“Le ‪opportunità‬ per le imprese italiane sono enormi, il Paese è stabile e la nostra economia è cresciuta ad un ritmo medio vicino al 10% negli ultimi dieci anni. Oggi però l’Etiopia acquista solo il 2% di prodotti italiani sul totale del proprio import. E’ dunque chiaro a tutti che i margini di miglioramento sono molto ampi, in particolare nel settore della ‪‎meccanica‬, perché il nostro Paese necessita di macchinari di alto livello qualitativo (e l’Italia in questo comparto ha una tradizione consolidata ed indiscutibile) per sviluppare ulteriormente le industrie nazionali”.‬‬‬‬

Questa “dichiarazione d’amore” nei confronti del Made in Italy proviene dal Ministro dell’Industria etiope, Mebrahtu Meles, speaker d’eccezione presente all’evento Country Presentation Ethiopia organizzato presso la sede di ICE-Agenzia di Roma lo scorso 13 maggio.

Gli interventi che si sono susseguiti si possono riassumere in un generale invito al sistema imprenditoriale italiano ad incrementare la propria presenza in Etiopia, nazione capace di passare nell’arco di poco tempo da emblema della povertà ad essere la 12esima nazione con la crescita più rapida a livello globale.

Lo sforzo delle istituzioni e del governo di Addis Abeba sono sotto gli occhi di tutti e le ambizioni per il futuro sono altrettanto importanti perché l’obiettivo dichiarato è quello di trasformare entro il 2025 un Paese con un PIL pro capite pari a 1700 dollari annui in un’economia a medio reddito.

L’impresa non è semplice dal momento che l’Etiopia – a differenza di diversi altri Stati africani – non ha la fortuna di poter contare sulla disponibilità di preziose risorse energetiche ed anche per questa ragione l’economia nazionale è ancora molto dipendente dal settore agricolo.

Il governo di centro-sinistra guidato da Hailè Mariàm Desalegn – solido alleato dei Paesi occidentali – ha recentemente varato un ambizioso piano di sviluppo quinquennale dal nome Growth and Transformation Plan (GTP) 2016-2020 che si concentrerà su:

- Sviluppo infrastrutturale e sviluppo del sistema educativo attraverso lo stanziamento di 5 miliardi di dollari; lo sviluppo della rete di trasporti avverrà anche attraverso degli accordi di cooperazione con l’UE (190 milioni di euro) ed a un prestito concesso dalla World Bank (370 milioni di dollari);
- Sviluppo dei servizi;
- Sviluppo di alcuni settori specifici fra cui tessile, conciario, agricolo ed energetico.

Il commercio estero etiope si basa sulle esportazioni di caffè, oro, semi-oleosi e fiori che costituiscono circa i 2/3 del totale mentre le importazioni sono rappresentate soprattutto da petrolio, gas, materie prime, prodotti intermedi, macchinari, attrezzatture, veicoli industriali, prodotti chimici, medico-farmaceutici e fertilizzanti. L’interscambio commerciale con l’Italia ha superato i 365 milioni di euro nel 2015 ed il Belpaese oggi è il 5° Paese fornitore ed il 9° Paese cliente a livello globale guidando inoltre la classifica delle nazioni fornitrici a livello comunitario.

I prodotti del Made in Italy più richiesti sul territorio etiope sono macchinari (45%) e prodotti dell’automotive (17%) mentre Roma acquista da Addis Abeba soprattutto caffè, semi-oleaginosi e prodotti di colture permanenti.

Le opportunità offerte dal Paese si concentrano in diversi settori:

- Tessile: è un settore in forte espansione con un ritmo vicino al 10% annuo ed oggi alcuni brand internazionali (fra questi H&M, Tesco e Primark) hanno già trasferito in Etiopia almeno parte delle loro produzioni attratte dal bassissimo costo della manodopera – pari a 50 dollari al mese – e dalla creazione di nuove aree industriali come le “Industrial Development Zones“;
- Conciario: il governo ha vietato l’export di pelli non lavorate e per queste esistono ottime opportunità commerciali per i macchinari italiani specializzati in questo tipo di lavorazione;
- Energia: le opportunità in questo settore sono numerosissime dall’eolico al solare, passando per l’idroelettrico ed il geotermico;
- Edile: oggi il settore rappresenta quasi il 10% della produzione di ricchezza nazionale ed il governo conta di costruire entro il 2020 almeno 200.000 nuovi condomini;
- Agricolo: rimane il settore principale ed il vero e proprio motore dell’economia etiope generando l’80% dei posti di lavoro. Le opportunità riguardano non solo tutte le attività collegate con il miglioramento del processo produttivo (specialmente nel food processing) ma anche il comparto del packaging che oggi è dominato dalla presenza di macchinari di bassa qualità soprattutto cinesi.

Avere la consapevolezza di tutte le chances offerte dal mercato etiope è assolutamente positivo ma ad interrompere l’atmosfera idillica dell’evento ci ha pensato l’intervento di Ivan Scalfarotto – Sottosegretario allo Sviluppo economico – che ha avuto il coraggio di sottolineare anche le criticità ed i punti di debolezza che permangono nel sistema Paese dell’ex-colonia italiana.

“Il governo italiano apprezza molto il positivo sentiero intrapreso dall’Etiopia sia sotto il punto di vista dello sviluppo industriale sia in termini di processo di democratizzazione. Nonostante ciò ci sentiamo in dovere di segnalare la presenza di una serie di elementi – fra cui le difficoltà di accesso al credito, le elevate tariffe doganali, la complessità della burocrazia ed il problema del ritardo dei pagamenti – che continuano ad affliggere il Paese e che scoraggiano alcune imprese italiane ad effettuare investimenti sul territorio etiope. Siamo assolutamente convinti che rimuovendo questi ostacoli si potranno ottenere grossi risultati in poco tempo”.

La sincerità e la schiettezza sono molto importanti nella costruzione di rapporti bilaterali proficui e, da questo punto di vista, le prospettive future per le relazioni Italia-Etiopia sembrano potersi sviluppare su solide fondamenta.

Infine anche Simona Autuori, responsabile dell’ufficio ICE Addis Abeba, contattata da Exportiamo.it ha confermato che “l’Etiopia è un Paese a cui guardare con attenzione e questo le nostre aziende lo hanno capito. Dall’apertura dell’Ufficio nel dicembre 2014 ad oggi abbiamo assistito oltre 400 aziende e più di 300 aziende locali si sono rivolte a noi per la ricerca di fornitori italiani. Abbiamo un fitto programma di attività promozionale, a brevissimo una Missione imprenditoriale organizzata in collaborazione con la CCIAA di Udine, a fine agosto un workshop per il settore costruzioni insieme a Veronafiere e importanti partner locali come l’Associazione nazionale degli Architetti e l’ Associazione nazionale dei costruttori e contractors. Per noi è fondamentale dare alle aziende Italiane gli Strumenti per affrontare il mercato, con Aice come capofila. Ci avvaliamo, inoltre, della collaborazione di uno dei piu’ importanti studi legali internazionali, BonelliErede, per la stesura di guide sulle questioni legali e fiscali. Siamo sempre al fianco delle aziende anche con servizi personalizzati ed i risultati sono più che soddisfacenti”.

Le istituzioni italiane ed etiopi sembrano dunque determinate a fare la loro parte, adesso è compito del tessuto imprenditoriale trasformare questo positivo clima di collaborazione in business.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Marco Sabatini, redazione@exportiamo.it

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