La Repubblica dell’Azerbaigian, indipendente dal 1991 dopo il crollo dell’Unione Sovietica, è salita alla ribalta internazionale grazie alle risorse energetiche (petrolio e gas naturale) di cui dispone che hanno permesso al Paese, in special modo dopo il “Contratto del Secolo”, di favorire il proprio sviluppo economico e di attrarre investimenti stranieri sfruttando gli introiti derivati dalle esportazioni petrolifere.

Divenuto un attore importante nel mercato energetico internazionale, l’Azerbaigian è stato individuato dall’Unione Europea come uno dei Paesi chiave per favorire la diversificazione delle importazioni energetiche e quindi ridurre la dipendenza dal gas naturale russo. Il progetto Trans Adriatic Pipeline (TAP) prevede la realizzazione di un gasdotto che trasporti il gas naturale di Shah Deniz II in Europa passando attraverso Grecia, Albania, Mar Adriatico e giungendo in Puglia come ultimo terminale fornendo all’Italia un ruolo di primo piano nel mercato energetico continentale.

Con il crollo del prezzo del petrolio dello scorso anno l’Azerbaigian ha dovuto affrontare una crisi economica interna, fattore che ha accumunato tutti quei paesi esportatori di petrolio il cui PIL era fondamentalmente alimentato dagli introiti delle esportazioni. Con la svalutazione del manat (moneta nazionale) nel febbraio e nel dicembre 2015 e con lo sfruttamento dei capitali accumulati durante gli anni grazie al lavoro del State Oil Fund of Azerbaijan (SOFAZ), il governo di Baku è riuscito a tamponare i problemi economico-finanziari entrando nel gennaio 2016, secondo quanto affermato dallo stesso presidente azerbaigiano Ilham Aliyev, nel “periodo post-petrolifero” caratterizzato da una maggiore diversificazione economica e dalla ricerca da parte del Paese di diminuire la propria dipendenza dall’oro nero.

Attualmente l’Azerbaigian si presenta e viene promosso dal governo di Baku come un mercato alla ricerca di partner ed investitori che possano favorirne la diversificazione economica e la modernizzazione di settori chiave come quello delle energie rinnovabili, delle infrastrutture, della logistica, dell’agroindustria e medicale.

Grazie alla sua posizione geografica, lo sviluppo della capitale Baku ed in generale dell’Azerbaigian è stato pensato per far divenire il Paese caucasico un hub logistico di primaria importanza nella regione del Caspio che possa mettere in collegamento le aziende che avviano una attività all’interno del mercato azerbaigiano con:

il Mar Nero attraverso i buoni rapporti e le relazioni commerciali con la vicina repubblica di Georgia con cui lo Stato azerbaigiano confina e dove la State Oil Company of Azerbaijani Republic (SOCAR) gioca un ruolo principale nel mercato energetico;
la Federazione Russa, con la quale l’Azerbaigian condivide i propri confini settentrionali (precisamente con la Repubblica del Dagestan del Distretto Federale russo del Caucaso del Nord), un passato storico comune quando il Paese caucasico faceva parte dell’Unione Sovietica, ed accordi commerciali che permettono l’ingresso nel mercato russo di più di 140 milioni di persone e, di conseguenza, in quello più grande della Comunità Economica Euroasiatica;
l’Asia Centrale grazie al corridoio del Mar Caspio e le radici storico-culturali comuni con il Kazakhstan (paese che ospiterà nel 2017 l’Expo) ed il Turkmenistan divenuti anch’essi importanti nel mercato energetico grazie alle risorse petrolifere e di gas naturale di cui dispongono;
la Turchia, uno dei principali partner politici e commerciali dell’Azerbaigian legato da ragioni di natura storica e culturale e trampolino per il mercato del Vicino e Medio Oriente;
la Repubblica Islamica dell’Iran, paese che condivide con l’Azerbaigian radici storiche, culturali e religiose comuni, il quale, dopo la sospensione delle sanzioni per il programma nucleare di Teheran da parte del gruppo P5+1, si sta aprendo significativamente agli investimenti esteri e sta divenendo un target sempre maggiore da parte delle compagnie internazionali decise ad entrare in un mercato fino a poco tempo fa a molti precluso;
la Nuova Via della Seta 2.0 ideata da Pechino che prevede il collegamento della Cina con l’Europa attraverso il progetto One Belt, One Road che favorirebbe una migliore circolazione di merci, mezzi, capitali e persone lungo l’asse euroasiatico.

Esaminando maggiormente in dettaglio il ruolo logistico e di crocevia dell’Azerbaigian, la ferrovia Baku-Tbilisi-Kars rappresenta un tassello importante nello sviluppo delle vie di trasporto nazionali e nel collegamento tra l’Europa e l’Asia. Tale progetto, una volta ultimato, permetterà alle merci dalla Cina orientale di giungere in Europa con una riduzione di tempo pari a due volte.
Il trasporto marittimo è stato individuato come ulteriore mezzo di collegamento dell’Azerbaigian con la Nuova Via della Seta: Baku, la capitale del paese, pensata come hub logistico del futuro ha visto la creazione e l’entrata in funzione del nuovo porto marittimo commerciale internazionale sul Mar Caspio con l’arrivo del primo container dalla Cina nell’agosto del 2015.

Il progetto Trans-Eurasian Information Super Highway (TASIM), voluto dal governo di Baku con l’idea di mettere in comunicazione l’Europa con l’Asia attraverso la realizzazione di una fibra ottica di lunghezza pari a circa 11 mila chilometri che interessi principalmente Cina, Kazakhstan, Azerbaigian, Georgia, Turchia, Grecia, Bulgaria, Serbia, Bosnia-Herzegovina, Croazia, Slovenia, Austria e Germania, rappresenta un ulteriore elemento che rende lo Stato azerbaigiano interessante per gli investitori stranieri.

Parlando di numeri, l’economia dell’Azerbaigian costituisce attualmente il 70 per cento dell’economia del Caucaso meridionale e grazie alle riforme mirate a favorire gli investimenti stranieri e l’ingresso di compagnie estere nel mercato nazionale, oggigiorno lo Stato azerbaigiano è la principale destinazione di investimenti nell’area postsovietica con un totale di 220 miliardi di dollari per il periodo 1995-2015, di cui la metà investimenti esteri.

Grazie alle rendite petrolifere negli ultimi quindici anni l’economia azerbaigiana ha registrato uno sviluppo dinamico divenendo una delle principali economie a livello mondiale per quanto riguarda i tassi di crescita. Secondo i dati rilasciati dalla Commissione Statistica Statale dell’Azerbaigian, il Paese negli ultimi dieci anni ha registrato una crescita media annua del PIL del 14 per cento di cui è possibile evidenziare la crescita del PIL del settore non petrolifero pari al 10 per cento.

L’agricoltura è uno dei settori principali capace di coinvolgere il 40% della forza lavoro totale grazie anche ad una conformazione morfologica del territorio e ad una diversità climatica che permettono la coltivazione di una vasta gamma di prodotti e l’allevamento di differenti capi di bestiame. Il settore agricolo è uno dei target del processo di diversificazione e modernizzazione voluto dal governo di Baku vista la sua importanza e l’obiettivo futuro è quello di aumentare l’esportazione di prodotti agricoli di alta qualità richiesti dai paesi vicini del Medio Oriente, dell’Asia Centrale e della CSI.

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Fonte: a cura di Exportiamo, di Giuliano Bifolchi, redazione@exportiamo.it

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