L’Alleanza del Pacifico è un accordo commerciale stipulato tra Cile, Colombia, Messico e Perù con l’obiettivo di intensificare la collaborazione economica fra i Paesi membri, sviluppare il 5° mercato più grande su scala globale e ridurre le diseguaglianze promuovendo lo sviluppo, e di conseguenza il miglioramento delle condizioni di vita, di 210 milioni di cittadini con età media inferiore ai 30 anni.

I temi sopracitati sono stati oggetto dell’incontro organizzato da ICE ed ANIE lo scorso 9 maggio a Milano a cui erano presenti i rappresentanti dei quattro Paesi: Danilo Nùnez Izquierdo -Ministerio de Energìa de Chile-, Ricardo Humberto Ramirez Carrero - Subdirector de Energía del UPME- (Colombia), Nelson Mojarro Gonzàlez - Rappresentante in Europa del Ministero dell’Energia in Messico - e Carlos Herrera - Direttore Esecutivo PROINVERSION.

L’ “Alianza del Pacifico” è nata nel 2012 per creare un mercato comune, sul modello dell’Unione Europea e intende dunque favorire la libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone.

Anche grazie a questo accordo oggi i Paesi membri risultano essere le quattro economie più dinamiche e sviluppate del Sud America, primato raggiunto attraverso le politiche di liberalizzazione avviate dai rispettivi governi.

I risultati ottenuti dalla nascita dell’Alleanza sono diversi, tra i più importanti ricordiamo:

• l’eliminazione del 90% dei dazi sulle merci (l’orizzonte futuro è di eliminare il restante 10% entro il 2020);

• la creazione del MILA (Mercato Integrato Latino-Americani) ovvero il più grande mercato azionario del continente;

• la libera circolazione delle persone ottenuta grazie all’annullamento degli obblighi di visto;

• l’accresciuto interscambio culturale promosso tanto a livello formativo quanto a livello imprenditoriale con lo scopo di accrescere innovazione, produttività e favorire l’apertura di ambasciate e delegazioni commerciali comuni.

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L’effetto positivo dell’accordo si è generato con il passare degli anni ed ha inciso in maniera consistente sul PIL. In effetti le stime per il 2016 parlano di un aumento della ricchezza pari al 3.3% in Perù, 2.8% in Colombia, 2.5% in Messico e in Cile. Sono positive anche le previsioni per il 2017-2018, biennio in cui il PIL dovrebbe crescere rispettivamente del 5% in Perù e con un ritmo superiore al 3% negli altri Paesi membri.

Secondo i dati diffusi dal Fondo monetario internazionale e del WTO, i quattro Stati membri producono il 40% del PIL sudamericano e generano il 60% di tutto l’export dell’area grazie al settore dell’Oil&Gas e al settore minerario (i quattro Paesi sono internazionalmente riconosciuti come leader mondiali nella produzione di oro, argento e smeraldi).

I rappresentanti dei Paesi presenti all’incontro, hanno inoltre focalizzato il loro intervento sulle opportunità di investimento nel settore energetico, in particolare sulle fonti rinnovabili e sulle tecnologie ambientali.

Quello che ne è emerso è che negli ultimi anni si è assistito ad una accelerazione degli investimenti, pubblici e privati, ma anche a numerose riforme ed investimenti da parte dei governi dei Paesi membri.

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In Cile, la domanda di energia rinnovabile raddoppierà entro il 2030 e attraverso il piano “Energia 2050” si arriverà ad un mix energetico che sarà trainato dall’utilizzo di fonti rinnovabili (70%).

In Perù, il governo supportato dalle banche risulta essere molto attivo nel settore fotovoltaico, grazie alle favorevoli condizioni climatiche, e risulta essere lo Stato leader per la produzione di fotovoltaico in America Latina.

Confermando la capacità nell’attrarre investimenti nelle rinnovabili, il Messico punta invece a triplicare la potenza dell’eolico entro il 2018, investendo diversi miliardi in investimenti in parchi eolici.

Il governo colombiano infine, ha appena approvato un pacchetto di incentivi per le energie rinnovabili, dimostrando un potenziale eccezionale nel settore delle rinnovabili anche in termini di business.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Fabio Traversa, redazione@exportiamo.it

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