Investimenti in arrivo per le startup Made in Italy. Questo sembra essere, in estrema sintesi, il senso dell’intervento tenutosi lo scorso 15 giugno davanti alla Commissione Attività produttive della Camera che ha avuto come protagonista il Ministro dello Sviluppo Economico italiano Carlo Calenda.
L’audizione è stata realizzata nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul tema “Industria 4.0: quale modello applicare al tessuto industriale italiano, strumenti per favorire la digitalizzazione delle filiere industriali nazionali” ed ha avuto una durata di circa 75 minuti.
Il concetto di industria 4.0 - prodotto dalla quarta rivoluzione industriale che ha preso avvio negli anni ’70 con la nascita dell’informatica - ha di fatto aperto ad una progressiva digitalizzazione del tessuto industriale su cui però ci sono opinioni contrastanti: alcuni ne parlano come una minaccia ed altri, al contrario, la ritengono un’opportunità da non perdere per sostenere crescita ed occupazione.
Il Ministro ha spiegato chiaramente la sua posizione in materia dichiarando che Industria 4.0 è “un’opportunità imperdibile per riposizionare le aziende, una rivoluzione in corso con un paradigma che si sta costruendo. Quello che non credo è che Industria 4.0 sia penalizzante per le PMI, a mio avviso sarà proprio il contrario”.
La vera minaccia secondo l’ex Rappresentante permanente dell’Italia presso l’UE è proprio quella di non riuscire a cogliere il treno del cambiamento perché “se l’Europa non saprà sfruttare la trasformazione digitale, le perdite potenziali della non digitalizzazione per i Paesi Ue potranno superare i 60 miliardi di euro entro il 2020”.
Calenda ha poi colto l’occasione per anticipare alcune delle linee guida sulle quali si strutturerà il piano per startup ed aziende innovative che verrà presentato alle Camere prima della pausa estiva con l’obiettivo di inserirlo nella legge di Bilancio 2016, che verrà discussa e verosimilmente approvata nel corso del prossimo autunno.
Le intenzioni del MISE sono quelle di individuare un pacchetto di misure che intervengano su cinque aree d’intervento specifiche:
• Investimenti in innovazione
Si stanno studiando ulteriori interventi oltre a quelli già messi a regime dall’esecutivo con la legge di stabilità 2015 come la legge Sabatini, il super ammortamento, il credito d’imposta per ricerca e sviluppo ed il Patent Box. Secondo il titolare del MISE è assolutamente prioritario spingere le imprese ad investire nell’analisi dei big data al fine di raccogliere tutte le informazioni utili a costruire nuovi modelli di business.
• Fattori abilitanti, ovvero quei fattori che favoriscono i processi innovativi aziendali
In tal senso si sta riflettendo su alcuni interventi che mirano a rafforzare le infrastrutture di connettività e ridurre il digital divide delle PMI valorizzando i centri di eccellenza esistenti ma anche investire nelle competenze Stem (science, technology, engineering, mathematics);
• Standard di interoperabilità, sicurezza e comunicazione “Internet of things”
Un fattore che potrebbe notevolmente ostacolare la crescita di Internet of things è la mancanza di standardizzazione e capacità di comunicare attraverso le piattaforme. Per questo, anche su questo tema, il governo è al lavoro per produrre una proposta specifica di cui però non si conoscono ancora i dettagli;
• Rapporti di lavoro salari e produttività
Si sta provando ad individuare un trattamento fiscale agevolato che spinga le imprese a voler utilizzare con maggiore frequenza il cosiddetto salario di produttività.
• Finanza di impresa
Lo sforzo sarà quello di costruire una finanza d’impresa in grado di supportare gli investimenti nel settore tenendo in conto le oggettive difficoltà del sistema bancario italiano nel concedere credito. Calenda ed il suo staff stanno pensando ad un’operazione che canalizzi il risparmio nazionale verso impieghi nell’economia reale oltre ad attivare il mercato internazionale dei capitali.
Il Ministro ha inoltre annunciato che è quasi pronta la proposta di riforma del fondo di garanzia per le PMI che dovrebbe essere costruito in modo da coprire le spalle delle banche solo nel caso esse decidano di finanziare attività che si configurano come verosimilmente rischiose.
Le idee del governo italiano per il rilancio dell’innovazione cominciano dunque a prendere lentamente una forma concreta. Ora non resta che aspettare qualche mese per capire quante di queste misure saranno effettivamente approvate e potranno dunque fornire supporto al mondo dell’innovazione Made in Italy.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it
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