Negli ultimi anni gli Emirati Arabi hanno suscitato sempre più interesse da parte degli investitori esteri per il basso livello di tassazione.
Gli aspetti fiscali vengono regolati localmente dai diversi Emirati in quanto il governo federale legifera solo in materia di affari esteri, difesa, salute ed educazione. Tuttavia i decreti fiscali adottati dai sette Emirati sono improntati sui medesimi principi e criteri generali sia per quanto riguarda la tassazione individuale che quella societaria

Imposte Individuali

In qualsiasi Emirato il reddito delle persone fisiche non è soggetto ad alcuna imposizione fiscale, l’unica imposta individuale prevista è quella sulla proprietà immobiliare. I proprietari devono versare sul prezzo totale del bene una percentuale che varia dal 2 al 15% in base alla professione e all’Emirato di appartenenza. Nel caso di Dubai, ad esempio, i professionisti nei settori commerciali devono versare alla municipalità di Dubai il 5% dell’affitto annuo mentre i professionisti nel settore bancario il 15%.

Al contrario tale distinzione non viene applicata nell’emirato di Sharjah, in cui tutti i locatori sono tenuti a versare il 2% dell’affitto annuo indipendentemente dalla professione esercitata. La maggior parte degli Emirati impongono poi anche una tassa di locazione pari al 5% dell’affitto per i residenti e al 10% per i locatori commerciali.

Imposte Societarie

Anche per quanto riguarda le attività d’impresa, non ci sono imposizioni sui redditi e sugli attivi delle persone fisiche e giuridiche eccetto l’obbligo di pagamento annuale della licenza relativa all’esercizio di qualsiasi tipo di attività (commerciale, professionale o industriale).

L’Italia e gli Emirati sono legati da una convenzione fiscale internazionale sulla doppia imposizione. In base a questo trattato entrato in vigore il 5 novembre 1997, se un residente italiano possiede elementi di reddito che sono imponibili negli Emirati Arabi, su questi non viene applicata alcuna imposta. L’assenza di tassazione sui redditi societari e personali è presente nelle medesime condizioni anche nelle Zone Franche dei singoli Emirati. In queste zone dedicate prettamente al commercio con i Paesi esteri è possibile inoltre beneficiare dell’esenzione dei tassi doganali per la merce d’import-export mentre su territorio federale il dazio doganale è pari al 5%.

Nonostante gli Emirati abbiano un livello di tassazione sensibilmente inferiore a quello applicato in Italia, a partire da novembre 2015 tutti e sette gli stati federali non rientrano più nella black list italiana. Infatti, In base all’articolo 1, comma 678, legge 190/2014, cd. legge di Stabilità 2015, l’unico e importante criterio che comporta i Paesi a rimanere nella lista nera italiana è la mancanza di un adeguato scambio di informazioni con l’Italia. Pertanto, l’applicazione da parte di uno Stato di una fiscalità agevolata e una minore tassazione, non è più considerato un presupposto rilevante ai fini di black list.

Imposte Indirette

Un’importante novità sul sistema di tassazione negli Emirati Arabi riguarda l’introduzione dell’IVA. Su delibera del Consiglio Supremo del Gulf Cooperation Council (GCC), gli Emirati e tutti gli altri Paesi del Golfo saranno obbligati a introdurre la nuova tassa a partire dal primo gennaio del 2018. Al momento la tassazione prevista è pari al 5% sul prezzo del bene con l’eccezione di 150 prodotti alimentari considerati di base di cui la lista non è ancora disponibile, l’istruzione, la sanità e i servizi sociali.

L’obiettivo della tassa è di avere un’ulteriore fonte di entrata e far fronte alla continua fluttuazione del prezzo del petrolio che, specialmente negli ultimi anni, ha inciso negativamente sull’economia dei paesi del Golfo, alcuni dei quali basano ancora la crescita del loro PIL principalmente sulle rendite date da questa risorsa.
Ogni Paese membro del GCC sarà libero di scegliere tempi e modalità di introduzione della nuova tassa per evitare che vi sia il traffico di beni non tassati da una nazione all’altra con conseguenti danni sulla competitività tra i Paesi membri.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Francesca Maria Borghi, redazione@exportiamo.it

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