A dicembre ci sono buonissime notizie per i prodotti italiani al di fuori del “Vecchio Continente”: in effetti rispetto al mese precedente, entrambi i flussi commerciali registrano un aumento consistente anche se è l’import (+6,5%) a crescere in misura nettamente superiore rispetto all’export (+2,5%).
Il surplus commerciale a dicembre 2016 si ferma a 5,7 miliardi di euro, in leggera diminuzione rispetto ad un anno fa (+5,9 miliardi).
Sul fronte export la crescita è diffusa a tutti i raggruppamenti di beni con tre categorie merceologiche - energia (+8,8%), beni di consumo durevoli (+8,7%) e beni di consumo non durevoli (+3,0%) - che spiccano su tutte.
Dal lato dell’import sono gli acquisti di energia (+14,4%) e di beni strumentali (+8,2%) a viaggiare ad una velocità superiore rispetto agli altri prodotti.
L’ultimo trimestre ha dunque certificato una dinamica espansiva per le vendite di Made in Italy all’estero con un incremento pari al 2,9% e che ha riguardato tutti i raggruppamenti principali di beni, eccezion fatta per i beni di consumo durevoli (-0,9%). Per quel che concerne gli acquisti da Paesi extra-europei l’aumento è ancor più significativo (+5,2%).
Rispetto ad un anno fa l’export viaggia ad un +4,1% che sale addirittura fino al +6,2% se si elimina l’effetto prodotto dal diverso numero di giorni lavorativi. Ottime performance per beni di consumo non durevoli (+6,5%), energia (+4,5%) e beni strumentali (+4,3%).
Anche le importazioni viaggiano ad un ritmo elevato (+8,1%) specialmente grazia alla componente energetica (+18,9%).
Va però sottolineato che, nonostante il recupero concretizzatosi nel corso del quarto trimestre dell’anno, nel 2016 entrambi i flussi commerciali verso i paesi extra Ue risultano in diminuzione rispetto all’anno precedente, con una flessione più marcata per le importazioni (-5,8%) rispetto alle esportazioni (-1,2%).
Al netto dell’energia, il calo delle importazioni si riduce (-0,7%), mentre le esportazioni conseguono un lieve aumento (+0,2%).
Il surplus commerciale ha sfiorato i 40 miliardi di euro a fronte di 33,2 miliardi nel 2015 ma, al netto dell’energia, la differenza con l’anno precedente si riduce sensibilmente (65,6 contro 64,4 miliardi).
I Paesi che hanno comprato più Made in Italy nel 2016 sono Giappone (+9,6%), Cina (+6,4%), Stati Uniti (+2,6%) e Paesi ASEAN (+2,3%) mentre una flessione non trascurabile è avvenuta nei Paesi MERCOSUR (-13,3%) e Paesi OPEC (-7,3%).
Nell’infografica in basso è possibile invece visualizzare le variazioni nei flussi import ed export su base tendenziale (dicembre 2016 vs dicembre 2015).
Infografica: Carlotta Desideri
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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