Manterrà il diritto di parola ma non avrà più diritto di voto: questa è la decisione presa dai membri del Mercosur nei confronti del Venezuela di Nicolas Maduro, sospeso a tempo indeterminato dal mercato comune dell’America Latina.
Sebbene si parli di un provvedimento scaturito per “inadempienze su accordi economici, sui diritti umani e l’immigrazione alla base del gruppo” sono in molti a pensare che il Paese sia stato messo da parte per le sue enormi difficoltà economiche che avrebbero rischiato di minare o quantomeno rallentare alcuni accordi commerciali, tra cui il trattato di libero commercio con l’Unione Europea.
La decisione era nell’aria da diverse settimane tanto che lo scorso settembre Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay avevano comunicato a Caracas che avrebbe dovuto, in soli tre mesi, approvare le 112 risoluzioni e gli oltre 40 trattati internazionali che regolano il funzionamento del Mercosur.
Va precisato comunque che ad oggi il Venezuela ha adeguato solo il 30% delle sue leggi alle norme del Mercosur mentre gli altri Paesi membri circa il 60%.
Quel che appare evidente è che Caracas rischia un isolamento politico assai pericoloso fino a quando non compirà significativi progressi nella sua drammatica situazione economica (nel solo 2016 si parla di un’inflazione del 500%).