantellamento tariffario tra Algeria ed Ue, inizialmente previsto nel 2017, è stato rinviato al 2020 in base ad un accordo convenuto tra le due parti in data 23 agosto 2012 dopo due anni di consultazioni.
Va poi evidenziato che il governo algerino ha rafforzato il controllo dello Stato sul commercio estero con un ritorno alle licenze e quote d’importazioni per una serie di prodotti fra cui cemento, prodotti siderurgici (tondino e vergella) e autoveicoli.
Infine si sottolinea che dal 2010 tutte le esportazioni verso l’Algeria sono soggette a un’autorizzazione amministrativa denominata Visto di Franchigia Doganale che va richiesta dagli operatori algerini alla Camera di commercio e industria competente, ha validità sei mesi e viene rilasciata entro 30 giorni dalle relative Direzioni regionali di commercio.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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