Il mondo imprenditoriale italiano potrebbe ottenere importanti benefici dal processo di riforme politiche ed economiche avviato in Algeria con l’intento di stimolare la crescita del settore agricolo e diversificare l’economia nazionale eccessivamente dipendente dagli idrocarburi attraverso la partecipazione di investitori stranieri.

Recentemente è stato lo stesso Ministro dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca dell’Algeria, Sid Ahmed Ferroukhi, a evidenziare le possibilità per le imprese straniere all’interno del suo paese grazie alla nuova strategia per gli investimenti adottata dal governo di Algeri che mira a favorire il miglioramento dello sviluppo sostenibile e della sicurezza alimentare.

Lo scorso aprile è stata lanciata la Roadmap per la Politica e la Promozione degli Investimenti che pone particolare attenzione alla creazione e sviluppo dei cluster agricoli e della cooperative agricole viste come elementi di attrazione degli investimenti privati. Dopo aver identificato circa un centinaio di potenziali cluster agricoli, come affermato dallo stesso Ferroukhi, il compito del ministero algerino sarà quello di favorirne la crescita integrando industria e servizi e migliorando le relazioni tra gli investitori.

Fondamentale anche il ruolo delle cooperative agricole per migliorare l’efficienza e la produttività nel settore: con più di 200 mila fattorie localizzate in una area di 4-5 ettari all’interno del paese si impone la necessità di incrementare i profitti dei piccoli investitori in modo da permettere loro di sostenere le spese per macchinari, trasporto ed attività di marketing.

La formula della joint venture si sta affermando sempre di più all’interno del paese nord africano e sta rappresentando uno stimolo significativo alla crescita economica nazionale. Nel 2015, infatti, il settore agricolo ha registrato una crescita del 7,5 per cento con una produzione totale pari a 23,3 miliardi di euro, valori nettamente superiori a quelli del 2014, anno in cui la crescita settoriale si era fermata all’1 per cento. Secondo le stime, la crescita dovrebbe continuare a registrare valori positivi mantenendosi sul 5 per cento annuo fino al 2019.

La necessità di diversificare l’economia nazionale in Algeria è stata imposta dal crollo del prezzo del petrolio che ha avuto forti conseguenze all’interno del Paese: per una economia che si era basata principalmente sulla estrazione, produzione ed esportazione di idrocarburi, l’impatto dell’andamento a ribasso del petrolio ha imposto al governo di Algeri di trovare una nuova soluzione per la crescita economia.

Il settore agricolo, grazie alla diversificazione, è divenuto uno dei target principali nazionali con l’obiettivo di migliorare la sicurezza alimentare fino ad ora sostenuta da un numero sempre maggiore di importazioni. Sulla totalità delle importazioni il 20% è rappresentato da derrate alimentari e nel periodo 2009-2013 l’Algeria ha registrato un aumento delle importazioni alimentari pari al 65 per cento passando da 4,3 miliardi di euro a 7 miliardi.

Con una popolazione pari a 40 milioni di persone ed una crescita annua prevista pari al milione, le riforme del governo nel settore agricolo mirano a contrastare l’incremento delle importazioni alimentari, che negli ultimi tempi hanno registrato anche un aumento nei costi, e a migliorare la produzione nazionale. Per quanto riguarda il grano e l’orzo, sempre secondo le stime, la loro produzione dovrebbe passare dai 3,4 milioni di tonnellate del 2014 ai 6,9 milioni di tonnellate del 2019, mentre le terre irrigate (attualmente 900 mila ettari) dovrebbero raggiungere quota 2 milioni di ettari sempre nel 2019.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Giuliano Bifolchi, redazione@exportiamo.it

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