Anche in questo 2016 la London Wine Fair - giunta quest’anno alla 36^ edizione con uno spirito rinnovato e un nuovo restyling - si è confermata tra gli appuntamenti fieristici più rilevanti nel panorama continentale dedicato al nettare degli dei.
La location suggestiva dell’ex stazione ferroviaria di Olympia Station ha fatto da cornice all’evento impreziosendolo, grazie alla sua vicinanza alle maggiori vie di collegamento e a Kensigton, uno dei quartieri più cool di Londra, polmone verde della vita londinese.
Nella Grand Hall è stato ospitato lo stand principale mentre al piano superiore nella sezione Esoterica hanno trovato spazio i piccoli produttori con i loro prodotti di nicchia esposti da importatori indipendenti presentati per l’occasione agli operatori specializzati.
Alla Fiera hanno preso parte 700 produttori, provenienti da ogni parte del globo con oltre 10.000 differenti tipologie di vino presentate al pubblico e ai buyer internazionali presenti.
Oltre ai Paesi protagonisti a più alta vocazione produttiva (Italia, Francia, Spagna) la fiera ha offerto la possibilità a nuovi Paesi (Argentina, Cile, Uruguay, Nuova Zelanda e Australia) che sempre di più si affermano con successo a livello globale, di esporre i loro migliori prodotti proponendo molto spesso etichette accattivanti per differenziarsi dai “big”.
Nutrita anche la compagine italiana, con aziende provenienti da ogni parte dell’amato e apprezzato “Stivale” che hanno presentato le loro migliori produzioni ad un pubblico attento alla qualità ma con un occhio di riguardo anche al packaging e alla grafica, discriminante importante per il consumatore nel momento della scelta finale a scaffale e aspetto non trascurabile per i nuovi target di consumatori quali i millenials, sempre più consapevoli ed esigenti.
Tra le aziende che hanno registrato un alto tasso di gradimento di pubblico e di buyer, la società cooperativa sarda Cantina Dorgali che esprime con i suoi vini - in special modo attraverso il prodotto di punta “D53 Cannonau Classico” - tutta la genuinità e l’autenticità del territorio Nuorese.
Dopo l’ambita medaglia Cangrande ricevuta dal Presidente della Repubblica in occasione dell’ultimo Vinitaly, l’evento londinese è stato un’occasione per la Cantina sarda di ampliare la propria clientela e iniziare a muovere i primi passi nel mercato inglese.
Il Regno Unito rappresenta oggi il secondo più grande importatore mondiale di vino per volume (dietro la Germania) e per valore (dietro gli Stati Uniti).
Per le nostre esportazioni invece il Regno Unito rappresenta il secondo mercato europeo ed il terzo in assoluto dopo Germania e Stati Uniti in termini di quantità e sempre medaglia di bronzo dopo Stati Uniti e Germania in termini di valore.
Secondo quanto rilevato dall’ultima analisi condotta da The Wine and Spirit Trade Association (WSTA), il Regno Unito, importa più vino pro capite al mondo e il principale motore della crescita nel commercio è il suo crescente predominio nel settore import-export.
Miles Beale, amministratore delegato WSTA ha infatti dichiarato:
“La Gran Bretagna è diventata un gigante mondiale nel settore del vino e questo è evidente dal complesso di importazione ed esportazione evidenziato nella prima Relazione annuale della WSTA. Il Regno Unito è il sesto, e probabilmente il più vario, mercato del vino nel mondo. Si contano 170.000 risorse coinvolte direttamente nel settore e altre 100.000 persone nella filiera inclusi i lavori agricoli, tecnici e stagionali”.
L’industria del vino nel Regno Unito genera circa 17,3 miliardi di sterline in attività economica, con vendite pari a 6,6 miliardi di sterline nel canale retail e GDO e 4 miliardi di sterline tra pub, bar e ristoranti.
Negli ultimi anni il vino è diventata la bevanda più popolare del Regno Unito, con l’equivalente di 30 milioni di persone che bevono vino, in media più di un consumatore per nucleo familiare.
In conclusione si può affermare che in linea generale la domanda britannica ha mostrato negli ultimi anni un trend in crescita che - secondo le previsioni - dovrebbe proseguire anche nei prossimi anni e certamente per il nostro vino questa è una notizia più che positiva.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Annarita Summo, redazione@exportiamo.it
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