Mobilise Sme, questo è il nome dell’innovativo ed interessante strumento a cui possono ricorrere tutte quelle imprese del “Vecchio Continente” con una spiccata sensibilità nei confronti dei mercati esteri.

Il progetto, di cui il nome completo è Mobilities for professionals and qualified employees of MSMEs come si legge nel sito di riferimento, è finanziato dal Programma europeo per l’occupazione e l’innovazione sociale (PROGRESS, 2016-2017) ed intende analizzare le opportunità di mobilità transfrontaliera dei dipendenti di micro, piccole e medie imprese (MPMI) all’interno dell’Unione europea ed i vantaggi da essa derivanti.

Mobilise Sme è promosso da Confapi e si struttura esattamente come l’Erasmus, l’ormai celebre programma comunitario di interscambio universitario che concede la possibilità a tutti gli studenti risultati vincitori di una borsa di studio di studiare e sostenere esami, per un certo periodo di tempo (normalmente 6-9 mesi), presso un istituto universitario di un Paese europeo diverso da quello di origine del richiedente.

La differenza più rilevante fra i due programmi sta nei soggetti che ne usufruiscono, non studenti ma dipendenti aziendali.


Il programma è ancora in fase sperimentale ed in effetti, ad oggi, si deve ancora necessariamente parlare di un progetto pilota che entrerà nel vivo solo durante il prossimo autunno quando partirà la fase di scambio transfrontaliero, una finestra che avrà una durata pari a quattro mesi (da novembre 2016 a marzo 2017) ma che, in un primo momento, non consentirà di superare i due mesi totali di scambio per ciascun soggetto.

Da qui a breve le aziende potranno inserire le proprie richieste all’interno di una apposita piattaforma online attraverso la quale sarà possibile segnalare la disponibilità aziendale ad accogliere un dipendente comunitario e/o ad inviare un proprio dipendente all’estero.

Le PMI ospitanti avranno la possibilità di accedere a tutti i servizi di assistenza e supporto necessari per organizzare l’arrivo di un dipendente estero senza che ciò comporti alcun onere aggiuntivo per l’impresa che non dovrà provvedere neanche a finanziare le relative spese di viaggio. Lo stipendio percepito dal dipendente durante il periodo di scambio rimarrà quello previsto dal contratto di lavoro in essere e sarà erogato dall’impresa con la quale è contrattualizzato e dunque non a carico dal soggetto ospitante.

Gli imprenditori interessati sono invitati a partecipare al sondaggio online che si propone di coinvolgere almeno 100mila PMI di 19 paesi europei, al fine di raccogliere le loro opinioni su fattibilità, attrattività, organizzazione e caratteristiche di un programma di questo tipo. Parallelamente, inoltre, si sta realizzando anche una ricerca su quadro giuridico e programmi di mobilità già esistenti in 20 Paesi UE utile per capire quali possano essere eventuali buone pratiche da cui prendere spunto.


Ma la domanda è lecita: quali sono i vantaggi attesi?

I vantaggi dovrebbero essere di tre tipi:

• Benefici economici

Si parte dal presupposto che la mobilità internazionale favorisce la possibilità di conoscere e sviluppare relazioni commerciali proficue all’interno del mercato unico dell’UE dando dunque la possibilità alle MPMI, che rappresentano il 99% delle imprese comunitarie, di crescere ed espandersi sui mercati esteri;

• Vantaggi sociali

E’ dimostrato che i cittadini che viaggiano e che hanno la possibilità di conoscere e confrontarsi con culture e società diverse sviluppano molto più facilmente valori come comprensione, rispetto reciproci e soprattutto un maggiore attaccamento a dei valori comuni europei, estremamente preziosi in questa fase delicata che il progetto comunitario si trova ad attraversare;

• Vantaggi a livello individuale

Il dipendente che ha aderito allo scambio, da parte sua, avrà acquisito un’esperienza professionale unica e preziosa che rappresenta una base reale per potenziali promozioni e altri riconoscimenti correlati al lavoro. Le nuove conoscenze acquisite potrebbero stimolare anche la nascita di alcune idee e progetti innovativi per i prodotti e servizi commercializzabili dalle loro aziende.

Infine segnaliamo che le PMI interessate al progetto possono non solo visitare il sito dedicato ma anche rivolgersi all’ufficio estero di Confapi (estero@Confapi.org).

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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