Sri Lanka, “la lacrima dell’India” si apre al mercato globale

Sri Lanka, “la lacrima dell’India” si apre al mercato globale

07 Luglio 2016 Categoria: Marketing Internazionale

Lo Sri Lanka è uno Stato insulare dell’Asia, nell’oceano Indiano: si trova a sud/est dell’India e l’isola, per la sua forma particolare, è soprannominata la “lacrima dell’India”. Il Paese si estende su 65,610 km², una superficie territoriale pari a circa un quarto di quella italiana, ed è abitato da quasi 21 milioni di abitanti, sparsi sulla quasi totalità del territorio.

Lo Sri Lanka è completamente circondato dal mare: a nord/est affaccia sul Golfo del Bengala mentre a nord/ovest sul Golfo di Mannar e lo Stretto di Palk. La sua prossimità con l’India fanno sì che le relazioni bilaterali tra questi due Paesi costituiscano la direttrice più importante dei rapporti regionali e internazionali dello Sri Lanka, sia dal punto di vista politico sia da quello economico.

La posizione strategica del Paese lungo le rotte commerciali che uniscono il Medio Oriente al Sud est Asiatico ne fanno anche un importante punto di comunicazione per i mercati internazionali. Oggi, lo Sri Lanka è classificato come l’economia più liberalizzata dell’Asia meridionale. Gli investitori possono usufruire di aliquote preferenziali, garanzie costituzionali in materia di accordi di investimento e la possibilità di rimpatriare il 100% dei profitti.

Lo Sri Lanka ha mostrato una considerevole espansione nel corso degli ultimi due anni e, dopo una guerra civile lunga 30 anni, lo Sri Lanka sta ora marciando verso un rapido sviluppo economico.

Dopo la fine della guerra civile nel 2009, il tasso di crescita del PIL è stato consistente (nell’ultimo triennio è incrementato in media di circa il 4,4%) ed il governo srilankese ha inserito il miglioramento del business climate tra le priorità del prossimo quinquennio. Le previsioni per il biennio 2016-17 prevedono una ripresa dei consumi privati sostenuta da un incremento dei salari medi e dalle rimesse della sempre più numerosa comunità srilankese residente all’estero.

Nell’ultima decade lo Sri Lanka è diventato una delle economie più dinamiche dell’Asia a tal punto che secondo i dati della Banca Mondiale anche il PIL pro capite è registrato in aumento da 859 dollari nel 2000 a 3.256 dollari nel 2013.

L’economia dello Sri Lanka dipende molto dal commercio interno: il commercio all’ingrosso e al dettaglio sono il maggiore settore con il 21% del PIL. Il settore dei servizi nel suo complesso, che include anche i trasporti, le comunicazioni, i servizi finanziari ed il turismo, rappresenta più del 50% del PIL.

Ma la domanda principale è: perché si dovrebbe investire in Sri Lanka?

  • E’ l’unico Paese al mondo che ha in essere accordi di libero scambio sia con l’India sia con il Pakistan.
  • Perchè ha accordi di libero scambio con circa il 25% della popolazione mondiale;
  • Per l’accordo di libero scambio in corso di negoziazione con la Cina che dovrebbe essere finalizzato nei primi mesi del 2014.;
  • Per la location geostrategica: è crocevia d’importanti rotte di navigazione che collegano l’Asia meridionale, l’Estremo Oriente, il Pacifico, l’Europa e l’America;
  • Per il forte boom economico che ha portato il Paese ad essere inserito di recente nella categoria dei Paesi a medio reddito;
  • Per i programmi dell’esecutivo che mira a rendere lo Sri Lanka un hub strategico globale in cinque settori chiave: conoscenza, commercio, nautica, aviazione, energia.

I rapporti tra lo Sri Lanka e l’Italia sono molto buoni e l’interscambio commerciale ha raggiunto quota 600 milioni di euro. Antichi legami, aggiunti a buone relazioni politiche e vivaci iniziative in campo culturale hanno contribuito a costituire una relazione molto dinamica e soddisfacente tra le due realtà. I rapporti con l’Italia sono considerati tra quelli più proficui stabiliti dallo Sri Lanka in ambito comunitario: la fascia di popolazione benestante del Paese si dimostra sempre più sensibile alle influenze enogastronomiche del Made in Italy mentre è in crescita anche l’apprezzamento per i mobili ed i complementi d’arredamento italiani.

Lo Sri Lanka acquista dall’Italia numerosi prodotti (abbigliamento, tabacco, pietre, gioielli, etc..) e fra le imprese italiane presenti nel Paese citiamo Calzedonia, Intimissimi, Tezenis, Falconeri, Signorvino ed Ateleir Emeé. Esse hanno già investito 30 milioni di euro ed offrono lavoro a circa 12mila dipendenti.

Ma quali potrebbero essere i migliori settori d’investimento per le imprese italiane?
Certamente il settore manifatturiero, in cui peraltro già si registra una significativa presenza italiana, e che continua ad offrire buone opportunità ed una manodopera a basso costo. Altri investimenti potrebbero essere effettuati nella lavorazione delle pietre e dei metalli preziosi.

Lo Sri Lanka gode infatti di una notevole ricchezza in termini di giacimenti, che tuttavia non è accompagnata da una pari qualità della lavorazione orafa locale. Di conseguenza, i prodotti creati dai laboratori locali non raggiungono gli standard qualitativi che permetterebbero la penetrazione in mercati maturi ed esigenti come quelli dell’Europa Occidentale, del Medio Oriente e dell’Estremo Oriente. L’esperienza ed il gusto italiano in questo specifico settore potrebbero essere decisivi per far compiere al comparto un grande salto di qualità.

Inoltre si ravvisano positive previsioni di crescita anche per il settore edile, aprendo possibilità alle imprese italiane sia in ambito progettuale, sia in quello della costruzione.
Da non sottovalutare anche il consistente afflusso di investimenti nel settore alberghiero che, negli ultimi due anni ha visto l’apertura di molti hotel lusso quali il Kingsbury nel 2013, lo Hyatt Regency nel 2014 e lo Shangri La nel 2015.

In generale si può dire che gli importanti investimenti nelle infrastrutture messi in atto dal Governo locale negli ultimi anni hanno reso più semplice viaggiare all’interno del Paese permettendo al turismo di essere considerato tra i settori chiave per la crescita nel prossimo quinquennio.

Va infine segnalato che il governo uscito dalle ultime elezioni (2015) ha di fatto inaugurato un approccio più aperto e costruttivo sul tema dei diritti umani e dei rapporti con i Paesi Occidentali, tessendo una politica di riavvicinamento con Bruxelles con l’obiettivo dichiarato di riportare lo Sri Lanka nel sistema GSP+ (Generalised Scheme of Preferences) che consente ai Paesi in via di sviluppo di pagare meno dazi sulle proprie esportazioni.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Morvarid Mahmoodabadi, redazione@exportiamo.it

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