Esattamente una settimana fa, lo scorso 28 aprile, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) si è finalmente tenuta la prima riunione del Comitato per la Moda e l’Accessorio italiano, fortemente voluto dall’ex vice ministro Carlo Calenda e già insediatosi lo scorso 11 febbraio alla presenza di tutti protagonisti del sistema della moda (tessile, moda e accessori), ma arenatosi di fronte alla nomina dello stesso Calenda ad ambasciatore italiano a Bruxelles presso l’Unione Europea.

A coordinare i lavori è stato il Sottosegretario Ivan Scalfarotto mentre al centro dell’attenzione i tre pilastri fondamentali sui quali i tre tavoli istituiti si stanno concentrando: Formazione, Millennials e Sostenibilità.

Per quanto riguarda la Formazione tutti sono d’accordo sul fatto che è necessario puntare su azioni concrete per la promozione delle scuole italiane all’estero, servendosi di campagne di comunicazione diversificate che devono puntare - attraverso l’identificazione di una serie di iniziative dal forte interesse globale - innanzitutto a colpire il nuovo target che oggi fa gola a tutti, i Millennials, con iniziative dedicate a questo intento già a partire dal prossimo settembre.

Parlando di Sostenibilità invece si entra in contatto con aspetti delicati ed importanti quali la tutela ambientale e la sicurezza e sempre di più l’attenzione si sposta sul sociale e sulla congiuntura economica. L’impegno del tavolo è quello di lavorare sulle certificazioni ambientali, sul monitoraggio delle attività svolte nei territori e sulla condivisione delle best practices.

I risultati dei lavori dei tre tavoli sono attesi per il prossimo luglio, quando si terrà il secondo incontro del Comitato e da parte di tutti naturalmente è stata invocata la necessaria capacità - da parte dell’industria della moda italiana - di “fare sistema” e lavorare in maniera coesa verso un’unica direzione.

L’augurio conclusivo è per tutti invece quello di riuscire ad organizzare nuovi ed ulteriori eventi per promuovere la filiera della moda italiana soprattutto in concomitanza con le date della Fashion Week 2017.

Volgendo invece lo sguardo ai numeri, al mercato e ai volumi d’affari che ruotano attorno alla moda italiana, alcune tendenze sono evidenti e diventano certezze: i brand italiani crescono grazie all’export e all’e-commerce.

Secondo le stime nel 2015 il fatturato dell’industria italiana è in crescita (+1,1%) e, numeri alla mano, significa che si aggiungono 570 milioni di euro rispetto al consuntivo del 2014, per un totale di 52,6 Miliardi di Euro.

Per quanto riguarda i dati relativi all’export invece, nel primo trimestre 2016 si conferma il trend positivo (+2,9%) mentre sul lato dell’import la crescita è ancora più portentosa (+5%), andando a livellare la bilancia commerciale (-2,1%).

Nell’ultimo anno invece le esportazioni del Tessile-Moda tricolore sono aumentate in valore del 2,1%, arrivando complessivamente a 29,1 miliardi di euro. Si tratta di un risultato più che positivo se consideriamo le situazioni a cui si è dovuto far fronte a partire dal rallentamento dei paesi emergenti, per giungere alla crisi russa e alla comunque debole crescita dell’Unione Europea.

A livello geografico i prodotti della filiera della moda italiana per il 55% vengono esportati nei paesi europei, mentre il restante 45% approda su mercati extra europei ed ai primi posti troviamo Stati Uniti, Hong Kong e Cina, mentre anche in Russia inizia ad intravedersi una fase di recupero.

All’interno dei confini europei sono Regno Unito (+10,5%) e Spagna (+7,5%) a far registrare la crescita maggiore, mentre meno tonici sono i risultati in Germania (+1,1%) e Francia (-1,8%).

Infine un’altra buona notizia, forse la migliore perché pare che siano sempre più vicine allo zero le statistiche sulla diminuzione di aziende e dipendenti nel settore, un segnale di equilibrio e di una ritrovata stabilità dopo grandi difficoltà.

Fonte: a cura di Exportiamo, di Fabio Traversa, redazione@exportiamo.it

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