La caduta dei prezzi del petrolio ha avuto effetti significativi anche per l’economia del Kazakhstan, repubblica dell’Asia Centrale divenuta indipendente nel 1991 che ha basato il proprio sviluppo e la propria crescita sull’esportazione di idrocarburi.

La crisi petrolifera ha indotto il governo di Astana a rivedere la propria politica economica e quindi a puntare sulla diversificazione, favorendo il settore non petrolifero, e sulla valorizzazione della posizione strategica geografica che ricopre il paese ubicato al centro della regione asiatica ed in comunicazione con l’area del Mar Caspio e quindi l’Europa, la Federazione Russa, l’Asia meridionale e la Repubblica Popolare Cinese.

Con il fine di divenire un hub logistico di primaria importanza a livello regionale e globale a conclusione del 2013 il Kazakhstan aveva lanciato un piano di sviluppo delle infrastrutture per il periodo 2014-2020 il cui obiettivo era quello di creare una rete infrastrutturale di trasporti favorendone l’integrazione all’interno del sistema globale. Tale piano aveva ricevuto il supporto parziale della Banca Mondiale ed era stato approvato precedentemente da tutte le agenzie e le associazioni locali e statali del Paese.

Grazie al raddoppio del transito di merci e uomini previsto dopo il completamento del piano, la repubblica centro asiatica potrà avere un maggiore accesso ai mercati regionali limitrofi ed inoltre divenire un “ponte” tra l’Europa e l’Asia supportando maggiormente il progetto One Belt, One Road elaborato da Pechino e conosciuto da molti come “La Nuova Via della Seta” (Il potenziale economico della Nuova Via della seta e le opportunità per l’Italia).

A confermare questa volontà kazaka di divenire un punto di riferimento e di interconnessione euroasiatica le recenti parole del presidente kazako Nursultan Nazarbayev alla riunione dei capi di stato della Shanghai Cooperation Organization (SCO) che si è tenuta a Tashkent. Secondo Nazabayev, la possibilità di integrare l’Unione Economica Euroasiatica ed il progetto One Belt, One Road attraverso un sistema di trasporto e transito efficiente, moderno e potenziato deve essere vista come fondamentale che i paesi dell’area centro asiatica devono sfruttare in modo da trarne beneficio non solo a livello economico-commerciale ma anche per quel che riguarda la sicurezza.

A supportare tale tesi, che vedrebbe quindi il Kazakhstan al centro degli interessi regionali, anche le parole espresse dal vice primo ministro kazako Bakytzhan Sagintayev durante la quindicesima sessione del Boao Forum for Asia in China organizzata lo scorso marzo proprio nella capitale kazaka Astana. Sagyntayev ha infatti ribadito come il continente asiatico si stia trasformando in una piattaforma principale per le relazioni ed il commercio internazionale e quindi il Kazakhstan è pronto a giocare un ruolo di primo piano come hub di transizione tra l’Europa e l’Asia grazie alla sua peculiare posizione geografica considerata strategicamente importante.

La volontà di premere l’acceleratore sul ruolo di interconnessione del Kazakhstan, in special modo a ridosso dell’Expo 2017 che si terrà ad Astana e richiamerà l’attenzione dei media e degli investitori internazionali, è data anche dal crescente rafforzamento dei rapporti sino-kazaki che, inquadrati in una ottica geopolitica ed economica regionale, vedrebbero Pechino il principale investitore in Asia Centrale e attore chiave in grado di sfidare due potenze mondiali come Federazione Russa e Stati Uniti sempre interessate al controllo della regione.

In tal senso vanno interpretate le parole espresse dalle autorità kazache che assimilano il programma “Nurly Zhol” lanciato dal presidente Nazarbayev, che prevede una riforma dell’economia e lo sviluppo di infrastrutture dal valore di 33 miliardi di dollari per un periodo di cinque anni con grande interesse verso l’attrazione degli investimenti esteri, all’iniziativa cinese One Belt, One Road.

Secondo Astana, Nurly Zhol e One Belt, One Road avrebbero gli stessi obiettivi e quindi un ulteriore ed auspicato rafforzamento della collaborazione tra Cina e Kazakhstan e permetterà di sfruttare a pieno le potenzialità regionali e la rotta commerciale della Via della Seta.

In conclusione è possibile affermare che la repubblica kazaka è nel pieno della sua trasformazione economica interna per far fronte alla crisi ed al calo dei prezzi del petrolio che punta su riforme interne, attrazione di investimenti, partnership internazionale e collaborazione con un key player mondiale come la Cina e sviluppo del sistema di trasporti per rendere il paese il centro regionale e hub logistico mondiale.

Le aziende straniere, ed in primis quelle italiane, che investiranno in progetti locali possono potranno assicurarsi la presenza in un mercato che diverrà importante nel commercio euroasiatico e strettamente interconnesso con i mercati della Federazione Russa e della Cina.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Giuliano Bifolchi, redazione@exportiamo.it

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