Anche se la sua economia è stata minata da anni di recessione, la Spagna rappresenta un mercato maturo e sicuro dove il sistema non ha smesso di funzionare, rimanendo uno dei nostri primissimi partner commerciali.
Il mercato spagnolo presenta “shopper” molto vicini alle nostre caratteristiche e consuetudini che lo rendono uno sbocco naturale del “Made in Italy”, potendo contare su un potere d’acquisto all’altezza della qualità dei nostri prodotti.
Continuando a ragionare su quanto il mercato iberico rappresenti un terreno ideale per le nostre esportazioni è inutile poi sottolineare l’importanza della prossimità geografica e linguistica con l’Italia e sul piano strategico il fatto che offre una posizione privilegiata come ponte europeo verso i mercati dell’America Latina e del Nord Africa.
Appare interessante soffermarsi sul settore della vendita al dettaglio e concentrare l’attenzione innanzitutto nel descrivere la distribuzione dei centri città e le differenze sostanziali con l’Italia in ottica di distribuzione della popolazione.
In Spagna, infatti, risulta una concentrazione degli abitanti in città medie (200.000 - 499.999 ab) superiore rispetto all’Italia, ovvero in Spagna si contano ben 23 città di queste dimensioni rispetto alle 10 città italiane.
Per quanto riguarda i canali di sviluppo le città più importanti rimangono Barcellona e Madrid, con un valore d’affitto dei negozi al metro quadro pari a Roma e Milano, ma l’opportunità è rappresentata dalle città che vanno da 200.000 a 500.000 abitanti, dove i costi risultano invece inferiori del 30% rispetto all’Italia.
Altra peculiarità è la conformazione delle vie, principalmente quelle dello shopping, che in Spagna risultano più lunghe e quindi con più opportunità per i negozianti.
Attraverso una nuova tecnologia è possibile stabilire i visitatori giornalieri nelle vie principali, Barcellona nelle sue vie dello shopping - Paseo de Gracia (35.000), Portal del Agel (24.000) e Calle Pelayo (23.900) - riesce ad attrarre circa 73.000 shopper mentre Madrid, risponde andando oltre con la Gran Via (31.000), Via Preciados (30.000) e Via Bravo Murillo (22.000).
Un altro canale avanzato per il retail è rappresentato naturalmente dai centri commerciali, molto sviluppati in Spagna dove la GLA (Gross leasable area) ovvero la superficie totale affittabile, risulta superiore rispetto a quella italiana ed in particolare solo l’area di Madrid presenta più di 90 centri commerciali.
Nei centri commerciali spagnoli i negozi risultano il doppio rispetto al numero di negozi in Italia, solitamente distribuiti su due piani e con un mix di marche che vanno dal medio-basso al lusso e importante è anche l’attenzione alle aree di ristorazione poste all’interno che rispetto all’Italia sono superiori di ben tre volte.
Il centro commerciale “tipo” spagnolo, quindi, oltre ad essere molto grande e permettere un’ampia scelta ai consumatori, offre una vastità di servizi come la ristorazione, già accennata in precedenza, servizi di svago con sale giochi e cinema e non meno importante la zona wellness e sport.
I centri commerciali top sono concentrati principalmente a Madrid e Barcellona, ma in totale in Spagna ben 25 centri commerciali registrano più di 10 milioni di visitatori all’anno, in particolare i centri commerciali di Madrid Parquesur e La Vaguada, attraggono rispettivamente 20 e 22 milioni di shopper annui.
Volgendo uno sguardo ai consumatori, quelli spagnoli risultano iperconnessi e più consapevoli ed attraverso le modalità d’acquisto via web con dispositivi quali Pc e Smartphone, gli e-shopper si relazionano tramite i social network, nutrono aspettative alte nell’esperienza d’acquisto e danno priorità alla convenienza e al risparmio di tempo, prediligendo soluzioni “multicanale”.
Il mercato spagnolo presenta diverse peculiarità, e l’aria di cambiamento economico e il riassestamento delle classi sociali ha portato gli acquirenti ad utilizzare il digitale, la multicanalità, ad aspettarsi qualità elevata e prestare attenzione ai prodotti “green” per quanto riguarda gli acquisti. In relazione alla marca da acquistare, i consumatori spagnoli non sono più devoti al solito brand e in particolare non sono entusiasti dei brand nazionali.
Al contrario di tutte le aspettative infatti, la Spagna risulta al primo posto, seguita da Stati Uniti e Regno Unito, per utilizzo di smartphone nella fase di acquisto di un prodotto e presenta la percentuale maggiore di commenti sui social sul trattamento ricevuto durante l’esperienza d’acquisto.
Insomma questa piccola panoramica su e-commerce e retail, unita al fatto che sono stati recentemente proposti piani per lo sviluppo industriale e attraverso la “Ley 20/2013 de Unidad del Mercado” viene garantita la libera circolazione dei beni e servizi sul territorio portando a zero i costi di adeguamento alle diverse normative esistenti.
In conclusione la Spagna presenta buone previsioni di crescita con il PIL in aumento di 1 punto percentuale rispetto all’Eurozona e il consumo delle famiglie con segno positivo al 2,8% nel 2016, le condizioni di accesso al credito sono in fase di miglioramento e gli investimenti esteri sono cresciuti del 17,8%.
Certamente investire nel retail e puntare al ben più frizzante mercato spagnolo sembra una prospettiva che potrebbe ripagare più delle aspettative.
Fonte: a cura di Exportiamo, di Fabio Traversa, redazione@exportiamo.it
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