L’innovazione paga ed a confermarlo sono alcuni dati economici che dimostrano come, da quando le industrie hanno cominciato ad usare maggiormente marchi e brevetti, a beneficiarne sono stati PIL, occupazione ed export.
A certificarlo è uno studio congiunto dell’Ente europeo dei brevetti (Epo) e dell’Ufficio per la proprietà intellettuale della Ue (Euipo) sull’impatto dei diritti di proprietà intellettuale sulle economie del “Vecchio Continente”.
I risultati dell’analisi sono chiari: il 42% dell’attività economica totale (di poco inferiore ai € 6.000 mld annui) sono stati prodotti da industrie ad alta densità di proprietà intellettuale.
A livello occupazionale oltre un posto di lavoro su quattro (il 28%) in Europa sono è generato da industrie altamente innovative e, se si considerano anche i posti indiretti, emerge che il 38% dell’occupazione complessiva Ue (82 milioni di occupati) dipende da chi spinge l’acceleratore dell’innovazione. Se si guarda agli anni più bui della crisi (periodo 2008-2010) si nota inoltre come, sebbene l’occupazione sia diminuita (in ambito europeo) da 219,6 milioni a 215,8 milioni, essa sia invece rimasta costante nelle imprese innovative.
Infine si segnala che sussistono anche degli evidenti benefici in termini di salari per i lavoratori del comparto che sono, mediamente, quasi il 50% più elevati rispetto a quelli di altri settori.